Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 31, luglio - ottobre 2005 [http://spvet.it]
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Electronic traceability in ruminants: projects and perspectives.
Tracciabilità elettronica nei ruminanti: progetti e prospettive.



Ponzo F.


intervista a R. Colafrancesco
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana - Roma



Summary: In this review results obtained using of the electronic methodology applied to the traceability have been reported .
Traceability is currently an important essay to ensure quality of foods of animal origin.
The results gotten with electronic injectable transponder, rumen bolus and ear marks in the ruminants has been compared.
The review point out that in the adult sheep, lambs and in cattle, as much as concerns the percentages of readability, losses, breakings and migration of the transponders, it is advisable the application in the region of the axillaris space than in the base of the ear.
Application of the rumen bolus in cattle don't influence the growth, the nursing and doesn't alter the digestibility or the rumen mucosa itself.
Finally two projects on the electronic traceability have been discussed: "IDEA" and "Every animal tell about itself".

Riassunto: In questo lavoro vengono riportati i risultati ottenuti utilizzando delle metodologie elettroniche applicate alla tracciabilità.
La tracciabilità è attualmente un tema di notevole importanza per la qualità dei prodotti di origine animale.
I risultati ottenuti con transponder iniettabile, bolo ruminale e marca auricolare elettronica nei ruminanti sono messi a confronto. Gli studi indicano che nelle pecore adulte, negli agnelli e nei bovini, per quanto riguarda le percentuali di leggibilità, perdite, rotture e migrazione dei transponder, è consigliabile l'applicazione nella regione della fossa ascellare rispetto alla base dell'orecchio.
L'applicazione del bolo ruminale nei bovini non influenza l'accrescimento, l'allattamento e non altera la digeribilità né le mucose ruminali.
Infine sono discussi due progetti sulla tracciabilità elettronica: "IDEA" ed Ogni animale racconta se stesso".


INTRODUZIONE
Uno degli aspetti sui quali attualmente si sta sempre di più incentrando l'attenzione dei produttori e dei consumatori, relativamente alla qualità degli alimenti di origine animale, è la tracciabilità intesa come possibilità di risalire ad ogni fase del ciclo vitale di un determinato prodotto, dal campo alla tavola, al fine di determinare se e come intervenire per fornire garanzie di qualità del prodotto al consumatore.

In questo senso l'Unione Europea ha intrapreso diverse iniziative incentrate sulla sicurezza alimentare. Numerose sono le metodologie applicate per individuare esattamente la specie degli animali, il luogo d'origine e di allevamento dei soggetti destinati al consumo umano.

Un approccio molto promettente per l'identificazione degli animali è quello della tracciabilità elettronica.
Con questa metodologia viene usata una tecnologia innovativa di acquisizione dati ed identificazione automatica, la Radio Frequency Identification (RFID). (www.uniteam.it/rfid.asp).

I sistemi RFID sono composti da due elementi:

I TAG vengono fisicamente inseriti nell'animale da identificare ed ogni volta che si trovano in prossimità di un terminale RFID vengono riconosciuti, permettendo di risalire a tutte le informazioni relative all'animale a cui sono "accoppiati". (www.uniteam.it/rfid.asp).

Riportiamo di seguito una breve disamina sulle diverse tipologie attualmente disponibili, come desumibile nella letteratura.

IL TRANSPONDER INIETTABILE
Il transponder iniettabile è usato non solo nei ruminanti, ma anche per l'identificazione di equini e cani.
In genere i transponder iniettabili sono passivi (Passive Injected Trasponder - PIT) cioè traggono l'energia per il loro funzionamento da un campo esterno.
I siti d'applicazione, secondo gli studi recensiti, sarebbero raggruppabili in due zone:
la base dell'orecchio e la regione ascellare.

L'applicazione alla base dell'orecchio, rispetto a quella ascellare, presenta un'elevata incidenza di guasti dei transponder e migrazioni dal luogo di inoculo, mentre il suo recupero, dopo la macellazione è assai rapido. (Stanford et al. 2001).

