Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 103, Agosto 2017 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#edi103

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EDITORIALE:



Circuiti di mercato alternativi per il sostegno delle imprese agroalimentari
Alternative markets networks to finance food enterprises

Raoul Ciappelloni

Nell'ambito della nascente Sharing Economy, movimento economico-politico che intende promuovere il principio del "peer-to-peer based sharing of access to goods and services - condivisione dell'accesso ai beni e servizi basato su un principio paritario", cominciano ad operare anche in Italia circuiti economici alternativi, che sono di grande interesse anche per dare respiro a piccole e medie imprese in difficoltà.
Uno di questi si chiama barter, barter trading o corporate barter. Propone una interazione commerciale atipica fra aziende all'interno di una rete, in cui vengono scambiati beni e servizi seguendo il principio del baratto.
Attualmente coinvolge un numero elevato di imprese private e professionisti che tentano di superare, anche con questo strumento, la crisi finanziaria recessiva, che dal 2007 affligge le economie mondiali e particolarmente quella italiana.
Questo sistema economico alternativo tende ad assumere maggiore importanza proprio in queste situazioni, quando ci sono problemi di liquidità e le banche non concedono facilmente crediti per finanziare operazioni commerciali (credit crunch). Nel circuito Sardex si contavano circa 3000 imprese partecipanti che nel 2015 hanno generato transazioni per 50 milioni di euro.

Il barter trading è quindi una modalità alternativa per vendere o comperare beni e servizi.
Tranne che nel caso più semplice, in cui due contraenti si accordano personalmente, questa modalità di baratto avviene all'interno di un sistema di servizi ed informativo altamente organizzato, coinvolgendo spesso più venditori e compratori in ogni operazione. Un Gestore (mediatore) sovraintende al funzionamento del network.
Sostanzialmente si tratta di una "banca dei crediti e dei debiti" che consente di superare lo sfasamento temporale fra esazione delle somme dovute e di quelle da acquisire ("compensazione"), conseguenza delle operazioni dei trader.
Entro certi limiti, il Gestore si comporta come un ordinario mediatore commerciale, ma in realtà le sue funzioni sono più complesse e coinvolgono aspetti di comunicazione e ottimizzazione tipici dell'attività di un broker. Gestisce la piattaforma multiexchange, occupandosi di collegare domanda e offerta, regolare l'accesso al network, fare da cassa di compensazione crediti e debiti.
Normalmente opera con l'ausilio di promoter (a volte sono liberi professionisti), remunerandosi con un abbonamento annuo e commissioni. L'attività di intermediazione non è la sola che i gestori dei circuiti propongono ai loro associati. Abbiamo anche il recupero crediti (iscrizione del debitore al circuito in modo che possa onorare il suo impegno a favore del creditore, con parte dei beni o servizi da lui prodotti).

Per riassumere se il baratto coinvolge più contraenti in un rapporto multilaterale e il gestore opera come un regista neutrale che favorisce l'incontro di domanda e offerta, allora questo Sistema funziona vantaggiosamente.

All IRTA Members - Tutti i partecipanti all'IRTA
La rete internazionale dell'IRTA


Le Barter company sono rappresentate da una specifica associazione: l'International Reciprocal Trade Association (IRTA), entità senza finalità di lucro con la mission di promuovere il barter trading a livello internazionale e di far rispettare un Codice di Autoregolamentazione.

Anche se alcuni entusiasti vorrebbero considerare il barter trading come un circuito commerciale autonomo, dovremmo piuttosto pensarlo come sinergico e collegato a quello ordinario.
Per attribuire un valore alla merce in acquisto o in vendita nel circuito, si utilizza una moneta complementare (per questa si veda un interessante studio della Regione Lombardia del 2014).
Si tratta di unità di conto create ad hoc per quantificare crediti e debiti generati dagli scambi all'interno del circuito.
Successivamente il Gestore regolerà il rapporto (compensazione asincrona), determinando un saldo che verrà corrisposto in merci o servizi (in alcuni casi anche in danaro ordinario) dai trader in debito.
Sono "tipologie" monetarie piuttosto conosciute.
Lasciando da parte esoteriche criptovalute come i Bit coin, gli esempi di monete complementari richiamano termini ad ognuno familiari, come i coupon delle banche del tempo, IFLA Vouchers, buoni sconto e buoni pasto, i punti fedeltà e assimilabili. Naturalmente il rapporto con la valuta corrente (almeno per ora) è sempre necessario e ineludibile.

