Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 101, Aprile 2017 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#edi101

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EDITORIALE:



Lo smartphone per lo storytelling scientifico a sostegno dell'attività di ricerca. Prima parte: la comunicazione visuale in laboratorio
A smartphone for the scientific storytelling to support research activity. First part: the visual communication in the lab

Raoul Ciappelloni


Lo smartphone, il telefonino tecnologico che molti hanno in tasca e magari utilizzano solo per chiamate e sms, è oggi lo strumento fondamentale del "digital and broadcast journalism", il giornalismo digitale e radio - Web - televisivo. La sua utilità cresce nel tempo seguendo l'avanzamento delle micro componenti elettroniche e delle tecnologie di Rete sempre più dedicate al settore "mobile" (Ciappelloni 2014).
Per questo si può dire che lo smartphone stia diventando uno strumento dell'informatica personal multiuso, di particolare valore per la promozione dell'attività di ricerca e la sua documentazione. L'argomento è complesso in quanto legato ad una evoluzione sociale: l'uso che la comunità scientifica fa di una metodologia di ricerca; ed economica: la sostenibilità di quest'uso in relazione alle alternative possibili sul piano tecnologico. Per questo l'editoriale è diviso in due parti.

Nella prima mostreremo la crescente importanza della comunicazione visuale, sostenuta da smartphone e tecnologie assimilabili, per i ricercatori ed i professionisti che potremmo definire advanced.
Nella seconda parte, che verrà pubblicata nel prossimo numero ("Lo smartphone per uno storytelling a sostegno dell'attività di ricerca. Seconda parte: hardware e software di base per la documentazione scientifica" - SPVet, 102/2017), presenteremo l'hardware e il software per il "Mobile Journalism", evidenziando la tipologia delle componenti (attrezzature) necessarie per trasformare il telefonino smart in uno strumento di documentazione tecnico-scientifica ed il loro limitato costo.

Cominciamo col dire che ormai l'attività di ricerca viene "illustrata" in modo realmente significativo e che tale esigenza è più sentita che nel passato, quando immagini o video sulle metodologie di laboratorio o i rilievi in campo, erano considerati un sofisticato optional. Così idee, metodi e tecniche escono dal ristretto alveo delle riviste scientifiche, riverberandosi in vario modo nella Rete dove possono raggiungere un ampio numero di interessati che non necessariamente si identifica con quello dei ricercatori.

I journal scientifici più importanti sollecitano, seppure in modo non obbligatorio, i loro autori ad arricchire gli articoli con documentazione ancillare di tipo grafico e multimediale.
L'Editore Elsevier, ad esempio, suggerisce: audio slide, videoclip, visualizzazioni in 3D interattive, da mostrare insieme al lavoro in ScienceDirect®. È evidente il valore di documentazione attribuito a questi video, che per le caratteristiche standard richieste (file MP4, con risoluzione 640x480 e 50 MB di ingombro) sono peraltro facilmente realizzabili attraverso uno smartphone.
A voler essere maliziosi si potrebbe pensare che non sia solo una esigenza descrittiva, ma anche il modo per spingere a un impegno più significativo nell'elaborazione del materiale, con il primo risultato di scoraggiare la submission di lavori un po' "scadenti", messi insieme estemporaneamente, scarsamente accurati e poco prestigiosi (sul piano citazionale) per la stessa rivista che li pubblicherà.
Dopo tutto queste sono ormai sommerse di articoli e una selezione qualitativa può anche essere avviata chiedendo una buona presentazione multimediale a corredo del lavoro. Non solo. C'è anche l'esigenza di far uscire gli articoli dall'anonimato, farli conoscere, farli notare.