Pecore adulte:

Negli ovini i siti di applicazione sono: la parte sottostante il padiglione auricolare, la base dell'orecchio, la regione retro-auricolare e la regione ascellare (Conill et al. 2002).
Nella tabella 1, sono riportati i dati ottenuti in pecore adulte con transponder iniettabili (nostra elaborazione da Nehring et al. 1998 ).

Tabella 1: Dati ottenuti in pecore adulte con transponder iniettabili
Fossa ascellare Base orecchio
Leggibilità 97.8 % 92.8 %
Perdite 1.7 % 4.7 %
Rotture 0.3 % 2.5 %
Migrazione 1.3 % 6 %


Osserviamo che come sito d'applicazione risulta preferibile la regione ascellare.

Agnelli :

Negli agnelli i transponder (32 x 3.8 mm) sono applicati in due regioni: fossa ascellare e retro-auricolare (Conill et al. 2002).
Nelle settimane successive all'applicazione non sono stati riscontrati disordini nello stato di salute dei soggetti.
Applicando i PIT in animali molto giovani si è verificato, nel 5% dei casi, un attraversamento della pelle ed è stata necessaria una seconda applicazione dopo una settimana.

Secondo Conill, l'orecchio, come sito di applicazione, sarebbe comunque preferibile nei ruminanti; nelle procedure di macellazione la testa viene infatti separata dal resto della carcassa ed il PIT può essere facilmente recuperato durante il taglio delle orecchie o durante la rimozione della pelle, riducendo la possibilità di avere frammenti di PIT nella testa o nella carcassa.
Lo studio dimostra che l'utilizzo di piccoli PIT applicati nel padiglione auricolare riduce l'efficienza di lettura dinamica (Dynamic Reading Efficiency - DRE).
Per l'applicazione di PIT di 32 mm è necessario utilizzare un altro sito di applicazione rispetto al padiglione auricolare, vengono quindi preferite la regione retro-auricolare e ascellare, come nelle pecore adulte ed in altre specie animali.

Nella tabella 2 riportiamo alcuni dati della ricerca relativi all'utilizzo di transponder iniettabili applicati in regione retro-auricolare e ascellare (nostra elaborazione da Conill et al. 2002).

Tabella 2: Dati relativi all'utilizzo di transponder iniettabili applicati in regione retro-auricolare e ascellare nell'agnello
Regione retro-auricolare Fossa ascellare
Perdite 17.9 % 9.8 %
Tempo di recupero
e Percentuale di ritrovamento
< 10 sec 58.2 %
< 20 sec 84.4 %
< 40 sec 94.4 %
< 1 min 97.6 %
> 2 min 0.3 %
< 10 sec 57.4 %
< 20 sec 78.8 %
< 40 sec 89.1 %
< 1 min 93.3 %
> 2 min 4.0 %


Usando PIT dello stesso tipo e stesse dimensioni, la perdita media osservata nella regione ascellare è maggiore per gli agnelli rispetto agli ovini adulti.
La ragione è dovuta al sito di applicazione e al comportamento degli agnelli di giovane età.
Animali con meno di 2 settimane sono molto curiosi, per questo motivo agire su agnelli molto giovani è più agevole perché l'animale rimane calmo e permette all'operatore di effettuare l'applicazione.
In agnelli di 15 giorni si osservano, invece, paura e forti reazioni.
La perdita dei PIT in animali di 30 giorni è invece simile a quella che si verifica in agnelli di 2 giorni o in animali adulti.

La perdita in regione retro-auricolare non sembrerebbe influenzata dall'età degli agnelli ed è simile a quella che si ha negli animali adulti nella stessa regione.
Durante il trattamento non si avrebbero rotture e guasti dei transponder, probabilmente anche per la sua breve durata.
Le maggiori perdite di PIT, in regione retro-auricolare, sarebbero dovute al fatto che questa regione viene tagliata durante la macellazione provocando frequenti rotture, la tracciabilità risultarebbe quindi compromessa, non essendo completa, dall'allevamento alla fine della catena di macellazione.
Le perdite sugli agnelli sarebbero maggiori di quelle rilevate sui vitelli, probabilmente per le diverse procedure di rimozione (Connil et al. 2000).

