Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 127, Agosto 2021 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#edi127

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Intervista a Francesca Maria Sarti sul ruolo delle Donne nelle istituzioni scientifiche
ed il loro valore nella didattica e nella ricerca

Interview with Francesca Maria Sarti on the role of women in scientific institutions
and their value in teaching and research

[Ver. 1.0]

Raoul Ciappelloni

Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati"


Abstract. The editorial is dedicated to the interview with Francesca Maria Sarti, Professor in animal breeding at the Perugia University, about the value of women in teaching and scientific research. Professor Sarti introduces the analysis of the process of women's emancipation and the struggle for equal rights, citing the example of astrophysicist Margherita Hack. One of the greatest gender distances that benefit women, according to Sarti, is the imaginative and organizational capability. the importance of an intellectual work environment with balanced representation between genders is riaffermed. One of the greatest difficulties for working women remains the management of motherhood and the family which often leads to a difficult choice between career and affections. To achieve "equal opportunities" conditions, the University should therefore be equipped with structures (kindergartens, school support services) that allow mothers to be able to look after their children, even using new technologies based on the Internet. Final auspice of the interview, is that we no longer talk about "pink quotas" and that people would be chosen for their capabilities and experiences, giving women equal opportunities to emerge .

Riassunto. L'editoriale è dedicato all'intervista a Francesca Maria Sarti, professore di Zootecnica generale e Miglioramento genetico all'Università degli Studi di Perugia, sul valore delle donne nell'insegnamento e nella ricerca scientifica. La professoressa Sarti introduce l'analisi del difficile processo di emancipazione femminile e di lotta per la parità dei diritti, citando l'esempio dell'astrofisica Margherita Hack. Una delle maggiori distanze di genere che avvantaggiano le Donne, secondo Sarti, è la capacità immaginativa ed organizzativa della componente femminile. Si ribadisce che l'importanza di un ambiente di lavoro intellettuale con una rappresentanza equilibrata fra generi è essenziale Una delle maggiori difficoltà per le donne che lavorano rimane la gestione della maternità e della famiglia che reca spesso la necessità di una scelta fra carriera e affetti. Per raggiungere "le pari opportunità" anche l'Università si dovrebbe pertanto dotare di strutture (asili, servizi di sostegno scolastico) che consentano alle madri di poter accudire ai propri figli, anche utilizzando le nuove tecnologie basate sulla Rete. L'auspicio finale dell'intervista è che non si parli più delle "quote rosa" e che si venisse scelti per le proprie capacità, dando alle donne pari opportunità di emergere.


Versione 1.0 - Per lo sviluppo degli argomenti contenuti in questa intervista, si sollecita il diretto intervento dei lettori, che potranno servirsi del canale di social peer review, dell'e-Journal per dettagliare e discutere l'argomento.

L'intervista a Francesca Maria Sarti sulle Donne nelle istituzioni scientifiche nella didattica e nella ricerca, intende affrontare la questione fondamentale nel rapporto fra i Generi in uno dei contesti più delicati dell'economia e della politica italiana.
Questo argomento, attualmente molto dibattuto nei media generalisti, è al centro di specifiche iniziative editoriali dell'Ente Zooprofilattico e di questo e-Journal. La valorizzazione del ruolo professionale delle Donne è una parte significativa di progetti di comunicazione che intendono portare agli stakeholders del Sistema Sanitario, Agroalimentare ed alla Società Civile, le esperienze di ricercatrici e professioniste attraverso narrazioni con valore di casi di studio(1). Tale storytelling è particolarmente auspicabile per una maggiore condivisione di informazioni scientifiche fra generazioni di professionisti, soprattutto a vantaggio dei più giovani.
In questo contesto la Professoressa Sarti testimonia, con delicatezza autobiografica, la difficile integrazione della componente femminile nei ruoli dirigenziali dello Stato e delle imprese private, indicando la necessità di intervenire con maggiore decisione per "normalizzare" il rapporto fra i Generi sul piano professionale.
Alla componente maschile, soprattutto quella con maggiori responsabilità decisionali, è allora chiesto di riconoscere con atti formali il ruolo delle Donne nel determinare correttamente le scelte, non solo quelle che riguardano i complessi problemi derivanti dalla globalizzazione dell'economia e dal degrado ambientale in atto, ma anche per la creazione di condizioni di benessere personale e familiare nella Società attuale.
Questa testimonianza rappresenta una chiave di lettura per comprendere meglio la necessità di operare tali cambiamenti ed una esortazione a trovare soluzioni condivise fra i Generi.