L'adesione a un barter network, purché l'iniziativa sia ben diretta, può dare alle imprese vantaggi competitivi rispetto a quelle che non lo fanno.
In questo modo esse mantengono intatta la liquidità, ottengono credito senza corrispondere interessi, aprono nuovi canali di vendita. Oltretutto i clienti reperiti in questo modo saranno relativamente più affidabili perché hanno passato l'esame del Gestore e fanno parte dello stesso circuito di bartering.
Un aspetto di importanza non secondaria, è che in tal modo almeno parte delle giacenze saranno immediatamente collocate non entrando così a far parte dello stock di prodotto invenduto, che altrimenti, oltre ad essere improduttivo, avrebbe un costo di magazzino.
C'è quindi una certa convenienza nel collocare, almeno in parte, la propria produzione nel circuito di compensazione.
Anche il personale dipendente potrà avvantaggiarsi di questo scambio direttamente. L'impresa aderente al network in alcuni casi può remunerare con una parte delle transazioni i propri dipendenti. Questi potranno godere di premi o incentivi aziendali, acquisendo beni (ad esempio tramite una particolare carta di credito), presso le altre attività commerciali del circuito. Un modo per legare la produttività al salario.

Nonostante gli aspetti positivi citati, ci sono anche dei rischi. A dispetto di quanto prima detto sull'affidabilità, rimane pur sempre la possibilità di avere in pagamento merce o servizi non conformi alle proprie aspettative. Peggio ancora si potrebbe dover fronteggiare l'eventualità di fallimento di uno dei partecipanti al circuito che non onorerebbe più il suo debito.
A tal riguardo l'unica difesa è una copertura assicurativa che però normalmente non viene accesa perché di costo piuttosto elevato.

Corporate Barter
Le aziende che intendono partecipare al circuito di bartering vengono valutate dai relativi gestori. Se si dimostrano affidabili (conta la storia e le caratteristiche dell'impresa), non sono frequenti altre realtà produttive che propongono la stessa tipologia di beni o servizi nel circuito, e se questa è facilmente collocabile nelle altre imprese partecipanti, vengono accettate.
L'azienda, dal canto suo, valuterà se l'integrazione in quel network è vantaggiosa in quanto il catalogo di beni e servizi disponibili, sono utili al suo funzionamento, sia esso ordinario (ad esempio: cancelleria e forniture d'ufficio, combustibili, consulenze, ingredienti alimentari, manutenzione, promozione, pubblicità, pulizia, servizi informatici, stampa, telecomunicazioni, viaggi ed altro), che straordinario (ampliamenti, investimenti, omaggi e gadget, riparazioni e ristrutturazioni).

Per un'impresa che intende inserirsi in questo settore, il costo di partecipazione ad un circuito può variare notevolmente e dipende dalle sue caratteristiche.
Per fornire dei dati, nel caso di Bartex.it, nella categoria minima di fatturato (di poco inferiore a 300.000 Euro), il costo una tantum per l'adesione al network è di 250 Euro, mentre l'abbonamento annuo è di 750 Euro. Su ogni transazione viene poi applicato un prelievo pari al 3% per finanziare un fondo di garanzia a tutela dai debiti insoluti (http://www.bartex.it/domande-frequenti/).

Molte imprese agroalimentari potrebbero avvantaggiarsi notevolmente di questo strumento finanziario, che si rende accessibile sia per piccole (come abbiamo visto dal fatturato minimo prima citato) che per medie e grandi realtà produttive.
A livello consumer, il baratto alimentare è già una realtà. Nel rapporto Eurispes 2017, i consumi alimentari degli italiani nel 18% delle interviste vengono in parte soddisfatti con baratto tramite Internet. (http://www.futuromolise.com/rapporto-italia-2017-eurispes-la-meta-degli-italiani-boccia-sistema-sanitario-si-sente-povero-circa-un-italiano-quattro/)

The Lefties Have a Radical Idea by KAZ Vorpal, (2017). https://flic.kr/p/WH9pdp


by KAZ Vorpal, "The Lefties Have a Radical Idea" (2017). https://flic.kr/p/WH9pdp.
Creative Commons. Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)


Circuiti economici e valuta complementare
Il Corporate barter è uno dei tanti aspetti che può assumere un circuito economico alternativo. Sono network commerciali più "protetti" di quelli ordinari, centrati su moneta e credito complementari, ispirati all'iniziativa ormai storica, della Banca WIR, che dal 1934 opera a favore delle Piccole e Medie Imprese e possono essere altrettanto utili.

Su questi argomenti, abbiamo interpellato il Dottor Massimo De Tommaso, dell'Agenzia Digitale @EURE, sulla loro recente iniziativa, il lancio sul mercato di "Digital Barter". Si tratta di un servizio innovativo e dedicato al cambio merce. De Tommaso spiega che il loro obiettivo è creare connessioni tra il brand e il suo pubblico, utilizzando molteplici strumenti. Lo schema di barter seguito è semplice.