Fatevi notare. Materiale tratto dal Publishing Campus Elsevier
"Fatevi notare". Materiale tratto dal Publishing Campus Elsevier
"Get noticed". From the Elsevier Publishing Campus Material

(vedi anche Helping researchers to get their article noticed. Aprile 2015: https://www.slideshare.net/Library_Connect/library-connect-webinar-get-your-article-noticed )


Pertanto è chiaro che gli autori dovranno ormai darsi da fare non soltanto per scrivere una pubblicazione eccellente sul piano metodologico, dei contenuti e dei risultati, un testo in grado di "resistere" al giudizio critico dell'Editor e dei revisori, ma anche per promuoverlo attraverso canali "Social", ordinari (Twitter, Facebook, Linkedin) o specifici, messi a disposizione dell'Editore stesso.
L'impatto sulla comunità scientifica, misurato quantitativamente tramite lo score IF® (e h-Index), viene oggi perseguito anche gestendo un adeguato piano di comunicazione, una situazione che ricorda un po' quella del finanziamento di progetti attraverso Crowdfunding.
Tuttavia questi sforzi, seppure aumentano il carico di lavoro dei gruppi di ricerca, hanno anche side effect desiderabili e rappresentano un valore aggiunto per la pubblicazione.
Non dimentichiamo che i materiali grafici e video - fotografici elaborati sono, o possono diventare, biglietti da visita con i quali promuovere l'attività di ricerca presso i decisori politici e la società civile che la finanzia. Per questo è necessario organizzarsi.
Consideriamo che ciò può avvenire senza eccessivi patemi d'animo, poiché questo genere di multimedialità si basa su operazioni che gli smartphone rendono semplici ed alla portata di servizi editoriali "leggeri".
I ricercatori, giovani o meno, utilizzano macchinari complessi e costosi e chi sa far funzionare una PCR Real Time, potrà certamente organizzare un progetto visuale sulla comunicazione scientifica con un minimo di impegno e magari divertendosi anche un po'.

Molti ricercatori e professionisti del giornalismo scientifico in Rete, lo stanno già facendo, soprattutto nel mondo anglosassone. Fra le loro mani il telefonino è ormai diventato una specie di coltellino milleusi, macchina globale, con cui registrare immagini, filmati, suoni, per documentare in modo anche spettacolare, qualsiasi avvenimento sia considerato rilevante per la propria attività.
Tutto ciò utilizzando strumentazione (smartphone a parte) del valore di poche decine di Euro. Davvero vantaggioso. Soprattutto se la situazione richiede di descrivere un flusso di eventi da condividere nel suo divenire (o come si suol dire: in tempo reale), con colleghi e altri portatori di interesse ovunque essi si trovino. L'iniziativa editoriale descritta di seguito ne è l'esempio.

JoVE-Journal of Visualized Experiments
Journal of Visualized Experiments; JoVE, ISSN: 1940-087X - 1
Alewife Center, Ste 200, Cambridge, MA 02140, United States


Visual Journal, smartphone compatibile
Sta prendendo forma una editoria specializzata sulla comunicazione scientifica Web based e "smartphone compatibile", come il Journal of Visualized Experiments (JoVE, https://www.jove.com), rivista fondata nel 2006 ed interamente dedicata ai contributi multimediali sulla ricerca in diversi ambiti tecnico-scientifici quali: Biologia, Neuroscienze, Medicina, Bioingegneria, Ingegneria, Genetica, Ricerca sul Cancro, Immunologia e Infezioni, Chimica, Comportamento, Ambiente, Biologia dello Sviluppo, Biochimica.
La rivista pubblica anche educationals nei settori: Biologia di base, biologia avanzata, psicologia, fisica, scienze ambientali, chimica, clinical skills.
La mission di questa iniziativa editoriale sarebbe così riassumibile:

"...Promuovere la ricerca scientifica e l'istruzione aumentando produttività, riproducibilità ed efficienza del trasferimento di conoscenze nell'interesse di scienziati, educatori e studenti nel mondo, attraverso tecnologie di apprendimento visuale".

Interessante l'idea che ha "mosso" il gruppo degli Editor. Sembrerebbe che solo una minima parte (il 10-30%) delle procedure di laboratorio e le modalità operative descritte negli articoli scientifici possano essere riprodotte da altri studiosi con successo.
Così, per confermare i risultati ottenuti da un gruppo di lavoro, altri ricercatori dovranno spesso investire una quantità eccessiva di tempo e risorse.
Questo problema verrebbe, se non risolto, almeno affrontato da JoVE, semplicemente mostrando le procedure nel dettaglio con dei video articoli.
Inoltre, così facendo, è stato creato nel tempo, un vasto database visuale relativo alle tecniche di laboratorio biomedico, molto utile anche per la didattica in questo settore.