Non si verificherebbero danni macroscopici alla carcassa o alla testa in relazione all'applicazione dei PIT rispettivamente in regione ascellare e retro-auricolare.
Il tempo di recupero non è influenzato dall'età o dall'allevamento e risulta maggiore per i PIT in regione ascellare che per quelli in regione retro-auricolare. Anche in questo caso, il recupero è consigliato dopo il processo di macellazione.

Nella tabella 3 sono riportate le regioni in cui vengono applicati i PIT e i siti in cui successivamente vengono recuperati con le relative percentuali (nostra elaborazione da Conill et al. 2002).

Tabella 3: Regioni in cui vengono applicati i PIT e siti in cui successivamente vengono recuperati con relative percentuali nell'agnello.
Zone di recupero: Regioni di inoculazione dei PIT
Fossa ascellare Regione retro-auricolare
Pelle 14.5 % 34. 7 %
Carcassa 85.5 % -
Testa - 63.8 %
Regione cervicale - 1.5 %


Bovini:

Nei bovini sono usati PIT di diverse dimensioni (23 e 32 mm) che vengono iniettati in tre siti: fossa ascellare, padiglione auricolare e labbro superiore.
Nella tabella 4 sono riportati alcuni dati relativi all'applicazione dei transponder in queste regioni (Conill et al. 2000 e Luini et al. 1996, per i transponder da 32 mm; Lambooij et al.1999 per i transponder da 19 e 23 mm).

Tabella 4: Dati relativi all'applicazione dei transponders in diverse regioni nel bovino.
Fossa ascellare Padiglione auricolare Labbro superiore
Tempo di applicazione 37±3 sec (Conill et al. 2000) 44±3 sec (Conill et al. 2000) 51±4 sec (Conill et al. 2000)
Perdite 1.7 % (Conill et al. 2000) 3 % (Lambooij et al. 1999) 5.2 % (Conill et al. 2000) 14 % (Conill et al. 2000)
10.1 % (Lambooij et al. 1999)
Leggibilità 98 % (Conill et al. 2000) 90-99 % (Lambooij et al. 1999) 94.8 % (Conill et al. 2000)64- 83 % (Lambooij et al. 1999) 84.7 % (Conill et al. 2000)
Tempo di recupero 75±7 sec (Conill et al. 2000)
ca.4 sec (Luini et al. 1996)
52±5 sec (Conill et al. 2000)

ca. 50 sec (Luini et al. 1996)
27±2 sec (Conill et al. 2000)
Recupero (Conill et al. 2000)
< 20 sec 57.2 %
< 40 sec 68.7 %
< 1 min 73.1 %
(Conill et al. 2000)
< 20 sec 36.6 %
< 40 sec 64.9 %
< 1 min 78.6 %
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Gli studi indicano che il tempo di recupero è influenzato dalla posizione di applicazione.
Il recupero dei PIT appare più semplice nelle carcasse macellate da poche ore che in quelle ormai "fredde".
In tutti i casi il recupero viene consigliato fuori dalla catena di macellazione, negli impianti di eviscerazione, dovendo operare sull'orecchio ed il labbro; ed alla fine della macellazione per l'ascella.

Nella tabella 5 sono riportate le regioni in cui vengono applicati i PIT e i siti in cui successivamente vengono recuperati con le relative percentuali (nostra elaborazione da Conill et al. 2000).

Tabella 5: Regioni in cui vengono applicati i PIT e siti in cui successivamente vengono recuperati con relative percentuali nel bovino.
Zone di recupero: Regioni di inoculazioni
Fossa ascellare Padiglione auricolare Labbro superiore
Pelle 10.7 % 23.4 % 8.9 %
Muscolatura orecchio - 76.6 % -
Testa - - 91.1 %
Carcassa 89.3 % - -


In questo caso, lo stato di salute e la produttività degli animali non vengono modificati dall'applicazione dei transponder.
Solamente il 3.1% dei bovini ha presentato sanguinamento dopo l'applicazione nell'orecchio ed il 4.7% è stato soggetto a perforazione durante l'applicazione nel labbro.
In questi casi gli animali sono stati reiniettati dopo una settimana nello stesso sito.

