Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 129, Dicembre 2021 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
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Emergenze non epidemiche: individuazione di indicatori di attribuzione per le soluzioni emergenziali
e per la valutazione degli aspetti sanitari e del benessere negli allevamenti umbri colpiti dal sisma


Non-epidemic emergencies: identification of attribution indicators for emergency solutions
and for the assessment of health and support system, for farms affected by the earthquake in Umbria Region (Italy)

[Ver. 1.0]

Gina Biasini, Sara Tonazzini, Elisa Cordovani, Livia Moscati, Claudio Forte, Carmen Maresca,
Andrea Felici, Paolo Dalla Villa, Marco Leonardi, Francesco Geri, Nicola Berni, Barbara Toccaceli,
Mauro Bacinelli, Giovanni Scieri.

Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati"


Abstract. Farming, like any other economic sector, needs a set of indicators to regulate and monitor the post emergencies phases, in order to support the mitigation actions implemented. In the present project, a set of indicators (animal species, production, size of the herds, level of damaging of the buildings, etc.) have been initially used in order to rank the farms and define criteria for the attribution of priority of intervention (supply of temporary shelters, tunnel farms, etc.). Following this post seismic emergency phase, other indicators have been identified and used to evaluate the impact of the temporary solutions supplied to the farmers on the animal welfare and health status. For this porpoise two web applications have been developed: EMERGENZA 2.0 and San.Ben.Bio.Farm, finalized to gather data about animal welfare, animal health, biosecurity and drug usage within the farms.

Riassunto. La zootecnia, come le altre attività, necessita di strumenti utili alla definizione di un sistema di indicatori capaci di fornire informazioni adatte al monitoraggio della fase di superamento dell’emergenza e capaci di valutare e quindi validare le azioni di mitigazione messe in atto nella prima fase post sismica. E’ importante, una volta superata la prima fase di emergenza, valutare l’impatto e l’efficacia delle soluzioni individuate. In particolare nell’ambito zootecnico, è necessario monitorare lo stato sanitario e di benessere degli animali e l’impatto economico che questi eventi eccezionali hanno prodotto. Lo scopo del lavoro è descrivere l’attività e le soluzioni di mitigazione individuate nell’ambito dell’emergenza terremoto a favore degli allevatori, quindi validare le scelte intraprese attraverso indicatori sia di attribuzione per le priorità che per la valutazione del benessere e degli aspetti sanitari. . A questo scopo, sono state sviluppati due applicativi web: (1) EMERGENZA 2.0 per la raccolta e l’elaborazione dei dati prodotti nelle varie fasi dell’emergenza. Si tratta di un contenitore unico in cui tutte le informazioni sono generate dalle attività e dagli interventi svolti dalle diverse figure istituzionali per cui è stata utilizzata sia come fonte dati per le valutazioni del post sisma. (2) SAN.BEN.BIO.FARM per la valutazione del benessere animale, sanità, biosicurezza ed uso del farmaco negli allevamenti del cratere.



Introduzione
Le violente sequenze sismiche che hanno colpito l’Italia Centrale nel 2016 hanno interessato una zona dell’Appennino compresa fra quattro Regioni: Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria; in particolare le aree dell'alta valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell'Alto Aterno. Complessivamente, l’area colpita dal sisma ha interessato 140 Comuni, con presenza di oltre 25.000 aziende agricole, di cui 3.405 localizzate in Umbria (14%), 15.297 nelle Marche (61%), 1.870 nel Lazio (7%) e 4.448 in Abruzzo (18%).
L’areale interessato dal sisma è caratterizzato da una forte vocazione agricola e zootecnica. Queste realtà sono parte integrante della cultura e dell’identità della popolazione che vi risiede. Questi settori assumono quindi, in quest'area, un’importanza particolare non soltanto in termini economici ma anche sociali e culturali.
Le caratteristiche territoriali descritte hanno condizionato e contribuito allo sviluppo di una zootecnia di tipo estensivo o semi-estensivo, che oggi è un elemento fondamentale per la tutela ambientale di queste aree, spesso annoverate tra le “marginali” del nostro Paese. Nel dettaglio la zona umbra della Valnerina è caratterizzata dalla presenza di importanti allevamenti ovini e bovini sia a indirizzo produttivo latte che carne. I dati disponibili dimostrano come gli allevamenti presenti, seppur di consistenza ridotta, siano ancora molto numerosi, tanto da assumere notevole rilevanza non solo a livello regionale ma anche, e soprattutto, a livello nazionale. La caratteristica principale del territorio è l’utilizzo dei pascoli e la forte presenza di allevamenti transumanti.