Sul piano editoriale, JoVE si presenta come il primo Journal visuale - scientifico peer reviewed. Ha iniziato l'attività nel 2006 ed è indicizzato da Pubmed/Medline, Web of Science, Chemical Abstracts (il suo Impact Factor [JCR 2016] è di 1.23).

Andamento dell'IF della rivista JoVE-Journal of Visualized Experiments
Andamento dell'IF della rivista JoVE - Journal of Visualized Experiments, 2014-2016 (dal JCR - Journal Citation Reports, modificato)
Journal of Visualized Experiments - JoVE: Trend of IF 2014-2016 (by JCR - Journal Citation Reports, modified)



Gli articoli che troverete su questo Journal (come nel caso di ScienceDirect già citato), sono composti da un testo e il video associato. È un modello interessante perché mostra la crescente importanza della "descrizione multimediale" in un ambito scientifico ordinario.
In Italia JoVe fornisce servizi editoriali e redazionali attraverso un "Videographer Network" che comprende le zone di: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Padova, Pavia, Pisa, Torino, Venezia e Verona. La spesa che si deve sostenere per una pubblicazione su questa rivista varia. Se il materiale è organizzato e filmato da JoVE è di 2,400 US$, (4,200 US% per l'opzione Open Access).
Seguendo le specifiche fornite dall'Editore, i video possono essere prodotti autonomamente, come si auspica in questo editoriale. In tal caso il costo scende a 1200 US$ (per l'Open Access 3000 US$). In quest'ultimo caso l'impegno di spesa è sostanzialmente equiparabile a quello di una pubblicazione Gold Road in una ordinaria rivista impattata OA o ibrida.

Anche il fair use è normato come per la maggior parte degli altri editori. Gli autori possono riprodurre gli articoli (reprint) ed i video per finalità non commerciali o per condividerli con i colleghi via CD, flash drive o FTP file-sharing. I file sono posti in PubMed Central (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc) immediatamente nell'opzione Open Access o comunque dopo 2 anni dalla loro prima pubblicazione. È comunque utile leggere il contratto di edizione all'indirizzo: http://www.jove.com/files/Author_License_Agreement.pdf.
JoVE Journal fornisce un buon materiale informativo. C'è un template per la preparazione della pubblicazione e la sua submission e istruzioni dettagliate su "scripting" e "filming" per la realizzazione del video. (https://www.jove.com/author/ready-to-start / http://www.jove.com/files/Instructions_for_Authors.docx).

Al momento della stesura di questo articolo, in Italia sono già stati pubblicati 36 articoli da parte di 30 Istituzioni di Ricerca (https://www.jove.com/institutions/EU-europe/IT-italy).

Aggiunta di Marco Stella (marco.stella@jove.com) all'Editoriale, riguardante le caratteristiche avanzate del Journal of Visualized Experiments, con particolare riferimento allo scambio di tecnologie di laboratorio e alla possibilità di generare materiale didattico

Invio alla vostra rivista alcune ulteriori informazioni riguardanti JoVE, già in parte presenti nel vostro articolo (condiviso in LinkedIn).
Come già detto, JoVE è una piattaforma Web, fondata nel 2006, che si dedica alla pubblicazione, in formato audiovisivo oltre alla componente testuale, delle novità relative alla ricerca scientifica provenienti da importanti istituzioni internazionali (https://www.jove.com/institutions). Lo scopo è di contribuire ad affrontare due importanti nodi della ricerca scientifica:

(1) la difficile riproducibilità degli esperimenti
(2) il dispendio di tempo e il notevole impegno personale che comporta l'acquisizione di nuove tecniche di laboratorio

I video di JoVE, oltre ad essere visualizzabili su dispositivo mobile (iOS: Apple store JoVE - By MyJove Corporation; Android: JoVE - JoVE Education) sono compatibili con diffusi Learning Management System quali: Moodle o Blackboard.

