Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 31, luglio - ottobre 2005 [http://spvet.it]
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice.html#289

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"Avian influenza: pandemic or a pantomime?
Influenza Aviaria: pandemia o pantomima?"


di Petracca G.


E' ormai un mese che carta stampata, radio e televisioni hanno messo in atto un bombardamento mediatico senza precedenti su quella che viene definita una immanente pandemia generalizzata di Influenza Aviaria, che dovrebbe investire tutto il pianeta, provocando danni inestimabili al patrimonio avicolo ed alla salute delle persone.
C'è addirittura chi ipotizza che potranno essere infettati dai volatili milioni di persone e chi prevede la probabile morte di qualche centinaio di miglia di persone: è credibile tutto ciò? In verità i maggiori studiosi della malattia si sono incontrati di recente a Malta ed hanno invitato tutti i Paesi a prendere seriamente in considerazione la possibilità di un evento pandemico di estrema gravità, coinvolgendo in tale previsione anche le più autorevoli Organizzazioni sanitarie mondiali (OMS, OIE) nonché la FAO.
Di contro altrettanti autorevoli epidemiologi e/o virologi, medici e veterinari, con pari fermezza hanno affermato che c'è notevole sopravvalutazione del fenomeno e che probabilmente si sta facendo troppo rumore per un fenomeno che ha almeno tre incognite:
  • la possibilità che il ceppo virale responsabile delle manifestazioni, purtroppo anche mortali, verificatesi nel sud est asiatico possa giungere con tanta violenza a colpire i nostri allevamenti,
  • le condizioni socio sanitarie, senz'altro di gran lunga migliori, del nostro comparto zootecnico rispetto a quelle asiatiche non dovrebbero consentire il passaggio del virus dai volatili all'uomo;
  • è tutto da dimostrare, e non risulta che vi siano evidenze scientifiche inoppugnabili, che il virus aviare possa fare il salto di specie, diventare patogeno per l'uomo e determinare la possibilità di infezione interumana.

In un simile contesto, come è logico che fosse, il nostro Governo non poteva e non è stato inerme, al contrario ha agito con tempestività tenendo conto della presunta gravità della situazione.

Così il Ministro della Salute ha assunto una serie di iniziative finalizzate, in particolare, a mettere in atto un controllo capillare volto ad evitare importazioni di volatili dai Paesi nei quali l'infezione è presente ed a potenziare la sorveglianza nel territorio nazionale. Infine, il 16 settembre u.s. il Governo ha annunciato l'emanazione di un Decreto Legge riguardante Prevenzione e lotta contro l'influenza aviaria, le malattie degli animali e le relative emergenze.

E qui inizia quello che può essere definito un vero e proprio giallo, perché ad oggi nessun provvedimento ufficiale è stato formalizzato ed inviato alle Commissioni Sanità della Camera o, più verosimilmente del Senato per far avviare il percorso parlamentare che dovrebbe portare alla sua conversione in legge. In verità sul sito del Governo nei giorni immediatamente successivi alla seduta del Consiglio dei Ministri del 16 settembre è apparso un testo del Decreto Legge, che è stato successivamente profondamente modificato e che peraltro al momento non è più presente su detto sito. Ma vediamo, almeno sulla base delle cose che ad oggi sono note, quali sono le novità che questo Decreto Legge apporta nel settore.

In primo luogo viene istituito presso il Ministero della Salute un nuovo Dipartimento, denominato per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti, articolato in tre Direzioni Generali, nel quale confluiscono, tra l'altro, la Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti, l'istituendo Centro Nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali, nonché il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare.

In sostanza, l'attuale Direzione Generale assurge alla dignità di Dipartimento, acquisendo un peso decisamente più rilevante nell'ambito del Ministero della Salute e di ciò non si può non essere tutti soddisfatti, essendo questo il frutto dell'intenso lavoro effettuato nel corso degli ultimi anni dall'intera sanità pubblica veterinaria italiana, che ha ottenuto dal Governo in questa occasione un apprezzamento ed un riconoscimento sinceramente meritati.

Collegato alla istituzione del nuovo Dipartimento è previsto il potenziamento degli organici dello stesso, con l'immissione, a tempo determinato per un periodo di tre anni, di sessanta dirigenti veterinari di I livello e di cinquanta operatori del settore della prevenzione, dell'assistenza e del controllo sanitario. Poiché, come è noto, le condizioni finanziarie del nostro Paese non potevano consentire di aprire un nuovo capitolo di spesa, il Decreto Legge prevede che i costi di questa operazione facciano carico alla legge 3/2001, quella, per intenderci, che ha finanziato e finanzia la sorveglianza delle TSE.

E sin qui nulla da dire, anche nella considerazione che i costi dei test diagnostici per le TSE sono diminuiti in maniera molto consistente dal 2000 ad oggi e, conseguentemente, le risorse potrebbero risultare sufficienti.

Ma c'è di più, molto di più.

