Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 95, Aprile 2016 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
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Intervista a Monica di Sisto: Tre domande sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP)
An interview with Monica di Sisto: Three questions on the Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP)


Raoul Ciappelloni



Abstract. Monica Di Sisto is a university professor, journalist and vice president of Fairwatch, an organization that operates in the fields of climate change and international trade. In this interview with SPVet, she speaks about the consequences of the Transatlantic Trade and Investment Partnership Treaty, on the food sphere for European countries. Labeling of products, harmonization of food safety procedures, environmental regulations, may fall within the sphere of action of the Treaty. The global consequences for citizens, business enterprises and governments of european Countries, are still unclear.

Riassunto. Monica Di Sisto è docente universitaria, giornalista e vicepresidente dell’Associazione Fairwatch, organizzazione che opera nel settore del clima e del commercio internazionale. In questa intervista a SPVet.it, parla delle possibili conseguenze del trattato sul piano alimentare per i Paesi europei. Etichettatura dei prodotti, armonizzazione delle procedure di sicurezza alimentare, normative ambientali, potrebbero rientrare nella sfera di azione del trattato. Le conseguenze per i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni dei Paesi europei, sono ancora poco chiare.


Monica Di Sisto  - https://www.youtube.com/watch?v=WdNDW_7nAyk


Intervista
In relazione alla iniziativa del 27 Febbraio 2016 "TTIP - Verso-la-manifestazione-nazionale", una giornata di animazione culturale sui trattati di libero scambio (in quattro assemblee macroregionali: Torino, Padova, Roma e Bari), intervistiamo la Dottoressa Monica Di Sisto. A lei, come personaggio di spicco del movimento italiano di critica al Transatlantic Trade and Investment Partnership, chiediamo di illustrare le possibili conseguenze in ambito agro-alimentare di questo accordo internazionale, ancora in itinere.
Prima però vorremmo avere una breve presentazione per i nostri lettori. Chi è Monica Di Sisto e di cosa si sta occupando?

[MDS] Sono una giornalista e mi occupo, in particolare, del mondo dell'economia solidale e della cooperazione. Circa 10 anni fa, insieme ad altri esperti, abbiamo dato vita all'osservatorio italiano sulla giustizia commerciale e climatica Fairwatch (http://www.citizensforeurope.eu/organisation/fairwatch), per monitorare i negoziati europei e multilaterali e la loro coerenza con un'idea, condivisa dalla società civile globale, di un futuro migliore per tutti.
Per questo, quando i negoziati CETA (Comprehensive Trade and Economic Agreement) e TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) sono stati lanciati, abbiamo partecipato a un primo incontro europeo con associazioni e sindacati, preoccupati per l'impatto di queste iniziative, replicando l'incontro da noi con un primo nucleo di associazioni e sindacati italiani attivi su questi temi. Dopo un anno dal lancio della Campagna Stop TTIP (www.stop-ttip-italia.net) eravamo oltre cento organizzazioni aderenti ed una quindicina di comitati locali attivi per l'Italia. Oggi, dopo quasi due anni, contiamo oltre trecento organizzazioni che sostengono la campagna italiana e più di cinquanta comitati attivi dal nord al sud e le isole. Soprattutto, mettendo insieme le nostre competenze, a livello nazionale ed europeo, siamo riusciti a produrre un'analisi molto chiara e dettagliata sul perché questo approccio al commercio vada assolutamente cambiato.


Tre domande sul Trattato TTIP.

[SPVet] Per quanto è attualmente dato sapere, il Transatlantic Trade and Investment Partnership potrebbe avere effetti imprevedibili sulle modalità di (produzione), presentazione e vendita degli alimenti nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO), come dei piccoli esercizi di vendita (gastronomie, macellerie, ortofrutta) Cosa possiamo aspettarci ?

