Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 99, Dicembre 2016 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
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Il controllo delle contaminazione chimiche delle aree di produzione dei molluschi bivalvi nella Regione Marche tramite l'analisi del rischio
Chemical contamination Control of bivalve mollusc production areas in the Marche Region (Italy) through risk analysis

Sara Novelli, Francesca Barchiesi, Cristina Canonico, Valentina Gentili, Mario Latini


Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche - Centro di Referenza Nazionale per il controllo Microbiologico e Chimico dei Molluschi Bivalvi Vivi (CEREM)



Abstract. The purpose of this paper is to set out an initial assessment of the chemical contamination risk, through an inventory of pollution sources in the coastal area of Marche Region (Italy). The impact of chemical contamination of bivalve mollusc production areas has been achieved through geolocation and environmental analysis tools. With these tools, the magnitude of the risk, with a significant reduction in the number of areas to be sampled, has been identified. This without neglecting emissions that may pose a risk to the consumer. In this way, an efficient and less costly organization of controls, has been proposed. In the sixty-seven places classified for the production of clams, it has been possible to reduce the overall area to be controlled for IPA, PCB, Cd and Hg polluttants. The use of maps has proven to be convenient, facilitating the work of the control authority and should be increasingly implemented.

Riassunto. Il presente lavoro ha lo scopo di effettuare una prima valutazione del rischio di contaminazione chimica tramite un inventario delle fonti di inquinamento presenti nella Regione Marche. L'impatto della contaminazione chimica delle zone di produzione dei molluschi bivalvi è stata effettuata grazie agli strumenti di geolocalizzazione ed analisi ambientale. Grazie a questi strumenti è stata individuata l'entità del rischio con una significativa riduzione del numero delle aree da campionare, senza tralasciare emissioni che possono rappresentare un rischio per il consumatore. In tal modo è stata proposto un modello di organizzazione dei controlli più efficiente e meno onerosa. Nelle sessantasette aree classificate per la produzione di vongole, è stato possibile diminuire le aree da controllare per gli IPA, PCB, Cd e Hg. L'uso delle mappe si è dimostrato conveniente, agevolando il lavoro dell'autorità di controllo e dovrebbe essere sempre più implementato.



Introduzione
I molluschi bivalvi sono animali "filtratori" che concentrano gli agenti inquinanti ad un livello superiore rispetto a quello dell'ambiente circostante. Se le attività antropiche o l'ambiente naturale provocano contaminazione delle acque, il consumatore di molluschi bivalvi può essere soggetto ad un potenziale pericolo di salute.
I regolamenti comunitari prevedono, per i molluschi bivalvi vivi, un monitoraggio per tenere sotto controllo i tenori di contaminanti chimici, biotossicologici e microbiologici. Inoltre, come dettato dal Reg. CE n. 854/04, il monitoraggio per i parametri microbiologici deve essere eseguito solo a seguito di una adeguata sorveglianza sanitaria che indichi i luoghi più rappresentativi in cui eseguire i campionamenti.
Ciò non è invece ancora previsto per i diversi contaminanti chimici, per cui attualmente i piani di campionamento per le analisi chimiche sui molluschi bivalvi non seguono a pieno una corretta valutazione del rischio.

Scopo del presente lavoro è quello di effettuare una prima valutazione del rischio di contaminazione chimica tramite un inventario delle fonti di inquinamento presenti nella regione Marche, per poi poter stabilire i punti di campionamento che ricadono nelle aree maggiormente impattate da tali fonti. Si avranno quindi dei punti di campionamento rappresentativi di più zone di produzione dei molluschi bivalvi così da poter ottimizzare costi e risorse per il controllo.

Materiali e metodi

a) Individuazione delle principali caratteristiche ambientali legate alla contaminazione chimica delle coeste della Regione Marche

Caratteristiche del contesto
L'estensione del litorale della Regione Marche, escludendo i tratti di costa alta e rocciosa (della lunghezza complessiva di circa 33 km) e quelli occupati dalle infrastrutture fisse portuali (quasi 9 km, di cui quasi 3 km su costa alta), rimangono circa 133 km, pari ad oltre il 77% del totale, di spiaggia o costa bassa (Fabi et al., 2003; Provincia di Ancona 2004) adatti alla raccolta della Chamelea gallina (vongola) e alla mitilicoltura.