I pascoli sono per lo più di proprietà delle Comunanze Agrarie, enti che ne gestiscono l’uso civico. Gli eventi sismici hanno colpito tutta la filiera agro-zootecnica, in particolare gli allevamenti e ciò ha comportato un’attenta valutazione dei danni per evidenziare i bisogni e definire le priorità di intervento. Gli interventi sono stati realizzati dal nostro Istituto in collaborazione con le altre componenti del CTI (Coordinamento Tecnico Interregionale) istituito dal Ministero della Salute, d’intesa con il Dipartimento della Protezione Civile, con il supporto dei Carabinieri NAS, con le Regioni colpite dal terremoto e principalmente con gli assessorati dell’Agricoltura e gli altri Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) del territorio di competenza.
Il CTI, si colloca nell'ambito delle attività della F2 della Dicomac (Direzione di Comando e Controllo) e gli sono state affidate le operazioni di coordinamento delle emergenze, in stretto rapporto con i servizi territoriali. La scelta delle soluzioni adottate nella prima fase emergenziale è stata definita sulla base delle necessità rilevate e finalizzate ad assicurare i requisiti di benessere e la salute degli animali, oltre che a garantire la sicurezza delle produzioni.

Le soluzioni emergenziali temporanee attribuite sono della tipologia di tensostrutture (tunnel), riservate a bovini e ovi-caprini, soluzioni personalizzate, realizzate in loco per la regione Umbria, da AFOR (Agenzia Forestale Regionale) per garantire il ricovero e la cura nei piccoli allevamenti anche di specie diverse e stalle d’appoggio reperite nel territorio.
Il superamento dell’emergenza, fase successiva e critica, ha fra i suoi obiettivi il ripristino delle normali condizioni di vita; tale fase è molto dipendente da quella di ricostruzione, per cui si caratterizza per una durata temporale molto variabile.
A seguito del censimento, al fine di favorire la continuità operativa e per la mitigazione del danno nel comparto zootecnico, è stata individuata come soluzione prioritaria la realizzazione di strutture sostitutive temporanee delle stalle inagibili.
I criteri adottati sono stati i seguenti:

Materiali e Metodi
La presente ricerca è uno studio descrittivo che ha previsto l’analisi di fattori di benessere e di sanità animale e la valutazione dell’impatto economico in termini di produzioni nelle aziende umbre localizzate nei territori coinvolti dal sisma 2016-2017.
La popolazione target così come le altre informazioni sono state estrapolate dalla piattaforma informatica EMERGENZA 2.0. Un panel di esperti è stato selezionato per l’individuazione dei parametri necessari alle valutazioni. Attraverso un’Expert opinion somministrata al Panel, è stato attribuito un peso a ogni misura. Gli indicatori individuati sono stati misurati nelle aziende delocalizzate.
Per meglio definire tale punto, in una prima fase, si è preso in considerazione tutto il comparto zootecnico e analizzate tutte le aziende del territorio interessato dal sisma (il cosiddetto cratere) sia per contiguità geografica sia per omogeneità di tecniche di allevamento ma anche per avere un quadro di visione più ampio.