JoVE può contribuire a rendere più veloce l'apprendimento di metodologie, protocolli e tecniche, attraverso due strumenti principali:

  1. La video rivista JoVE (peer reviewed e dotata di IF) intesa al supporto della ricerca ed articolata in 13 diverse sezioni che coprono le scienze della vita e le scienze fisiche. Tutti gli video articoli di JoVE (circa 90 articoli in più pubblicati ogni mese) sono indicizzati in PubMed, MEDLINE, Scifinder, Scopus e Chemabstract e Web of Science.

  2. La video banca dati JoVE Science Education, uno strumento specifico con finalità didattiche per chiunque direttamente o indirettamente si occupi del settore biomedico-scientifico.
    Science Education e' una banca dati dedicata all'insegnamento dei fondamentali di laboratorio attraverso delle semplici video dimostrazioni, utilissima in special modo per studenti universitari e dottori di ricerca che si trovino nella necessità di apprendere l'uso della strumentazione di laboratorio.

Un aspetto molto importante è che i video di Science Education sono accompagnati dai JoVE QUIZ.
Si tratta di uno strumento online destinato ad essere utilizzato con i video di JoVE Science Education. In tal modo il docente sarà in grado di generare quiz basati sulle video dimostrazioni e potrà scegliere se usare solo alcune o tutte le domande generate di default da JoVE.

JoVE QUIZ


Naturalmente il docente sarà anche in grado di elaborare personalmente alcune domande, all'occorrenza, allegare immagini alle stesse. Come si può notare dallo screenshot, i quiz, presentati agli studenti comprendono domande, poste anche mediante immagini (i video della collezione Science Education possono essere corredati di sottotitoli in lingua inglese).


Trasmettere videoclip in diretta streaming
Con qualche accorgimento, lo smartphone consente di trasmettere il girato in diretta, utilizzando appositi servizi. Sarebbe una opzione utilissima non solo per registrare un evento nel suo svolgimento, ma anche per condividere informazioni con altri colleghi. Pensiamo a operazioni di taratura o regolazione, operazioni chirurgiche o diagnosi in ambito veterinario e assimilabili. Gli osservatori (spettatori) potrebbero intervenire in modalità chat ed alla fine si avrebbe la registrazione dell'accaduto, molto utile per riferimenti futuri. Questa tecnologia è oggi disponibile con alcune limitazioni, coinvolgendo non solo l'area Social in genere,. ma anche specifiche esperienze di Web TV e di Web Radio.

Molto interessante, a tal riguardo l'utilizzazione di YouTube - Live Streaming (https://support.google.com/youtube/answer/2474026?hl=it), purtroppo da cellulare il servizio è disponibile solo se il canale ha più di 1000 iscritti. Tuttavia Le cose stanno cambiando rapidamente e YouTube intende presumibilmente aprire al live streaming maggiormente nel prossimo futuro.
Rimangono disponibili altri software, forse un po' impropri peri nostri scopi, come Periscope utilizzabile su device Android e iPhone (https://itunes.apple.com/us/app/id972909677?mt=8; https://play.google.com/store/apps/details?id=tv.periscope.android) che consente broadcast di video in streaming, utilizzando il proprio account Twitter.
Pure interessante è The CameraFi LiveTM (https://play.google.com/store/apps/details?id=com.vaultmicro.camerafi.live) che consente di utilizzare non solo la fotocamera dello smartphone ma anche una camera USB in VGA (640×480; HD: 1280×720, FHD: 1920×1080).

Conclusione
Attualmente, per quanto attiene al mondo dell'informazione e del giornalismo scientifico, lo smartphone sta quasi diventando una "Tecnologia appropriata", del tipo di quelle che un tempo si chiamavano "tecnologie intermedie" (intermediate technology) descritte da Ernst Schumacher nel suo pamphlet "Small is beautiful", pubblicato nel 1973 come critica all'economia di mercato occidentale.
Queste tecnologie si caratterizzano per situarsi massimamente a livello dell'utilizzatore, il quale può gestirle, intervenire su di esse, potenziarle in modo sostanzialmente autonomo, senza creare dipendenza tecnologica e sprechi.
Per quanto riguarda gli smartphone, soprattutto di quelli dotati di Sistema Operativo Android, anche se non siamo arrivati a tanto, una certa tendenza ad approssimarsi a queste caratteristiche teoriche, effettivamente esiste.