Lo stesso Decreto, oltre all'acquisto di medicinali ed altro materiale profilattico da destinare alla prevenzione del rischio epidemico da influenza aviaria, prevede anche una nuova denominazione dei Carabinieri del NAS - da qui in poi, se lo stesso diverrà legge dello Stato, chiamati Comando Carabinieri per la tutela della Salute - nonché il potenziamento di tale Comando con l'immissione in ruolo, a tempo indeterminato, di 96 unità di personale (20 ufficiali e 76 ispettori).
Prescindendo dalla nuova denominazione, che sembra affidare ad un corpo armato dello Stato la tutela della salute dei cittadini, il dato sconcertante deriva dal fatto che anche questa operazione dovrebbe essere effettuata utilizzando i fondi della legge 3/2001, che, a questo punto, rischiano di non essere più sufficienti a garantire la sorveglianza messa in atto nel settore delle TSE, ivi compreso il reclutamento dei giovani laureati e tecnici che tanto impegno hanno posto in questi cinque anni in un lavoro tanto delicato, acquisendo peraltro una professionalità che sarebbe folle disperdere.

E non è finita qui.

Le agenzie di stampa hanno annunciato la decisione del Governo di prevedere un fondo di 20 milioni di euro per interventi a sostegno della produzione avicola nazionale nonché una intesa tra il Ministro della Salute e quello delle Politiche Agricole per un rafforzamento del Comando Carabinieri delle Politiche Agricole, con un "extra organico". Si può solo sperare che anche questo rafforzamento non gravi sullo stesso capitolo di spesa, perché in tal caso i dubbi sulla possibilità di continuare a tenere in piedi la rete di sorveglianza attiva delle TSE diverrebbero una certezza. In attesa, comunque, di disporre di un testo certo sul quale ragionare, dai documenti oggi in nostro possesso si possono ragionevolmente trarre almeno due conclusioni. La prima riguarda la scelta politica effettuata dal Governo e che rappresenta un messaggio molto forte per l'opinione pubblica. Al di là della nota positiva riguardante l'istituzione del Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, sembrerebbe, infatti, che si pensi di combattere l'arrivo di una possibile pandemia, nelle proporzioni catastrofiche innanzi enunciate, non già rafforzando la presenza e l'operato dei Servizi Veterinari (ma anche Medici) presenti a livello territoriale e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, ma facendo affidamento esclusivo sui Comandi dei Carabinieri, sia afferenti al Ministero della Salute che delle Politiche Agricole. Questi, per il loro mandato istituzionale, hanno svolto e possono svolgere un ruolo importante nel contrastare le illegalità e nel controllo del territorio, ma francamente non dispongono delle conoscenze e delle competenze scientifiche per affrontare problematiche sanitarie di tale complessità.

La seconda conclusione riguarda la possibilità, non certo remota se le decisioni saranno quelle ad oggi conosciute, che si smembri il sistema di sorveglianza attiva messa in piedi dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dai Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali che ha riguardato principalmente le Encefalopatie Spongiformi, ma che si è progressivamente estesa ad altre dominanti patologiche, che vengono oggi monitorate e tenute sotto costante controllo. Da ultimo una riflessione. Non è forse vero che negli anni scorsi il nostro Paese ha vissuto il verificarsi di epidemie di Influenza Aviaria che hanno portato alla diffusione dell'infezione su gran parte del nord Italia, determinando l'abbattimento di circa 20 milioni di polli e tacchini? E non è forse vero che tutti i servizi di sanità pubblica veterinaria, sia a livello territoriale che di Istituti Zooprofilattici, hanno svolto con tempestività, competenza ed autorevolezza scientifica il loro ruolo di tutori delle produzioni avicole e della salute dei consumatori, riuscendo a tenere sotto controllo le infezioni e senza che si siano verificati episodi di contaminazioni umane?

Se ciò è vero, come è vero, francamente non si comprende perché il Governo sembra abbia deciso di non far affidamento, anche per questa emergenza, sugli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, che già hanno in atto sistemi di epidemiosorveglianza più che efficienti e che sarebbero, comunque, impegnati in prima linea qualora la pandemia dovesse realmente verificarsi. Né si comprende perché ignori le oggettive difficoltà nelle quali gli Istituti versano, non solo non destinando agli stessi altre risorse, ma depauperandoli di quelle, pur limitate, che faticosamente si erano conquistate con la loro capacità di far fronte ad una emergenza (BSE) ben più grave e tangibile dell'Influenza Aviaria.

P.S. Dopo che questo editoriale è stato predisposto per la pubblicazione è stato emanato il Decreto Legge di cui si è parlato (G.U. n. 229 del 1 ottobre 2005) e, purtroppo, il testo riporta tutto quanto illustrato, ad eccezione dell'extra organico per il Comando Carabinieri delle Politiche Agricole.

Si può solo sperare in un ravvedimento operoso del Parlamento.


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Summary: Avian Influenza: pandemic or just a pantomime ?

The issue deals with the sanitarian problems related to a possible arrival of the avian influence in our continent and the political solutions that our Government has undertaken (Decree Law appeared on the Official Gazette n. 229, October 1st, 2005).

The possibility that the infectious disease of birds start a pandemic influenza has been emphasized in a recent meeting held at Malta.
Discordant positions have been expressed by researchers of various countries.

Some of them have judged an "overestimation of the phenomenon" due to the dissimilar hygienic and sanitarian conditions of our breedings as regards to the Asiatic ones.
Moreover, still it has not been proved the transmissibility of the pathology to the human species. The Government has faced the situation with a reorganization of the Health Ministry and with specific financial resources.

For what concerns the role played by the Experimental Zooprofilattici Institutes, considerations on the use of the funds to face the emergency are reported.
It is pointed out that veterinary services and Experimental Zooprofilattici Institutes have been marginally involved.


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