Analisi del contesto zootecnico del Cratere

BOVINI:
Complessivamente nel territorio dei comuni compresi nell'area del cratere, erano presenti 4.373 allevamenti bovini, di cui l’indirizzo produttivo “carne” è il più diffuso (per circa l’89%), mentre la numerosità media dei capi si attestava su consistenze relativamente contenute, pari o inferiori a 20. L’indirizzo produttivo “carne” è presumibilmente riconducibile alla “linea VaccaVitello”, dove essenzialmente si fa riferimento alla presenza di vacche nutrici per la produzione e lo svezzamento dei vitelli, destinati in parte alla rimonta interna o portati a peso di macellazione nello stesso allevamento di origine e in parte, verso allevamenti specializzati, esclusivamente, per l’ingrasso.
I bovini sono allevati secondo un modello semi-estensivo (o semi-brado) che prevede un allevamento di tipo confinato nei mesi autunnali/invernali e il pascolo/alpeggio nei mesi primaverili/estivi. Nell’areale appenninico le razze principalmente destinate alla linea vacca-vitello sono la Chianina, la Marchigiana e, nel Lazio, anche la Maremmana. Queste razze autoctone oltre ad adattarsi bene al territorio e al tipo di allevamento, sono dotate di straordinaria rusticità e resistenza, che le rendono ottime pascolatrici anche in ambienti difficilmente accessibili ad altri animali. Caratteristica unica di queste razze è di presentare alla nascita un mantello rosso fromentino che con l’avvicinarsi dell’età adulta diventa bianco candido per Chianina e Marchigiana e grigio per la Maremmana.
Uno sviluppo fisico imponente consente alle vacche fattrici di affrontare parti spontanei e cure parentali all’aperto anche in condizioni climatiche avverse con estrema facilità. La particolare rilevanza dell’allevamento bovino da carne in quest’area è legata a prodotti locali riconosciuti come l’IGP attribuito al vitellone bianco dell’Appennino Centrale. L’allevamento bovino da latte rappresenta invece una quota meno significativa, pari al 7% circa della totalità degli allevamenti, ed è uniformemente distribuito nell’area del cratere delle quattro regioni. La numerosità dei capi allevati nelle singole aziende, si attesta su numeri molto bassi (meno di 20 capi).
Gli animali sono tenuti in regime stallino confinato per l’intero arco dell’anno. Gli allevamenti sono principalmente a conduzione familiare e in alcuni casi sono assunti operai specializzati per la mungitura.

La realtà zootecnica è basata su schemi tradizionali, con allevamenti che spesso hanno adattato strutture preesistenti a nuove esigenze, quindi non sempre perfettamente rispondenti alle necessità produttive. La situazione sanitaria della popolazione bovina del territorio disegna un quadro nel quale le principali problematiche sanitarie sono riconducibili a mortalità nei giovani animali, turbe riproduttive (ipofertilità e aborti), quadri respiratori a eziologia multipla e malattie a evoluzione cronica.
Riguardo alla mortalità dei vitelli, l’incidenza può essere elevata e le cause sono spesso riferibili soprattutto a forme enteriche e respiratorie che colpiscono gli animali nei primi mesi di vita. L’ipofertilità delle mandrie è da ricondurre a cause multifattoriali, dalle infettive ai regimi alimentari insoddisfacenti. I principali agenti infettivi in grado di influenzare la sfera riproduttiva, generalmente diffusi, risultano essere Rinotracheite Infettiva (BoHV1) Diarrea virale (BVD-MD), BoHV4 e Neosporosi.
Questo comporta una perdita per la mancata produzione di animali destinati all’ingrasso, ma soprattutto di soggetti destinati alla rimonta. Un commento finale va riservato alla Paratubercolosi, un problema emergente che va oltre la semplice patologia animale e che comporta danni economici di assoluto rilievo legati alla progressiva debilitazione degli animali fino alla morte.

OVINI e CAPRINI:
Gli allevamenti ovini e caprini erano complessivamente 3.584 e 1230. La “produzione da autoconsumo” (pari al 19%) assume un significato importante e risulta particolarmente diffusa nel territorio laziale. Le caratteristiche territoriali influenzano anche per questa specie la tipologia di allevamento, tendenzialmente improntato all’utilizzo del pascolo. La tradizione pastorale ha dato origine nel tempo a un allevamento molto integrato con il territorio, basato sulla transumanza: la regolare migrazione dai pascoli primaverili/estivi in montagna a quelli autunnali/invernali in pianura, fino ad arrivare a un regime prettamente stallino semi-confinato in cui gli ovini sono mantenuti al pascolo durante le ore diurne e in stalla durante le ore notturne. Le razze ovine autoctone allevate in questi territori sono Sopravvissana e Appenninica, razze rustiche e a duplice attitudine che ben si adattano a questo allevamento caratteristico. Numerosa è comunque