È infatti possibile effettuare il cosiddetto rooting per modificare alcune caratteristiche funzionali di base dello smartphone android. Già ora si può intervenire sul software, ad esempio limitando i problemi legati alla "obsolescenza programmata" (planned o built-in obsolescence) ed al bloatware.
Un fiero colpo al telefono come "intermediate Technology" è stato dato da Google nel Gennaio del 2017 con la cancellazione del progetto ARA per la produzione di uno smartphone "componibile", avvenuta pochi mesi prima del lancio commerciale del prototipo (forse per scongiurare un fallimento tecnologico). Progetti similari sono però ancora in corso presso altre company.


Creare video documentari a basso costo, materiale informativo per la promozione dei progetti scientifici in vari settori disciplinari, delinea una nuova area di competenza che i giovani ricercatori e gli operatori dell'informazione dovrebbero considerare molto seriamente.
A parte l'impegno personale, i materiali di base, come vedremo nel prossimo articolo dedicato all'hardware e al software per il mobile journalism, sono facilmente accessibili e poco costosi.

Oltre alle caratteristiche di convenienza, ad ampliare l'utilità dei telefoni smart, c'è senz'altro la loro crescente integrazione con l'Internet of Things, che li porta al centro delle attività per il monitoraggio e descrizione di eventi anche remoti.
In quest'ambito fioriscono progetti che pur essendo tutt'altro che banali, rimangono sostanzialmente alla portata dei "makers" e di tutti i ricercatori ed i professionisti interessati ad servirsi di queste tecnologie.
Iot-Appinventor (http://iot.appinventor.mit.edu) ne è un esempio.
In questo caso, attraverso l'ambiente MIT App inventor 2, si possono realizzare App con le quali integrare la dotazione hardware/software dello smartphone con la Rete. Rilevare, descrivere e condividere, prima si sarebbe detto con un clic del mouse, in questo caso diremmo con un tap sul touchscreen.

Le applicazioni sono limitate unicamente dalle condizioni operative e ne vedremo sempre di nuove. Ad esempio, utilizzando queste tecnologie abbiamo cercato, negli ultimi anni, di risuscitare i "giornali murali", dotandoli di inserti reattivi con la dotazione di sensori ed apparati elettronici del telefono (Ciappelloni 2013; 2015).
Da quando detto, possiamo immaginare che lo smartphone diventerà ben presto un compagno "tuttofare" per i ricercatori, uno strumento in grado di sostenere la loro attività in molti originali modi.

A dimostrazione di ciò citiamo Cast Science (https://www.cast-science.org/videos/), l'Editore SAGE (http://sk.sagepub.com/video) e Nature (http://www.nature.com/nature/audio_video), hanno importanti sezioni multimediali con documenti video e podcast di una certa importanza. Sage alla pagina "Instructor Manuals", propone una serie di opuscoli e materiale informativo, su come realizzare video corsi in diverse aree disciplinari.



British Medical Journal - Video abstracts
British Medical Journal - pagina sui Video abstracts (http://authors.bmj.com/promote-your-paper/video-abstracts/)


Il British Medical Journal - BMJ, gestisce un servizio che si chiama: "Author Hub - Get your research published, discovered and cited". Alla pagina Promote-your-paper (http://authors.bmj.com/promote-your-paper/), mette a disposizione molto materiale che può servire agli autori per organizzare una campagna di sensibilizzazione utilizzando i media elettronici con titoli come: Social media (http://authors.bmj.com/promote-your-paper/social-media/), How we work with the media (http://authors.bmj.com/promote-your-paper/work-with-media/), Video abstracts (http://authors.bmj.com/promote-your-paper/video-abstracts/).
Quest'ultima pagina contiene un tutorial su, come realizzare descrizioni video/audio della propria ricerca e renderle efficaci, con consigli sui software utilizzabili, modalità di ripresa ed altro.
Uno dei progetti più complessi finalizzato all'integrazione di documentazione multimediale negli articoli scientifici è quello promosso dall'Editore Elsevier.