[MDS] In realtà questo trattato asseconda le velleità della Grande Distribuzione Organizzata, di vedere tutta la biodiversità produttiva, alimentare e non, asservita alla struttura commerciale. Si consideri che l'80% dei presunti benefici del Trattato, rappresentati da un aumento dello 0,5% del Prodotto Interno Lordo (spalmato in 10 anni su una base di calcolo stimata nel 2013, quindi abbastanza evanescente) arriverebbe dall'appiattimento delle regole e degli standard produttivi e di distribuzioni sui livelli meno problematici per il commercio transatlantico. E quali sono le regole che danno più "fastidio" agli scambi tra noi e quello che, già da oggi, è il nostro principale partner commerciale cioè gli USA ? Presumibilmente il principio di precauzione, le misure di sicurezza alimentare, l'etichettatura dei prodotti, i curricula professionali, normative ambientali come riduzione dei rifiuti e delle emissioni, la sicurezza del settore chimico, gli appalti, il welfare, le restrizioni all'utilizzo di pesticidi e conservanti, le limitazioni ai derivati finanziari, addirittura le carte dei servizi pubblici e la contrattazione collettiva(1). Anche se non fossero esplicitamente messe in discussione nel testo del TTIP, rischierebbero di essere successivamente contestate. Un nuovo Organismo transatlantico per la cooperazione regolatoria, creato dal TTIP e partecipato dalla Commissione europea e dal ministero al commercio degli Stati Uniti in esclusiva, deciderebbe in autonomia se queste regole fossero da conservare o da cambiare e in che modo. Le sue decisioni avrebbero la forza di una direttiva. Il Parlamento europeo sarebbe completamente esautorato, altrettanto il livello nazionale e le autority dedicate, se non considerate utili o convocate dall'Organismo stesso, su segnalazione delle parti(2) (oltretutto non ci sarebbe alcun obbligo di rispettare le loro eventuali indicazioni). Eurocoop, la federazione che collega a livello europeo la GDO delle cooperative di consumatori, ha espresso preoccupazione per l'impossibilità di garantire, con il TTIP, il livello di sicurezza e dei prodotti e di sicurezza dei cittadini che essi si impegnano abitualmente a rispettare(3). Anche il Consorzio del Chianti(4) si è dichiarato di recente preoccupato degli effetti dei TTIP su una produzione che è un'eccellenza produttiva per l'Italia. Ci sembra che la loro sia una voce importante da far conoscere e da ascoltare.

[SPVet] Una questione di particolare importanza è il possibile peggioramento delle condizioni di Sicurezza Alimentare, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di origine animale. Ci sono iniziative specifiche (in Italia o all'estero) in questo settore? Quali sono le Istituzioni scientifiche italiane di riferimento per le vostre attività informative ?

[MDS] Il Trattato ha uno specifico capitolo che si occupa di Misure non tariffarie e uno che si occupa di Misure sanitarie e fitosanitarie. E' nella filosofia del TTIP considerarle esclusivamente come possibili restrizioni al commercio, non come protezioni rispetto a diritti acquisiti o caratteristiche di qualità. Come associazione abbiamo analizzato due specifici rapporti elaborati nel merito dall'agenzia Usa per l'agricoltura(5) che chiariscono numeri alla mano che sono il bando agli OGM, alla ractopamina, agli ormoni che disturbano il sistema endocrino, alle carcasse animali lavate con il cloro, i principali ostacoli commerciali all'ingresso nel mercato europeo che si vorrebbero superare con il TTIP. Questa preoccupazione c'è ed è chiaramente condivisa, anche in base a quanto ho spiegato in precedenza, con molte organizzazioni di produttori, enti locali. Slow Food ne ha parlato, preoccupazioni sono state espresse da Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti, dalla Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, da ultimo anche da Federalimentare. Non c'è troppo da speculare: alcune possibili conseguenze sono chiare nelle bozze di testo che è stato possibile "strappare" alla segretezza che il Trattato impone. Abbiamo cercato di sollevare la questione a livello di authority nazionali e di istituti di ricerca, avviando un dialogo riservato con gli esperti di alcuni Ministeri competenti che condividono le nostre preoccupazioni, ma a parte alcune iniziative e posizioni di Slow Food, Cia e Coldiretti per il settore agricolo, dei Medici per l'ambiente, dell'Osservatorio sulla salute globale e di altre associazioni e agenzie del territorio, in Italia non abbiamo trovato molti riscontri pubblici mentre a livello europeo il dibattito è molto più vivace. E' chiaro che la segretezza dei testi negoziali non aiuta, ma già dal poco che è stato rivelato siamo preoccupati. L'European Public Health Alliance, ad esempio, reputatissima realtà europea, sta guidando una coalizione su questo specifico tema. Di recente ci è stato fornito, in visione, un articolo di Roberto De Vogli e Noemi Renzetti , docenti di salute pubblica, che uscirà prossimamente su Epidemiologia e Prevenzione, rivista ufficiale dell'Associazione Italiana di Epidemiologia e che comincia a "mettere dei paletti" molto importanti sull'impatto sistemico del TTIP sul diritto fondamentale dell'informazione. Riteniamo che sia un ottimo spunto per far partire un dibattito scientifico più ampio ed informato anche in Italia.