"Il cliente dovrà scegliere i prodotti per il cambio merce (pack list) ed indicare il prezzo di cessione. Per pari valore gli verranno offerti servizi di Web marketing definendo insieme gli obiettivi e il piano della campagna. Quindi il prodotto viene ceduto, le campagne pianificate. Il monitoraggio è una fase essenziale delle attività successive. I prodotti verranno messi in vendita su circuiti protetti e garantiti e l’azienda potrà ottenere in cambio, senza alcun versamento di denaro, una promozione online del brand che verrà studiata e definita da professionisti". Un aspetto importante dell'iniziativa è che... "Non vi sono costi di adesione, non è un circuito a cui si aderisce".

In questo caso c'è comunque bisogno di raggiungere una "massa critica". Alla domanda: quali potrebbero essere i vantaggi della partecipazione a questo modello di baratto aziendale, per una piccola e media impresa agroalimentare, De Tommaso risponde:

"Il sistema barter può certamente offrire un'ottima opportunità per le imprese che abbiano necessità, da un lato di posizionare il loro prodotto su altri circuiti di distribuzione e dall'altro di fare pubblicità al proprio brand. In ogni caso, i prodotti che possono essere considerati più appetibili per questo tipo di operazione sono quelli confezionati con scadenze medio lunghe. Rimane da tener presente la disponibilità di prodotto, che per essere opportunamente appetibile per il barter, necessità di quantità medio alte e la pack list si preferisce sia diversificata. Ne consegue quindi che un'impresa di piccole dimensioni potrebbe avere delle limitazioni nel proporsi, salvo fare delle alleanze con altri produttori al fine di allestire packing list voluminose e varie.
Evidentemente le campagne pubblicitarie di ipotetiche alleanze di produttori, non potranno essere facilmente condivise singoli, che subirebbero una perdita di "pressione" pubblicitaria". "...in definitiva il sistema del cambio merce offre alle aziende la possibilità di allestire campagne pubblicitarie senza esborso di denaro, pagandole con il proprio prodotto. In questo caso i vantaggi sono: 1) Pubblicità a costo zero; 2) Vendita del proprio prodotto in nuovo mercati che diversamente non si potrebbero raggiungere".

Naturalmente non esistono solo i circuiti di barter trading. Sardex.net ne è l'esempio. Si tratta di un network commerciale alternativo che si differenzia in parte da questo modello, in quanto non utilizza il baratto, ma una community per stabilire relazioni tra imprese operanti in un dato territorio, fornendo loro strumenti di pagamento e di credito paralleli e complementari.
Mission di Sardex è ancorare la ricchezza al territorio riattivando i consumi e le produzioni locali. Senza retorica, sembra che le relazioni umane e fiduciarie siano effettivamente uno dei motori del circuito.

Abbiamo intervistato Carlo Mancosu, Consigliere delegato, responsabile di: Marketing, Comunicazione, Ricerca e Sviluppo presso Sardex S.p.A.
A lui abbiamo posto alcune domande sugli strumenti, le regole e la filosofia di questo Circuito.
Carlo Mancosu Sardex.net
Carlo Mancosu
Per cortese concessione Sardex.net


A riprova dell'interesse per il settore economico, ci sono anche altre iniziative simili a Sardex, di valore marcatamente regionale o comunque locale.
Sono: Innovation Factory S.r.l., Circuitomarchex, Tibex, Piemex.net.


Gli Enti dello Stato nel baratto di beni e servizi
Il barter, almeno in forme particolari, È già ora un sistema che interessa alcuni Enti dello Stato, quelli individuati dall'Articolo 114 della Costituzione, cioè: Comuni, Province, Città Metropolitane, Regioni , oltre ai quali si possono annoverare le unioni di comuni e i consorzi fra enti territoriali
È il Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici) che, all'articolo 190, introduce nel nostro Ordinamento una reale forma di baratto, fra amministrazione pubblica e cittadino, che può fornire alcuni servizi (in pratica del lavoro) per onorare i suoi debiti.

Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50
. . .
Art. 190. (Baratto amministrativo)

1. Gli enti territoriali definiscono con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione ad un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia degli interventi, gli enti territoriali individuano riduzioni o esenzioni di tributi corrispondenti al tipo di attività svolta dal privato o dalla associazione ovvero comunque utili alla comunità di riferimento in un'ottica di recupero del valore sociale della partecipazione dei cittadini alla stessa.




Visionando regolamenti e bandi in materia, pubblicati da decine di Comuni, si vede che l'applicazione della legge riguarda prevalentemente persone fisiche che possono essere impegnate in pulizie, gestione rifiuti, verniciature, sistemazione di aree urbane, sempre ad estinzione di un debito pregresso (tipo Ici, Imu, Tarsu, multe o canoni per l'uso dei beni comunali).
Tale limitazione è però un peccato. L'applicazione del baratto (in forme più complesse), avrebbe potuto essere di grande interesse ad esempio per le piccole imprese che acquistano servizi da Enti Sanitari o territoriali. Prestazioni sanitarie, determinazioni analitiche, studi di fattibilità, servizi informativi e relativi alla formazione.
Questi avrebbero potuto essere acquistati (remunerati) aderendo ad un circuito organizzato da un gestore che si comporterebbe di fatto come un agente di intermediazione commerciale in compensazione.