la presenza di altre razze, sia nazionali (come la Sarda e la Comisana) che di derivazione estera (come la Lacoune) presenti soprattutto negli allevamenti da latte. Particolarmente consistente è il numero dei meticci, testimonianza di una predilezione per questi soggetti considerati facilmente adattabili alle caratteristiche dei pascoli locali.
Anche l’allevamento ovino si caratterizza per un livello elevato di qualità delle produzioni, riconosciute da certificazioni come il marchio IGP per l’agnello dell’Italia centrale. Gli allevamenti caprini hanno un orientamento produttivo “latte”. Le razze maggiormente utilizzate sono la Camosciata e la Saanen, oltre ad una cospicua presenza di meticci di derivazione locale. In generale va rimarcata, per il settore produttivo latte ovino e caprino, la diffusa presenza di caseifici aziendali utilizzati per la trasformazione del latte e la vendita diretta dei prodotti.
Come per la popolazione bovina, vista l’affinità della tipologia di allevamento, le maggiori problematiche sanitarie sono riconducibili principalmente alla mortalità degli agnelli e dei capretti, ad aborti, a parassitosi e a forme virali che colpiscono nello specifico queste specie. La mortalità perinatale è generalmente ascrivibile a malattie enteriche e respiratorie, mentre le principali cause di aborto e mortalità neonatale sono riconducibili a patologie multifattoriali e conseguenza di agenti infettivi quali Salmonella abortus ovis, Chlamydia abortus, Coxiella burnetii, Toxoplasma gondii e la Border disease. Notevole importanza risultano avere anche le lentivirosi dei piccoli ruminanti che colpiscono sia gli ovini sia i caprini determinando quadri clinici diversi che vanno da forme nervose a forme respiratorie a patologie della mammella.
Altro aspetto sanitario importante è rappresentato dalle parassitosi direttamente collegate a un utilizzo a volte irrazionale dei pascoli che mantengono nel tempo elevate cariche parassitarie, tali da rendere difficile la gestione sanitaria delle greggi.

SUINI:
Nel cratere erano registrati 9651 allevamenti suini, dei quali una larghissima percentuale (91%) è di tipo familiare, a dimostrazione della diffusa presenza in queste aree, ancora, di un tipo di allevamento legato alla tradizione del centro Italia.
Erano comunque presenti anche 855 allevamenti di tipo industriale (pari al 9%). L’allevamento familiare, tipico di queste zone, è caratterizzato da animali che vivono per la maggior parte confinati e in strutture spesso non edificate allo scopo. Gli allevamenti di tipo industriale utilizzano tecniche di allevamento intensive in ambiente confinato.
Come per le altre specie zootecniche, le caratteristiche territoriali dell’area, in particolare la ricchezza di aree boschive, hanno anche favorito lo sviluppo di realtà in cui è presente un allevamento di tipo brado. Alcune delle zone interessate hanno valorizzato la produzione locale di prosciutti e insaccati al punto da raggiungere la certificazione di IGP come ad esempio il Prosciutto di Norcia, il Ciauscolo Marchigiano, il Prosciutto Amatriciano oppure hanno ottenuto l’indicazione di prodotto tipico come il Guanciale di Amatrice.
La situazione sanitaria negli allevamenti suini soprattutto di tipo industriale è fortemente condizionata dal management e dalle strutture. Al momento la principale patologia infettiva è la sindrome riproduttiva e respiratoria del suino (Porcine Respiratory and Reproductive Syndrome o PRRS). Le sue manifestazioni si sono differenziate per il progressivo aumento del numero di varianti e per la loro diffusione nei sistemi suinicoli. Nella forma riproduttiva, il problema principale è la riduzione del numero di nati e della loro vitalità, mentre in quelle respiratorie e di complicanza le manifestazioni più frequenti sono la mortalità, l’alterato indice di conversione, la riduzione dell’incremento ponderale giornaliero e la minor qualità delle carcasse.
Le principali cause di mortalità nei giovani sono, anche in questo caso, connesse alle strutture e ascrivibili per lo più a forme enteriche o respiratorie.