Il 3.3% degli animali iniettati nel labbro ed il 2.1% di quelli iniettati nell'orecchio hanno presentato piccole infezioni con formazione di pus e rigetto dei PIT, causate dalla procedura d'applicazione.
La percentuale totale delle rotture dei transponder è dello 0.4%.

La percentuale di leggibilità dei PIT diminuisce con il tempo nel labbro e nell'orecchio, ma non nell'ascella.
La percentuale delle perdite non sembra influenzata dalla manualità dell'operatore e questo dimostrerebbe che la metodologia di identificazione elettronica è di facile utilizzo anche per il personale non specializzato.

L'efficienza della lettura dinamica varia in base al sito di applicazione: elevata per l'ascella, media per l'orecchio, bassa per il labbro.
In tutte le localizzazioni, l'efficienza di lettura è maggiore con PIT di 32 mm che con PIT di 23 mm.
Non sono state riscontrate lesioni macroscopiche della carcassa in corrispondenza dell'applicazione del transponder nell'ascella, né lesioni della testa nell'applicazione nel labbro e nell'orecchio.

I risultati ottenuti in allevamento, con transponder di 32 mm applicati nella regione ascellare, sembrano suggerire questa regione come la migliore per l'identificazione elettronica nei bovini da carne, nonostante il limite rappresentato dai maggiori tempi di recupero al mattatoio ( Conill et al. 2000).

Anche Caja indica l'ascella come il posto d'elezione per l'applicazione dei transponder, mentre per Klindtworth è migliore il padiglione auricolare, la procedura di applicazione in quest'ultimo caso è più lunga, quindi sconsigliata per grandi allevamenti (Caja et al. 1998 citato da Stanford et al 2001; Klindtworth et al. 1999 citato da Stanford et al. 2001).

VANTAGGI E SVANTAGGI DEI TRANSPONDER INIETTABILI

Vantaggi

Svantaggi

IL BOLO RUMINALE E LA MARCA AURICOLARE ELETTRONICA
Per quanto riguarda l'utilizzo del bolo ruminale, nel suo studio, Fallon analizza i diversi materiali con cui possono essere realizzati i boli ruminali e confronta l'applicazione del TAG nel bolo ruminale rispetto a quella nella marca auricolare.
Sono oggi in commercio boli ruminali in ceramica, in cui il transponder è inserito all'interno di un cilindro di ceramica, boli ruminali "monolitici" (composti di materiale termoplastico), boli in guaina di acciaio (Fallon 2001).
Nei bovini da carne lo stress, causato dalla presenza del bolo, risulta minimo (Stanford et al. 2001).
Nei vitelli di una settimana, l'applicazione del bolo non sembra influenzare l'accrescimento e l'allattamento (McAllister et al. 1998 citato da Stanford et al. 2001). La digeribilità non è alterata nelle pecore e non sono riportate variazioni della mucosa del rumine in bovini, pecore o capre (Caja et al.1999).
L'introduzione di corpi estranei (magneti, sostanze rilasciate dal bolo) nel rumine di bovini o pecore non determina apprezzabili alterazioni delle funzionalità degli animali (Garin et al.2003).

La perdita del bolo attraverso il rigurgito avrebbe una incidenza del 46% nei bovini (Hasker et al. 1996 citato da Stanford et al. 2001) ma viene limitata da modificazioni nella forma e nel peso del bolo (Caja et al. 1999).
Guasti del bolo hanno una incidenza che oscilla fra lo 0% ed il 7% (Caja et al. 1998 citato da Stanford et al. 2001 e Lambooij et al.1999).