Alla pagina Search for Journal Enrichments, troveremo l'indicazione di più di millecinquecento riviste che pubblicano i cosiddetti "arricchimenti mutimediali" per aumentare la componente descrittiva dei loro articoli.
Non troveremo solo Audioslides , Featured Multimedia e Featured Author Videos, ma anche altre risorse multimediali che mostrano particolari aspetti anatomici, molecolari, grafici, dei temi affrontati nell'articolo.


Generalmente si tratta di modelli, visualizzazioni e grafici interattivi. Operando autonomamente a partire dal proprio materiale (dataset, immagini o altro), tramite tool accessibili via Web e messi a disposizione gratuitamente dall'editore, l'autore è in grado di produrre modelli molecolari in 3D, creare grafici interattivi e perfino allestire test sul materiale pubblicato. Ad esempio negli articoli riportati in Science Direct, potremmo trovare: Come si può vedere, si tratta, soprattutto di applicazioni viewer, plugin che si attivano nel browser Web.


Bibliografia

BBC Academy - Smartphone in Journalism. http://www.bbc.co.uk/academy/journalism/search?query=smartphone

BBC Academy - Smartphone journalism: Audio. http://www.bbc.co.uk/academy/journalism/skills/filming-and-recording/article/art20130702112133386

Blake R. (2016). Smartphone vs DSLR: Which Camera is Better? https://creativepro.com/smartphone-vs-dslr-which-camera-is-better/

Ciappelloni R. (2012). Risorse Open Source (Made in Italy) per il settore biomedico: il microcontroller Arduino® http://spvet.it/arretrati/numero-72/editoriale-dg.html

Ciappelloni R. (2014). Il telefono come pare a me. Con il Progetto Ara sarà possibile assemblare lo smartphone in funzione delle proprie esigenze. Dossier dispositivi mobili. Terra e Vita n. 13

Ciappelloni R. (2015). Giornali Murali "Smart" & Poster "Aumentati". Un contributo per liberare il potenziale informativo degli Enti di ricerca pubblici - Smart wall newspapers & augmented posters. A contribution to unleash the information potential of the public research Institutes. Sanità Pubblica Veterinaria, n. 88, Febbraio.

Ciappelloni R., Deiana R. (2013). Uso dello smartphone per il sostegno delle le attività intramurali e "in campo" in un Istituto Zooprofilattico - The smartphone as a support of the intramural and "in field" activity, in a Zooprophylactic Institute. Sanità Pubblica Veterinaria, n. 76, Febbraio, http://indice.spvet.it#566

Elsevier Publishing Campus. Get you and your research noticed. http://www.elsevier.com/books-and-journals/enrichments

Golowczynski M. (2016). Digital camera sensors explained. http://www.whatdigitalcamera.com/technical-guides/technology-guides/sensors-explained-11457

Guida di YouTube. Creare un live streaming. https://support.google.com/youtube/answer/2853700?co=GENIE.Platform%3DAndroid&hl=it

Pezzali R. (2014). Fotocamere contro smartphone. Test shock: vince lo smartphone. http://www.dday.it/redazione/11798/test-shock-fotocamere-contro-smartphone-vince-lo-smartphone.html

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Schumacher E. F. (2011). Piccolo è bello. Uno studio di economia come se la gente contasse qualcosa. Editore Mursia.




OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 101/2017 di SPVet.it



Ciappelloni 2017. Editoriale (SPVet.it 101/2017)
Ciappelloni 2017. Editoriale (SPVet.it 101/2017)



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Lo smartphone per lo storytelling scientifico a sostegno dell'attività di ricerca. Prima parte: la comunicazione visuale in laboratorio by Ciappelloni 2017 is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
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