D'altra parte storicamente, soprattutto nel mondo sanitario, questo approccio esisteva, ad esempio, negli Stati Uniti dove si può ancora dire che "...the barter systems improve access to care - i sistemi basati sul baratto migliorano l'accesso alle cure mediche" (Deldanco et al, 2001). Ci sono stati nel tempo programmi sanitari innovativi basati sul baratto. Ricordiamo quello varato alla fine degli anni '90 presso l'ospedale Franklin Memorial, (Farmington, Maine - USA), per cui i pazienti potevano ottenere prestazioni mediche offrendo servizi professionali di vario genere (Mycec, 1998).
Carolyn Thomas nell'articolo "When patients barter for health care - Quando i pazienti barattano per le cure" (The Ethical Nag, 2013) descrive il barter trading come una realtà in crescita nel Sistema Sanitario americano. Le modalità di pagamento sono poi sempre le stesse: o con un accordo diretto fra paziente e struttura sanitaria o tramite valute complementari (una di queste si chiama evocativamente "trade dollar", e in America ce ne sarebbero circa 400). Viene anche citato il caso del Canada, definito "...land of socialized medicine - terra della medicina socializzata" in cui operano Barter Club come il First Canadian Barter Exchange di Vancouver per ottenere prestazioni diversificate, riassunte alla pagina What can I buy, dove sono elencate prestazioni mediche di varia natura (fra le altre, odontoiatriche, oculistiche, dermatologiche e veterinarie) che è possibile scambiare con vari beni e servizi offerti dall'acquirente.
Naturalmente è importante ciò che si può fornire. Un'area di scambio considerata ottimale è ad esempio quella che coinvolge professionisti, come ad esempio commercialisti, medici, avvocati, fotografi e simili (servizi di costo significativo, ai quali singoli e imprese accedono frequentemente nel corso dell'anno).
Anche nel settore veterinario esiste il bartering. Se ne discute nei blog con osservazioni e consigli in merito, come in Daily Vet "How to negotiate with your vet (in five simple steps)" e in Veterinary Practice News "Offering A Variety Of Payment Options Can Help Clients Cope".

Non è necessario sottolineare come la partecipazione del settore pubblico a questi circuiti economici alternativi avrebbe un grande valore, anche "simbolico".
Sarebbe uno sforzo organizzativo dello Stato per venire incontro in modo concreto alle esigenze di piccole aziende, professionisti e cittadini. Ovviamente l'attuale normativa per l'acquisizione di beni e servivi del settore pubblico riferibile alle disposizioni relative al CONSIP / MePa, rende difficilmente percorribile questa strada. A meno che un legislatore illuminato si premuri di individuare i casi specifici in cui può essere applicato questo sistema di "scambio merci e servizi".

Conclusioni
Abbiamo dato un brevissimo ed incompleto quadro del mondo delle valute complementari e del baratto. Cose che sembrano far parte, specialmente l'ultima, di economie arcaiche, tipiche di sistemi di sussistenza fondati su caccia, pesca e raccolta. Invece no.
Non si può ormai più, credere, come voleva Adam Smith (1776), che il baratto fosse una pratica diffusa presso le popolazioni primitive, che finì per fare da incubatore alla moderna economia di mercato (Graeber, 2012). Non si tratta pertanto di un ritorno al passato o "sopravvivenza" nel senso dato al termine da Edward Tylor e James Frazer alla fine dell'800.
Il cosiddetto Barter Trading è un sistema moderno e originale. Serve per progettare forme alternative di mercato finanziariamente e socialmente sostenibili, cosa particolarmente utile in periodi di crisi economica. Si tratta di un approccio nuovo (o per lo meno innovativo), alla produzione di beni e servizi.
Dalla letteratura citata possiamo dire che funziona, soprattutto se immerso in un medium tecnologicamente avanzato, traendo profitto dal sistema monetario convenzionale e da strumenti gestionali come reti di computer, logistica e Social Networking.
È però necessario che le imprese si organizzino in modo flessibile, sotto la guida di un mediatore specializzato, creando vere community commerciali legate a un determinato territorio.


Ringraziamo la Dottoressa Silvana Mangiaracina per gli utili suggerimenti



Bibliografia

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OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 103/2017 di SPVet.it



Ciappelloni  2017. Editoriale (SPVet.it 103/2017)
Ciappelloni 2017. Editoriale (SPVet.it 103/2017)



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