Garin riferisce negli agnelli l'uso di boli ruminali di alluminio di due dimensioni: mini-boli, applicati durante la prima settimana di vita, di 9.3 x 37.4 mm, 5.2 g di peso; e piccoli-boli, applicati dopo lo svezzamento, di 15 x 39.1 mm, 20 g di peso (Garin et al. 2003).
L'applicazione del bolo ed il suo recupero dopo la macellazione è specie-specifico, la sua durata sarebbe di 24 sec nella pecora, 26 sec nella capra, da 19 a 240 sec nei bovini. (Caja et al. 1999).
Il mini-bolo non determinerebbe effetti negativi nel comportamento degli animali dopo l'applicazione.
Il peso ed il volume del reticolo-rumine in differenti età sarebbe in accordo con quello previsto nei giovani ruminanti.
Inoltre la presenza del bolo ruminale ridurrebbe la cheratinizzazione della parete del reticolo e del rumine aumentando la motilità dei prestomaci.
L'aspetto delle papille nella parete ruminale risulta omogeneo usando sia mini-boli che small-boli (Garin et al. 2003).

Nella tabella 6 sono riportati alcuni dati ottenuti con boli di diverse dimensioni negli agnelli. (nostra elaborazione da Garin et al. 2003).

Tabella 6: Risultati ottenuti con boli di diverse dimensioni negli agnelli
Bolo ruminale (9.3 mm diametro x 37.4 mm lunghezza x 5.2 g peso) Bolo ruminale (15 mm diametro x 39.1 mm lunghezza x 20 g peso)
Accrescimento, età di fine accrescimento e peso allo svezzamento Non influenzati dal bolo Non influenzati dal bolo
Perdite Tra la IV e la VII settimana Non si sono verificate


Il bolo di solito viene recuperato nel reticolo.
Tutti i boli possono essere recuperati al mattatoio, dal reticolo-rumine degli agnelli.
Il recupero dei mini-boli può avvenire in differenti localizzazioni nei prestomaci a seconda dell'età dell'agnello: solo il 20% dei mini-boli di animali macellati allo svezzamento si troverebbe nel reticolo mentre in quelli macellati a fine ingrasso la percentuale sale al 91.7%.
Al contrario tutti gli small-boli si ritroverebbero nel reticolo (Caja et al. 1999).

Nella tabella 7 sono riportati i dati specie-specifici relativi all'utilizzo di bolo ruminale (nostra elaborazione da Caja et al. 1999).

Tabella 7: Dati specie-specifici relativi all'utilizzo di bolo ruminale
Ovini Bovini
Tempo d'applicazione 24 sec ± 3 sec da 19 a 240 sec
Tempo di recupero 8 sec pecore adulte, 5 sec agnelli 12-15 sec
Percentuale di recupero 100 % pecore adulte, 100 % agnelli 98.9-99 %


Tabella 8: Vantaggi e svantaggi del bolo ruminale e della marca auricolare elettronica
Bolo ruminale Marca auricolare
vantaggiNon può essere rimosso senza un intervento chirurgico. (Fallon 2001). Più economica del bolo ruminale. (Fallon 2001).
svantaggi Più costoso della marca auricolare. (Fallon 2001).
Per il riconoscimento degli animali in allevamento è necessario un ulteriore metodo esterno di identificazione. (Fallon 2001).
Può essere rimossa facilmente e sostituita. (Fallon 2001).


La scelta dell'uno o dell'altro tipo di identificazione elettronica dipenderà dalle disponibilità economiche dell'azienda in accordo con le necessità di limitare al massimo le frodi.

PROGETTI SULLA TRACCIABILITÀ ELETTRONICA: "IDEA" E "OGNI ANIMALE RACCONTA SE STESSO".

Il progetto internazionale "IDEA"
Il progetto, denominato IDEA (IDentification Électronique des Animaux), analizza e mette in relazione tre tipi di identificazione elettronica: marca auricolare elettronica, bolo ruminale e transponder iniettabile.
Di durata quinquennale ed avviato nel 1998, il progetto ha visto coinvolti sei paesi della comunità europea: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna.
Obiettivo principale è stata la valutazione delle performance del sistema di identificazione elettronica del bestiame.

In questo progetto le caratteristiche del transponder, hanno permesso, per motivi di sicurezza, solo la lettura dei codici non modificabili (read only), in conformità alle norme ISO 11785 e 11784.