Tipo di sabbie
L'antropizzazione della costa marchigiana ha portato ad un incremento di concentrazione degli inquinanti e dei nutrienti negli strati più superficiali dei sedimenti marini, cioè nei primi centimetri che sono a contatto con la massa d'acqua e quindi con i molluschi. Infatti, oltre a svolgere una funzione di serbatoio, i sedimenti sono considerati una potenziale sorgente secondaria di contaminazione, poiché possono rilasciare le sostanze accumulate nella colonna d'acqua sovrastante.
I composti chimici sono adsorbiti, precipitati, chelati o diversamente associati con il sedimento. I fondali della regione Marche, composti prevalentemente di calcare, silice e da sabbie fini entro gli 8 m di profondità e da limo/argilla dagli 8-10 m di profondità in poi, possono essere predisposti all'accumulo di inquinanti, sia di origine naturale che antropica.
Ad avvalorare questa tesi, la constatazione che concentrazioni dei metalli nei sedimenti prelevati sottocosta siano inferiori (specie il piombo) rispetto quelle dei sedimenti campionati in corrispondenza delle foci dei fiumi, prelevati alla distanza di 1.000 m dalla costa (ARPAM 2009). Comunque, nel complesso, i sedimenti analizzati nella fascia costiera marchigiana sono di ottima qualità (ARPAM 2003).

Precipitazioni stagionali
Come principale vettore di inquinanti in mare, a seguito dell'effetto di dilavamento dai fiumi e dai terreni, è stato valutato anche l'andamento climatologico predominante nel mare Adriatico, con specifico riferimento alle precipitazioni.
Nell'Adriatico sono frequenti i temporali estivi, dovuti a condizioni di contrasto termico. In autunno spesso l'aria fredda proveniente dall'Europa invade il Mediterraneo ancora "caldo", ciò determina fenomeni di instabilità associati temporali.
In occasione dunque di eventi meteorici particolarmente intensi aumenta il rischio di dilavamento di inquinanti di tipo chimico a mare, in quanto intorno ai 10-15mm di pioggia la maggior parte degli scolmatori di piena a servizio delle reti fognari entra in funzione, trasportando nei corpi idrici recettori (siano essi fiumi o mare) acque reflue prive di qualsivoglia trattamento.

Correnti prevalenti
Nella costa marchigiana la direzione della corrente litoranea principale è responsabile del trasporto in sospensione dei carichi inquinanti in direzione Sud-Est, con effetti che si manifestano fino a circa 5-6 miglia nautiche dalla costa e con una velocità che può andare dai 2 ai 6 nodi (Principi e Mancinelli 2000).

Caratteristiche dei fiumi marchigiani considerati
I fiumi che si incontrano lungo la costa sono corsi d'acqua a carattere prevalentemente torrentizio, con portate quasi nulle nel periodo estivo e piene improvvise e di breve durata; proprio per questo motivo nei periodi più piovosi possono trasportare sedimenti in sospensione (ed insieme ad essi i carichi inquinanti), che si accumulano in prossimità delle foci dove l'azione del mare, con il moto ondoso e le correnti, li disperde nuovamente.
I fiumi più importanti sono 14, dal Fiume Conca al nord al fiume Tronto al sud.

b) Categorizzazione delle principali attività antropiche possibili cause di contaminazione ambientale sulla costa marchigiana:

Inquinanti di tipo chimico
È stata eseguita una ricerca bibliografica (Mipaaf 2012; Sammartino 2011; American Chemical Society 2002) per stabilire i principali impieghi nel settore industriale o le principali modalità di produzione. Le attività industriali sono risultate potenzialmente maggiormente impattanti per i seguenti inquinanti chimici: Cadmio (Cd), Mercurio (Hg) Piombo (Pb), Policlorobifenili (PCB), Diossine, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).

Attività antropiche
A seguito di specifica richiesta effettuata alla Camera di Commercio di Ancona è stato ottenuto l'elenco completo delle aziende attive al 2014 nella regione Marche. Tra le informazioni reperibili in tale file per ciascuna delle circa 42.000 aziende elencate, sono riportati i dati: indirizzi, numero di addetti per ogni azienda, codice ATtività ECOnomica (ATECO) e descrizione della tipologia di attività svolta. Al fine di una corretta analisi del rischio sono state selezionate le aziende ritenute maggiormente impattanti per le zone di produzione e di allevamento di molluschi in base ai seguenti criteri:

In accordo con la ricerca bibliografica svolta in precedenza sono state selezionate per ciascun contaminante chimico, le industrie con tipologia produttiva potenzialmente impattante. In base a quanto emerso dalla letteratura precedentemente citata, alle diverse tipologie produttive è stato attribuito un punteggio compreso tra 1 e 5, dove 5 rappresenta la maggiore possibilità di emissione in ambiente del contaminante considerato.
Di seguito si riportano le tabelle (Tabella a.1, a.2, a.3, a.4, a.5, a.6), suddivise per tipologia di contaminante, con le tipologie produttive e i rispettivi punteggi attribuiti. Vengono mostrate solo quelle attività che hanno un punteggio 4 o 5 rispetto al contaminante considerato.