EQUIDI:
Erano 4569 gli allevamenti di equidi dei quali il 92% di cavalli, 6%asini e 2% muli. Gli equini presenti sono per il 73% destinati a fini sportivi o turistici. L’indirizzo produttivo carne conta circa il 12% di allevamenti.
Il cavallo a uso sportivo nel territorio è detenuto in strutture dedicate, quali scuderie, con accesso a paddock esterni variabili nel numero e nelle dimensioni, ma comunque sempre ubicati nell’area circostante la struttura principale. I capi allevati per la produzione di carne possono essere allevati allo stato brado, tecnica di allevamento maggiormente diffusa, in linea con la fisionomia del territorio oppure allo stato semibrado, con la possibilità di ricovero confinato durante i mesi invernali.
Le razze da carne sono prevalentemente razze autoctone legate ad areali più o meno estesi come il TPR (Tiro Pesante Rapido) diffuso in tutto il centro Italia, o il cavallo del Catria, legato al territorio appenninico umbro-marchigiano o ancora il cavallo Maremmano particolarmente presente nel territorio laziale.
In analogia a quanto visto per i bovini e gli ovicaprini, anche nell’allevamento degli equidi destinati alla produzione di carne, si fa ricorso all’utilizzo del pascolo con tutte le problematiche interconnesse già evidenziate per le altre specie. E’ doveroso sottolineare la particolare suscettibilità di questa specie a patologie quali il tetano e alle parassitosi, non solo del tratto gastro-enterico ma soprattutto le emoparassitosi

Censimento delle stalle inagibili classificate per specie, indirizzo produttivo, consistenza dei capi al fine di definire gli interventi per la mitigazione dei danni subiti
Per la pianificazione delle attività da svolgere presso gli allevamenti (ispezioni, raccolta dati, censimento dei capi) è stata impiegata la BDN come fonte dati. E’ stata quindi realizzata una scheda rilievo danni ad hoc.
Tutte le informazioni raccolte nel corso delle attività sono state caricate in EMERGENZA 2.0.

Valutazione danni da sisma nel cretere
Per delineare un quadro il più possibile oggettivo e, per quanto possibile, esaustivo dei danni causati dal sisma nei Comuni del cratere, è stata presa in considerazione una molteplice serie di dati, disponibili all'interno dell’applicazione web Emergenza 2.0:
Individuazione e validazione dei parametri per la costruzione di indicatori di attribuzione di strutture sostitutive in grado di definire le priorità
L’ esigenza è stata quella di individuare un sistema in grado di redigere una graduatoria di allevamenti per l’assegnazione di soluzioni temporanee destinate al ricovero di animali nella fase post-emergenziale.
Per assegnare un punteggio ai vari allevamenti sono stati individuati 6 parametri (item):
Utilizzando la tecnica Delphi, sono stati individuati i parametri che concorrono, in maniera congiunta, alla determinazione della priorità di assegnazione.
Questa tecnica è basata su un metodo iterativo che prevede più fasi successive di raccolta dati e coinvolge un panel di esperti, di cui si garantisce l'anonimato, per evitare situazioni indesiderate. Garantendo l'anonimato ai singoli partecipanti, si è permesso ai rispondenti di esprimere liberamente una opinione. Nel setting adottato, gli intervistati non sono stati fisicamente presenti, ma hanno interagito a distanza per mezzo di un intervistatore.
Questo ha raccolto e condiviso le informazioni tra i partecipanti attraverso questionari intervallati da momenti di verifica delle opinioni emerse. A conclusione dei diversi rounds si è raggiunta la convergenza nelle opinioni che è stata assunta come previsione del nostro Delphi.

Individuazione e validazione dei parametri per la costruzione di check-list per la valutazione del benessere all’interno delle soluzioni emergenziali

La costruzione di indicatori sanitari e di benessere animale in aziende coinvolte dal sisma ha previsto un panel di esperti che ha elaborato la check-list utilizzata successivamente per la raccolta dati. Tale check-list contiene informazioni utili per l’inquadramento dell’allevamento nelle quattro macro aree di riferimento (Sanità-Benessere-Biosicurezza-Farmaco):
Le check-list costruite per i diversi indirizzi produttivi sono le seguenti:
La misurazione degli indicatori (Item) attraverso una Expert opinion somministrata al Panel di esperti ha permesso l’attribuzione di un peso a ogni misura. La validazione degli indicatori per ciascuna macro area si è resa necessaria per la categorizzazione degli allevamento oggetto di valutazione.

Ogni Check-list è costituita da più item ognuno identificato univocamente con un numero progressivo.