Francesca Maria Sarti
Francesca Maria Sarti Professore di Zootecnica generale e Miglioramento genetico
Dipartimento di Scienze Agrarie, alimentari ed ambientali - Università degli Studi di Perugia


The woman was made of a rib out of the side of Adam; not made out of his head to rule over him, nor out of his feet to be trampled upon by him,
but out of his side to be equal with him, under his arm to be protected, and near his heart to be beloved.

[Matthew Henry - Commentary on the Whole Bible (1808-1810)]

SPVet] Professoressa Sarti, la citazione che suggerisce per aprire la sua intervista è un auspicio al raggiungimento dell'uguaglianza fra i generi, non nell'atteggiamento esteriore ma nel valore sostanziale.
Le Donne sono una risorsa importante per la scienza e la cultura scientifica. Si può parlare di un approccio di Genere nelle scienze? Rispetto ai colleghi di sesso maschile, se ci sono, quali le maggiori distanze ed incomprensioni?

FMS] E' triste, e anche un po' imbarazzante porsi questo quesito ancora oggi, dopo anni di processo di emancipazione femminile e di lotta per la parità dei diritti. Quasi ci si sente chiamati a dover fornire giustificazione del fatto che anche le donne hanno la stessa dignità degli uomini e si meritano di ricevere la stessa considerazione. Comunque a questa domanda hanno già dato risposta prima di me donne molto più importanti e famose che hanno lavorato in campi di ricerca che hanno visto per anni il prevalere degli uomini. Ad esempio, così scrive Margherita Hack (astrofisica):

"La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione fino alla fine dell'Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei paesi industrializzati.
In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall'aver raggiunto la parità con l'altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di esseri umani. Quali possono essere le cause di questa situazione che risale indietro nei secoli? Forse già nelle epoche preistoriche, la forza fisica necessaria per sopravvivere, le numerose gravidanze e il lungo periodo di allattamento e di cura della prole hanno portato alla differenziazione dei compiti.
Oggi, i progressi della scienza e della medicina, e le conseguenti applicazioni tecnologiche hanno annullato la condanna biblica - uomo lavorerai con fatica, donna partorirai con dolore - almeno nei paesi industrializzati. Per secoli le donne che potevano avere accesso all'istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo le donne che sono emerse nel passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate.
Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica, mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze "dure" come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire.
Solo quelle poche favorite dall'avere un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. Basta ricordare che ancora all'inizio del XX secolo in molti paesi europei alle ragazze era precluso l'accesso alle università ed anche ai licei.
Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall'educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche.
Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare, e scelgono le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria
"(2).

Per confortare l'ultima frase di Margherita Hack ho svolto una piccola indagine "di genere" all'interno del Corso di laurea magistrale in Scienze Zootecniche (LM SZ) dell'Università degli Studi di Perugia in cui insegno Biometria zootecnica e Miglioramento genetico animale due materie abbastanza "dure". Dal 2009 al 2020 il numero di iscritti maschi è sceso da 12 a 7 e quello delle femmine è salito da 2 a 14 (Figura 1), mentre, per quanto riguarda il numero di laureati nelle mie materie dal 2011 al 2021 sono stata primo relatore di 46 tesi di cui 30 discusse da donne e 16 da uomini; guardando il trend dei miei laureati per anno (Figura 2) si nota anche qui un'inversione di tendenza dal 2011 ad oggi segno evidente che le donne si appassionano a queste materie fortemente connotate dalla capacità di gestire ed interpretare numeri smentendo così il fatto che riescono meglio nelle materie umanistiche?