Tabella a.1: tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante cadmio


Tabella a.2 - tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante mercurio


Tabella a.3 - tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante piombo


Tabella a.4 - tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante PCB


Tabella a.5 - tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante diossina


Tabella a.6 - tipologia di attivita' potenzialmente impattante e punteggio attribuito per il contaminante IPA


Mappatura delle zone a maggiore impatto
per ciascun contaminante chimico considerato,al fine di mappare le aziende selezionate in base ai criteri precedentemente esposti, i rispettivi files excel sono stati caricati nel software on line di geolocalizzazione Batch-GEO.Per esigenze grafiche le aziende sono state ulteriormente suddivise per provincia di appartenenza.
In ogni mappa ciascuna azienda è stata geolocalizzata tramite un "personal identification number (PIN)" che permette di identificare con immediatezza la posizione dell'azienda sulla mappa
Scelta dei punti di campionamento per mitili e vongole: per rendere efficace il lavoro di raccolta dati eseguitaper la scelta dei punti di campionamento, occorre una visione complessiva di tutte le informazioni derivanti dalle attività umane potenzialmente inquinanti e dalle specifiche caratteristiche ambientali.

Sovrapponendo le mappe con la rappresentazione delle aziende a maggiore impatto (punteggio 4 o 5) con le cartografie relative alle zone di produzione classificate per la raccolta di C. gallinae e quelle in cui sono localizzati gli impianti di allevamento di mitili (Decreto del Dirigente della Posizione di Funzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare n. 152 del 7 novembre 2013), si sono stabiliti i punti di campionamento più rappresentativi per le zone di produzione o gli allevamenti maggiormente a rischio per i contaminanti di tipo chimico normati dalla legge (Hg, Pb, Cd, PCB, diossine e IPA). Utilizzare questi come punti "sentinella" potrebbe permettere una notevole riduzione dei campionamenti ufficiali che attualmente vengono svolti annualmente su ciascuna zona di produzione e per ciascun allevamento.

Risultati
In base alla localizzazione dei fiumi, all'andamento delle correnti e alle mappe delle attività antropiche maggiormente inquinanti per i singoli composti o elementi inquinanti, si è provveduto a scegliere i punti di prelievo rappresentativi.
Nella maggior parte dei casi si sono scelte come maggiormente rappresentative le zone o gli allevamenti situati immediatamente a sud rispetto alle foci dei fiumi in quanto si è visto che la corrente marittima prevalente è diretta verso sud-est e che nei pressi delle foci dei fiumi la composizione granulometrica dei sedimenti potrebbe predisporre ad eventuali accumuli di contaminanti chimici.
I fiumi, corpi idrici recettori delle acque di dilavamento provenienti dai territori a monte di ciascuna zona di produzione, rappresentano per questo il principale veicolo di contaminanti a mare. Si riportano le tabelle riassuntive (Tabelle b.1 e b.2) con i punti di campionamento per zone di produzione di vongole (Chamelea gallina) e per gli allevamenti di mitili (Mytilus galloprovincialis), divisi per provincie e stabiliti in base alla localizzazione delle industrie più impattanti

Tabella b.1 - elenco dei punti di prelievo per le zone di produzione di vongole, suddivisi per provincia e per contaminante chimico



Tabella b.2 - elenco dei punti di prelievo per gli allevamenti e le zone di produzione di mitili, suddivisi per provincia e per contaminante chimico



Le tabelle b1 e b2 sono riportate sulle mappe nelle figure da 1 a 60. Mappe relative al "Controllo delle contaminazione chimiche delle aree di produzione dei molluschi bivalvi nella Regione Marche tramite l'analisi del rischio". [PDF. 4.302 KB]