Per la valutazione sanitaria abbiamo utilizzato i dati del progetto Re.Agire finanziato da Zoetis; che prevedeva diverse iniziative a supporto degli allevatori del cratere i cui allevamenti avevano subito danni. Sono stati effettuati le valutazione secondo la tabella 1:

Tabella 1. Valutazione sanitaria
Table 1. Health assessment


Risultati

SOLUZIONI EMERGENZIALI ATTRIBUITE NEL CRATERE PER LA REGIONE UMBRIA
Le soluzioni attribuite sono visibili nella tabella sottostante sono state assegnate secondo i criteri definiti dal metodo Delphi (Tabella 2, Fonte dati: EMERGENZA 2.0):

Tabella 2. Soluzioni emergenziali attribuite - cratere Umbria
Table 2. Emergency solutions assigned - Umbria crater


VALUTAZIONE DANNI DA SISMA SULLE PRODUZIONI
Un parametro preso in considerazione per valutare gli effetti del sisma è la mortalità negli allevamenti nelle aree del cratere. La mortalità può essere assunta a parametro di riferimento diretto dei danni causati da un evento sismico della portata di quello registrato in centro Italia.
Le cause della perdita di animali possono essere ascrivibili a conseguenze dirette (crolli, traumi, ecc.) o indirette (mancato approvvigionamento alimentare, stress, insorgenza di patologie condizionate, mancata cura, ecc.). Di seguito sono riportati i dati relativi all’andamento della mortalità animale registrata nelle aziende bovine e bufaline, desumibili dall’anagrafe zootecnia nazionale, nel periodo del sisma e nei mesi immediatamente successivi, confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Si può ipotizzare da questi dati preliminari che il “picco” di decessi in stalla possa essere condizionato, almeno in parte, dalla situazione post sismica, e sia stato verosimilmente acuito dalle particolari condizioni climatiche che si sono verificate nel periodo dicembre 2016 – febbraio 2017. (Figura 1).

Figura 1– Numero di capi bovini morti in azienda per mese da marzo 2015 a marzo 2017 distinti per Regione
Figura 1. Numero di capi bovini morti in azienda per mese da marzo 2015 a marzo 2017 distinti per Regione
Figure 1. Number of dead cattle on the farm per month - from March 2015 to March 2017 distinguished by Region


Altro elemento significativo per valutare l’impatto del sisma sulla zootecnia di queste aree è dato dal numero di allevamenti che sono stati chiusi nel periodo immediatamente successivo all’evento.
Analizzando i dati relativi al numero degli allevamenti bovini chiusi nel periodo post sisma (25 agosto 2016 - 31 marzo 2017) rispetto a quelli chiusi nello stesso periodo dell’anno precedente (25 agosto 2015 - 31 marzo 2016). La distribuzione del dato mostra che nel periodo successivo al sisma le chiusure degli allevamenti bovini sono risultate inferiori rispetto all’anno precedente.

Tabella 3. Numero di allevamenti chiusi nel periodo pre-sisma (25 agosto 2015 - 31 marzo 2016) e post sisma  (25 agosto 2016 - 31 marzo 2017
Table 3. Number of farms closed in the pre-earthquake period (25 August 2015 - 31 March 2016)
and post earthquake (25 August 2016 - 31 March 2017)
[fonte BDN]


Anche la vendita di animali, siano essi destinati alla macellazione, a stalle di sosta o ad altri allevamenti è stata considerata come indicatore per la valutazione dell’impatto da sisma. Nello specifico è stata fatta una valutazione delle movimentazioni dei capi bovini di età ≥ a 24 mesi, considerando un periodo di 12 mesi a partire dal giorno successivo al sisma del 24 agosto 2016 (25 agosto 2016 al 24 agosto 2017).
Il numero di movimentazioni complessive nel periodo considerato nell’area del cratere come riportato in Figura 2, è risultato essere 7.256.
Il grafico sottostante sembra mostrare come nei periodi successivi al sisma, si sia osservata una progressiva contrazione delle uscite di capi con età ≥ 24 mesi.

Figura 2. Numero delle movimentazioni dei capi, distribuiti per motivo di uscita e per trimestre post sisma
Figura 2. Numero delle movimentazioni dei capi, distribuiti per motivo di uscita e per trimestre post sisma
Figure 2. Number of animals movements, distributed by: reason for leaving and trimester after earthquake


Per quanto attiene l’impatto del sisma sulle produzioni zootecniche, sono stati presi in considerazione i dati relativi ai conferimenti di latte verso i due principali caseifici locali. In particolare sono stati analizzati i dati relativi a 135 allevamenti di bovini da latte compresi nell’area del cratere.
Il campione può essere considerato rappresentativo, tenuto conto della consistenza contenuta di allevamenti di bovini da latte nell’area.