Risultati del progetto
I risultati preliminari riportati in uno studio di Ribò indicano una maggiore permanenza per le marche auricolari elettroniche (82.1%) e per i boli ruminali (85.9%) rispetto ai transponder iniettabili (61.7%) (Ribò et al. 2001).
I risultati dimostrerebbero che, in media, il tasso di permanenza per la marca auricolare elettronica e per il bolo ruminale (> 99. 5%) è più elevato dei tassi comunemente osservati per la marca auricolare di plastica.
I dati iniziali non rilevano differenze tra la percentuale di permanenza degli identificatori nell'allevamento (76.4%) e al mattatoio (83.3%).
In campo la permanenza della marca auricolare elettronica (92.7%) è maggiore rispetto al bolo ruminale (74.1%). Al mattatoio la permanenza del bolo ruminale è invece maggiore (91.7%) che per la marca auricolare elettronica (81.5%) e per i transponder iniettabili (63.8%).

Questi risultati indicano che il bolo ruminale e la marca auricolare elettronica sarebbero efficienti metodi di identificazione degli animali in allevamento.
Per quanto riguarda i risultati finali si deve aggiungere che, per l'utilizzo del bolo ruminale nella specie caprina, la percentuale di perdita varia da 0,1 a 4,3 % (Ribò et al. 2002 citato da Chiesa et al. L'Identificazione Elettronica Degli Animali: Aspetti Normativi E Applicativi. Convegno Nazionale "Parliamo di … nuove normative in campo zootecnico" Cuneo 23-24 settembre 2004).


Il progetto nazionale "Ogni animale racconta se stesso : sistema di controllo a distanza per animali di specie diverse" In Italia la tracciabilità elettronica è è attualmente studiata nell'ambito di uno specifico progetto nazionale di ricerca (finanziato dal Ministero della Salute, dalla Regione Lazio e da WinCat srl - http://www.wincat.it/, società del gruppo Uniteam specializzata nella realizzazione di sistemi a radiofrequenza integrati).
Ai lavori partecipano diversi Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani, tra cui, in qualità di coordinatore, quello del Lazio e Toscana (http://www.izslt.it/), e l'Università degli Studi di Tor Vergata di Roma (http://www.torvergata.it/).
Il progetto ha come obiettivo finale quello di ottenere strumenti e soluzioni operative per controllare tutte le fasi evolutive dell'animale, durante l'intero ciclo di vita. Un altro obiettivo è quello di stabilire la localizzazione più opportuna del micrichip sull'animale.

Nella sperimentazione sono utilizzati tre supporti diversi per i trasponder:

(a) sottocutaneo,
(b) marca auricolare,
(c) bolo ruminale.

Vengono utilizzati per l'identificazione del bestiame microchip "leggi e scrivi" a radiofrequenza o TAG RFID che possono memorizzare i dati dell'animale, in termini anagrafici (il cosiddetto "passaporto dell'animale") ma anche informazioni riguardo alle aziende di transito (e passaggi di proprietà), i controlli veterinari effettuati ed i trattamenti a cui l'animale è stato sottoposto (profilassi di stato).

Le informazioni sul microchip subiscono continui ed automatici aggiornamenti durante i passaggi, in prossimità di antenne di lettura e scrittura.
Nel macello, dal microchip iniziale o "microchip padre", si producono delle copie, "microchip figli", che seguiranno le mezzene ed i quarti fino al laboratorio di sezionamento.
Il dettagliante che riceve la mezzena o il quarto con il microchip figlio avrà un sistema per leggere le informazioni contenute nel microchip e stamparle sull'etichetta.