[SPVet] Una possibile conseguenza del Trattato TTIP, riguarda la diminuzione della libertà dell'informazione collegata all'interscambio commerciale. Ritiene che si potrebbe verificare una maggiore difficoltà di informare i consumatori ed i professionisti sull'origine e la composizione dei prodotti alimentari ? Se si perché?

[MDS] Più che dell'informazione sui flussi, direi che sarebbe a rischio la possibilità di governarli a pieno titolo democratico da parte persino del parlamento europeo. Innanzitutto, rispetto alle Denominazioni di Origine anche all'interno dell'Europa chi ne sostiene la massima trasparenza è da molti anni osteggiato da coloro che le ritengono un costo puro, soprattutto per le filiere più complesse, piuttosto che un diritto per i consumatori. Tutti i tentativi fatti fino ad oggi in parlamento europeo per renderle più stringenti è fallito. Figuriamoci che vita possa avere questo principio in un contesto, quello normativo del TTIP, in cui al primo comma di ogni capitolo del testo del trattato ci si pone, come obiettivo principale di quanto si afferma ai commi successivi, la facilitazione commerciale. Il TTIP, poi, andrebbe a creare un organismo transatlantico, partecipato dalla Commissione e dal Ministro Usa al Commercio, che sovraintenderebbe al buon funzionamento del trattato, intervenendo per cambiarne il testo in assoluta autonomia allo scopo di farlo funzionare con più efficienza. Queste modifiche non dovrebbero essere vagliate dal Parlamento europeo o dal Congresso, e verrebbero assunte con "adeguata riservatezza" fino alla loro trasmissione al livello regolatorio appropriato, che ne dovrebbe applicare le previsioni senza emendamenti o repliche. Da cittadina io lo trovo non democratico, da parlamentare o da sindaco, da presidente di regione, lo troverei lesivo delle mie prerogative costituzionali. Per questo come campagna abbiamo lanciato un'azione "Fuori il TTIP dalla mia città" che chiede ai cittadini di spingere i propri amministratori a dichiarare i loro territori #fuoriTTIP (http://www.progressi.org/fuorittip), abbiamo chiesto un incontro alla presidente della Camera Laura Boldrini alla quale abbiamo chiesto di vigilare e di darci maggiori informazioni proprio sulle possibili limitazioni alle libertà costituzionali provocate dal TTIP e nella tarda primavera lanceremo una nuova mobilitazione nazionale. Non ci fermeremo fino a che non ci dimostreranno, carte alla mano, che abbiamo torto.


NOTE

1 European Commission, 2013, Commission staff working document: Impact assessment Report on the future of EU US trade relations, Strasbourg, 12 March 2013 SWD(2013) 68 final e anche: (https://stopttipitalia.files.wordpress.com/2014/02/ttip_agri-fairwatch.pdf)

2 Ronan O'Brien, regulatory cooperation at the core of TTIP and its likely consequences, 2014 per parte europea e CIEL, Preempting public interests, 2015 sull'impatto sugli USA.

3 Chiara Tomalino - My Big Concern for food & farming from an EU-US trade deal (http://s.coop/1u8pw)

4 TTIP: Liberatore (Chianti Classico), non molto fiducioso (http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/prodotti_tipici/2016/02/12/ttip-liberatore-chianti-classico-non-molto-fiducioso_b0a29ce6-7bc4-4026-a660-9860fdfa3afa.html)

5 Monica Di Sisto. Il fattore "C": rischi e opportunità nel TTIP per il settore agroalimentare europeo (https://stopttipitalia.files.wordpress.com/2016/01/agroalimentare-il-fattore-c.pdf)





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Intervista a Monica di Sisto: Tre domande sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) by Ciappelloni R., 2016 is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
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