Figura 3. Andamento mensile dei conferimenti di latte da 135 allevamenti nell'area del cratere (in Q.li)
Figura 3. Andamento mensile dei conferimenti di latte da 135 allevamenti nell’area del cratere (in Q.li)
Figure 3. Monthly trend of milk deliveries from 135 farms in the crater area (expressed in Q.le)


Tutti i dati raccolti con le check-list sono stati inseriti nella piattaforma informatica SAN.BEN.BIO.FARM., un’applicazione web dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche.
Gli allevamenti del cratere sono stati categorizzati in base alle quattro macroaree di interesse considerate: Aspetti Sanitari, Benessere, Biosicurezza, Uso del farmaco.
L’insieme dei dati alimenta il sistema che permette la visualizzazione attraverso dashboards del livello raggiunto in percentuale rispetto allo standard predefinito.

Figura 4. Esempio di dashboard: ovini da latte
Figura 4. Esempio di dashboard: ovini da latte
Figure 4. Dashboard example: dairy sheep


Figura 5. Esempio di dashboard: bovini da latte
Figura 5. Esempio di dashboard: bovini da latte
Figure 5. Dashboard example: Dairy Cattle


Figura 6a. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: aspetti sanitari
Figura 6a. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: aspetti sanitari
Figure 6a. Detail example for macro areas in dairy cattle: health aspects


Figura 6b. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: benessere
Figura 6b. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: benessere
Figure 6b. Detail example for macro areas in dairy cattle: welfare


Figura 6c. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: biosicurezza
Figura 6c. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: biosicurezza
Figure 6c. Detail example for macro areas in dairy cattle: biosecurity


Figura 6d. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: uso del farmaco
Figura 6d. Esempio di dettaglio per macro aree in bovini da latte: uso del farmaco
Figure 6d. Detail example for macro areas in dairy cattle: use of the drug


VALUTAZIONE IMPATTO ECONOMICO DELLE TENSOSTRUTTURE

Tabella 4. Costi  medi per singolo  tunnel
Table 4. Average costs for each tunnel


Conclusioni
Gli eventi sismici hanno spesso conseguenze pesanti sul settore zootecnico nelle aree colpite, sia in termini di danni diretti (lesioni alle strutture e morte di animali) sia indiretti (aumento delle patologie condizionate, calo della produzione, riduzione delle possibilità di trasformazione e commercializzazione dei prodotti, ecc.).
Complessivamente i dati a oggi disponibili evidenziano come, nonostante il drammatico evento sismico, gli andamenti produttivi valutati nel periodo immediatamente successivo, non abbiano presentato sostanziali variazioni rispetto ai periodi di riferimento presi in considerazione. A questo risultato possono aver contribuito una serie di fattori, come la rusticità delle razze allevate, le caratteristiche della tipologia di allevamento e le azioni di mitigazione messe in campo dagli attori coinvolti direttamente nell’emergenza.
In particolare, l’allestimento di soluzioni temporanee (tensostrutture ricovero per animali e soluzioni abitative per gli allevatori) ha permesso di arginare i danni a carico del settore primario zootecnico.
Valutazioni più accurate su eventuali variazioni in termini di produzioni e quantificazione dei danni, e le eventuali ripercussioni sull’attività potranno essere effettuate monitorando gli stessi allevamenti nel lungo periodo in considerazione anche di quelle che saranno le scelte di ricostruzione e di supporto al settore.


Bibliografia

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OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 129/2021 di SPVet.it




Biasini et al., 2021 - Emergenze non epidemiche: individuazione di indicatori di attribuzione per le soluzioni emergenziali e per la valutazione degli aspetti sanitari e del benessere negli allevamenti umbri colpiti dal sisma (SPVet.it 129/2021)
Biasini et al., 2021 - Emergenze non epidemiche: individuazione di indicatori di attribuzione per le soluzioni emergenziali
e per la valutazione degli aspetti sanitari e del benessere negli allevamenti umbri colpiti dal sisma (SPVet.it 129/2021)



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