Discussione
La sorveglianza sanitaria per l'impatto della contaminazione chimica delle zone di produzione dei molluschi bivalvi può essere efficacemente effettuata grazie agli strumenti di geolocalizzazione e all'analisi ambientale. La valutazione delle attività antropiche impattanti per i diversi contaminanti utilizza il concetto della valutazione del rischio la quale porta a una maggiore efficienza nei controlli. , Il risultato finale è quindi una riduzione del numero delle aree da campionare, senza un aumento del rischio per il consumatore, , permettendo una organizzazione dei controlli meno onerosa e più efficiente. La tabella b1 evidenzia di quante si può ridurre il campionamento delle 67 aree classificate per la produzione di vongole. Si va da un massimo di 18 aree da controllare per gli IPA a un minimo di 11 aree da controllare per il Hg. Nella stessa misura avviene una riduzione dei campionamenti nelle 27 aree classificate per la produzione di mitili, con un massimo di 11 zone da controllare per il Cd a un minimo di 9 zone da controllare per il Hg, gli IPA e i PCB. L'uso delle mappe agevola quindi il lavoro dell'autorità competente e dovrebbe essere sempre più implementata.



Lavoro effettuato nell'ambito del progetto:
ANALISI DEL RISCHIO DELL’INQUINAMENTO CHIMICO DEI MOLLUSCHI BIVALVI NELLE ZONE DI PRODUZIONE DELLA COSTA MARCHIGIANA:
RELAZIONE TRA ATTIVITÀ ANTROPICHE, CARATTERISTICHE AMBIENTALI E RISPOSTA DEI BIOMARKER



Bibliografia

American Chemical Society (2002). Chemistry of MATERIALS, vol. 14, n. 4, Aprile 2002-07-01.

ARPAM - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente delle Marche (2003). Analisi ambientali finalizzate alla redazione del Piano di Gestione Integrata delle Aree Costiere. http://www.arpa.marche.it; http://www.autoritabacino.marche.it/costa/costa.asp.

ARPAM - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente delle Marche (2009). Monitoraggio Marino Costiero D. Lgs 152/2006 (2009). http://www.arpa.marche.it http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl.htm.

VESA Marche (2012). Decreto del Dirigente della Posizione di Funzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare n. 152 del 7 novembre 2013. Classificazione e sorveglianza delle zone produzione e stabulazione dei molluschi bivalvi vivi ai sensi del Reg.854/2004. http://www.veterinariaalimenti.marche.it/Articoli/category/molluschi-bivalvi-vivi/5580

Fabi G., Marini M., Palladino S. (2003). Quaderni dell'Istituto Ricerche Pesca Marittima. L'area Marina Antistante il Promontorio del Monte Conero. Consiglio Nazionale delle Ricerche, ISSN 0393-3571, Ancona.

Cataudella S., Spagnolo (2012). Lo stato della pesca e dell'acquacoltura nei mari italiani. MIPAAF. https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5164

Provincia di Ancona (2004). Rapporto sullo Stato dell'Ambiente 2003. 2° Rapporto sullo Stato dell'Ambiente, Capitolo 6: 153-176

Principi L., Macinelli A. (2000). Studi, indagini, modelli matematici finalizzati alla redazione del piano di difesa della costa - Analisi dei dati meteomarini esistenti. http://www.autoritabacino.marche.it/costa/studi/relazione/a.pdf

Regolamento CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 n. 854 che stabilisce norme specifiche per l'organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano e s.m.i. G.U.U.E. n. L139 del 30/04/2004. http://www.trovanorme.salute.gov.it/dettaglioAtto?id=45492 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=LEGISSUM:f84003&from=IT

Sammartino M. A. (2011). Identificazione di biomarcatori di inquinamento nella vongola (Ruditapes philippinarum) mediante l'uso di DNA microarray (Tesi di laurea - Università degli Studi di Padova. Facoltà di Facoltà di Agraria, di Medicina e Chirurgia e di Medicina Veterinaria. Anno Accademico 2010 - 2011). http://tesi.cab.unipd.it/35016/1/TESI_Sammartino_corretta.pdf

BatchGeo® (Online Mapping tool). https://it.batchgeo.com/



OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 99/2016 di SPVet.it



Novelli et al. Il controllo delle contaminazione chimiche delle aree di produzione dei molluschi bivalvi nella Regione  Marche, tramite l'analisi del rischio
Novelli et al. Il controllo delle contaminazione chimiche
delle aree di produzione dei molluschi bivalvi nella Regione Marche,
tramite l'analisi del rischio. (SPVet.it 99/2016)



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