LM SZ Course Registered
Figura 1- Iscritti al Corso di Laurea in Scienze Zootecniche (2009-2020) [cortese concessione Università degli Studi di Perugia]
Figure 1- Registered Degree Course in Zootechnical Sciences (2009-2020) [courtesy of Perugia University]


Graduates LM SZ Course in Animal Genetic Improvemen
Figura 2 - Laureati del Corso di Corso di Laurea in Scienze Zootecniche in Miglioramento genetico animale (2009-2020) [cortese concessione Università degli Studi di Perugia]
Figure 2 - Graduates Degree Course in Zootechnical Sciences - Animal genetic improvement (2009-2020) [courtesy of Perugia University]


Ora vorrei focalizzare il discorso sulla mia esperienza professionale.
Nella parte pratica del lavoro, che per molti anni ha riguardato interventi e sopralluoghi in allevamenti di ovini e bovini, ho sempre mantenuto un atteggiamento molto riservato, di ascolto, direi "di retroguardia" cercando di apprendere dai colleghi uomini quali potevano essere i punti di contatto con l'allevatore per il quale la figura della donna professionista in campo era del tutto trascurabile se non trasparente.
Nel campo universitario la situazione è stata certamente diversa, ho avuto mentori uomini molto illuminati (tra cui devo citare mio padre), che hanno creduto in me e con cui ho avuto modo di acquisire forti conoscenze nel campo della ricerca e che mi hanno dato "a modo loro" la possibilità di poter esprimere questa grande passione che ho per questo campo della ricerca.
Tutto questo non significa che i traguardi raggiunti siano stati facili perché anche nella scienza, come nella vita, l'uomo e la donna affrontano i problemi in modo diverso (lascio solo immaginare il rapporto conflittuale padre figlia).

Tornando alla domanda, una delle maggiori distanze di genere, secondo me, è senz'altro quella che la donna riesce sempre a vedere più lontano, ha quelle sensazioni "a pelle" e quindi tende da assumere il ruolo di "Cassandra la profetessa che può conoscere il futuro, ma non sarà mai ascoltata perché nessuno crederà alle sue profezie...". Spesso questo sull'uomo ha un potere destabilizzante, salvo ricredersi quando le cose sono ormai avvenute e quindi è difficile tornare indietro.
Altra diversità, forse anche caratteriale, è che gli uomini tendono ad organizzare il lavoro ed a farlo eseguire in maniera un po' "militaresca", mentre le donne sono in genere più portate a proporre un tema di lavoro, condividerlo e poi lasciare agli incaricati la libertà di portarlo a termine, cercando di tirare fuori i famosi "talenti evangelici", nascosti in ciascuno di essi.
Certo, è necessario più tempo, ma ho visto che i risultati sono a volte formidabili e ciò consente di individuare e poter scegliere le persone più valide da formare. Insomma ritengo che la figura femminile, proprio perché spesso una donna ha maggiore versatilità e lungimiranza, dia un valore aggiunto ed un tocco di originalità in più, cosa assai utile per ammorbidire un lavoro "duro" come il mio.
Detto ciò sono assolutamente favorevole ad un ambiente di lavoro in cui ci sia equilibrio fra i Generi, non riesco assolutamente ad immaginare l'assenza di alcuni miei colleghi con i quali giornalmente ho frequenti e proficui scambi di idee.

Oggi, chiaramente, il mondo è cambiato e un po' anche i rapporti umani. C'è più interesse (forse anche esagerato) per questi equilibri. Purtroppo, però, spesso mancano due cose fondamentali che potrebbero alleggerire ogni problema: il rispetto e la riconoscenza.
Credo che spetti anche a figure come la mia, spendere un po' di parole per cercare di diffondere questo messaggio alle nuove generazioni, se veramente vogliamo preparare una svolta in meglio.
Per ultima una curiosità. Ho notato negli anni frequentando ambienti accademici e non, magari perché sono molto attenta e sensibile al comportamento del mio prossimo, l'uomo "accademico" è per definizione sempre e comunque "Professore", la donna invece rimane sempre e solo "dottoressa"...come si dice: ai posteri lasciamo l'ardua sentenza.

SPVet] Offrire sostegno alle Ricercatrici Donne, soprattutto se giovani, in momenti particolari come la maternità o la gestione familiare, è una questione rilevante. Conta di farsi parte attiva per diffondere consenso sulla necessità di affrontare concretamente queste problematiche nel vostro ambito di ricerca?

FMS] E' da sempre noto che una delle maggiori difficoltà per le donne che lavorano è rappresentata, come ha detto, dalla maternità e dalla gestione familiare. Noi siamo spesso obbligate a scelte drastiche fra carriera da una parte e affetti dall'altra. Sono scelte alle quali di solito il genere maschile è assai meno sottoposto.
È vero che anche molte professoresse che ho conosciuto hanno rinunciato alla famiglia per potersi dedicare completamente al proprio lavoro, mentre altre più fortunate o brave hanno avuto famiglia, figli e successo accademico. Tutto dipende sempre dal contesto in cui si lavora e dalla sensibilità dei colleghi e di tutte le persone che ti circondano.
Certamente questo mestiere, almeno per chi lo svolge con passione e coscienza, è una missione. Non ha orari, devi avere tempo per leggere, scrivere, studiare, aggiornarti e tutte queste cose richiedono impegno costante per cui spesso non è possibile rispettare gli orari routinari che scandiscono la giornata di una donna che si deve dividere tra lavoro e famiglia.
Credo che per raggiungere "le pari opportunità" anche l'Università si dovrebbe dotare di strutture che consentano alle madri di poter accudire ai propri figli. Ad esempio non sarebbe male un asilo per ogni Dipartimento, magari utilizzare le nuove tecnologie da remoto basate sulla Rete (ben sperimentate in questo difficile periodo) ed un maggior coinvolgimento dei padri nel management familiare, anche con provvedimenti di legge "ad hoc".
Non trovo giusto, infatti, che un uomo sia più libero nel realizzare le proprie aspettative e una donna no. Credo che entrambi abbiano pari diritto a raggiungere le mete che si sono prefisse. Al momento non ho in mente se esistano progetti specifici nel mio settore per risolvere questi problemi, piuttosto credo sia necessario creare condizioni in cui ci sia aiuto e condivisione dei problemi lavorativi e familiari perché l'esperienza mi insegna che oltre alla maternità si possono avere problemi importanti quali la salute propria e dei familiari.

SPVet] In conclusione. C'è un auspicio che vorrebbe si realizzasse?

FMS] Si. Che non si parlasse più delle "quote rosa" e che si venisse scelti per le proprie capacità e, a tale proposito, finisco con un'altra citazione:
"È evidente, in ogni caso, che nelle università e nei centri ricerca pubblici e privati, così come nella società in generale, perché la realtà muti nel profondo in merito ai cosiddetti equilibri di genere, sono necessari cambiamenti culturali che non passano tanto attraverso le quote, quanto attraverso le relazioni umane in tutta la loro complessità, familiare e interpersonale, forse, prima ancora che sociale"(3).




Note
(1) Progetto Micro Epidemic One Health - Ministero della Salute - Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati" - IZS UM 04/20 RC. Area tematica: Sanità animale - Approccio One Health per lo studio delle zoonosi emergenti: relazione Ambiente - Animale - Uomo. Il Progetto intende raccogliere testimonianze di professionisti sul trattamento dei casi di zoonosi, per
(2) Margherita Hack. I contributi delle donne alla scienza: ieri e oggi. Mate Pristem. Università Bocconi. Milano.
(3) Paola Govoni. Questioni di genere: donna e scienza. Mate Pristem. Università Bocconi. Milano.


Ringraziamenti
L'intervistata ringrazia il prof. Camillo Pieramati (Presidente del Consiglio Intercorso - Corso di laurea Interdipartimentale in Produzioni Animali e Scienze Zootecniche), la dott.ssa Renata Pioppi (RESPONSABILE - Servizio Gestione Carriere Studenti Agraria e Veterinaria) per avermi fornito i dati relativi al Corso di Laurea in Scienze Zootecniche e la dott.ssa Valeria Rossi per i suoi preziosi suggerimenti durante la stesura del lavoro.



Il presente lavoro è parte delle attività diffusive e crowdsourcing del Progetto: Micro Epidemic One Health 2021-2022 (IZSUM 04/20RC - Ministero della Salute); dell'e-Journal Sanità Pubblica Veterinaria - Istituto Zooprofilattico Sperimentale UM.



OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 127/2021 di SPVet.it



Intervista a Francesca Maria Sarti - SPVet.it 127/2021
Raoul Ciappelloni - Intervista a Francesca Maria Sarti. (SPVet.it 127/2021)



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Intervista a Francesca Maria Sarti sul ruolo delle Donne nelle istituzioni scientifiche ed il loro valore nella didattica e nella ricerca by Ciappelloni, 2021 is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
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