La principale innovazione di questo progetto è che, per la prima volta, tutte le informazioni relative all'animale sono detenute dall'animale stesso. (Colafrancesco 2003; Ranalli 2004).
Su questo progetto abbiamo intervistato il Dottor R. Colafrancesco dell'Ente capofila del progetto: l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana



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INTERVISTA A R. COLAFRANCESCO SULLA TRACCIABILITÀ ELETTRONICA

1) Come prima cosa chiediamo al Dottor Colafrancesco di descrivere brevemente la sua attività e il ruolo che occupa presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana

Sono un Dirigente, responsabile del Centro Operativo Regionale per l'Anagrafe Zootecnica.
Ricordo che la Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 1096 del 02/08/2002 stabilisce che l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana deve fornire un Sistema Informativo Unico per la gestione dei Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali, anche per garantire la piena operatività dell'Anagrafe Zootecnica.
Il centro è definito Centro Operativo per l'Anagrafe Zootecnica e Sistema Informativo Veterinario Regionale e si articola in due Unità Operative:

- Centro Operativo per l'Anagrafe Zootecnica
- Sistema Informativo Veterinario Regionale

Cui vengono attribuiti diversi compiti.

2) Potrebbe parlarci brevemente del progetto "Ogni animale racconta se stesso: sistema di controllo a distanza per animali di specie diverse", ponendo in luce le sue finalità ed i risultati sin qui ottenuti dalla sperimentazione?

Il progetto O.A.R.S.S. si propone di progettare e sperimentare un sistema elettronico basato su trasponder per la sicura identificazione degli animali e la registrazione degli stessi.
La sperimentazione cerca di valutare l'efficacia del sistema innovativo di identificazione e registrazione degli animali mediante l'uso di un microchip "leggi e scrivi", contenuto in supporti diversi, da localizzare in posizione auricolare, ruminale o sottocutanea.

Sul microchip si registrano le informazioni relative all'anagrafica dell'animale (passaporto), delle aziende attraverso cui è passato (passaggi di proprietà), lo stato sanitario dell'animale (relativo alle profilassi di stato). Ogni animale avrà perciò un passaporto elettronico nonché una storia contenuta nel microchip che seguirà sempre l'animale fino alla macellazione. Al macello i dati contenuti nel microchip verranno trasferiti alle mezzene.

La nostra esperienza sui diversi supporti adottati per l'apposizione del microchip è la seguente:

La conseguenza è stata che, sia l'U.E. che il Ministero della Salute lo sconsigliano onde evitare il ritrovamento del tag nel prodotto finale.
Il sottocute riassume i vantaggi dei supporti precedenti rispetto alla facilità di inoculo e alla impossibilità di contraffazione e di smarrimento, inoltre può essere usato anche in specie monogastriche (suini, equini ecc.).
La nostra diretta esperienza ci consente di dire che se la regione di inoculo è rappresentata da materiale specifico a rischio BSE (regione della testa) o comunque parti anatomiche non commerciabili (orecchie, parte distale delle zampe), in questo caso non è necessario il recupero alla macellazione e non crea problemi di smaltimento.

Nell'ambito del progetto il sottocute viene inoculato nel padiglione auricolare di bovini, bufalini, ovini e caprini: non si sono verificate perdite, la lettura del tag è agevole, alla visita clinica viene sempre ritrovato e alla macellazione viene eliminato con la testa.

3) Tra i vari strumenti utilizzati per poter tracciare gli animali, quali sono secondo lei i vantaggi che presenta l'utilizzo dei microchip e quali gli eventuali aspetti negativi? La tracciabilità elettronica può essere usata in associazione ad altri metodi tradizionali?

L'utilizzo del microchip consente di sviluppare sistemi di gestione automatizzata di controlli sanitari, funzionali, di gestione aziendale o di altro tipo; di automatizzare le operazioni conseguenti alla applicazione della normativa vigente in tema di identificazione e registrazione degli animali; di trasferire le informazioni lungo tutta la filiera produttiva fino al consumatore finale; di supportare programmi di tracciabilità delle carni con la possibilità di associare all'identificazione elettronica altri meccanismi successivi all'abbattimento dei capi; di supportare programmi per la valorizzazione e tutela dei prodotti tipici.
La realizzazione di quanto sopra è legata inevitabilmente all'uso di strumenti informatici (hardware e software) che siano perfettamente interfacciati fra loro al fine di assicurare una perfetta comunicabilità tra i sistemi.

Sicuramente il tag elettronico può essere usato insieme ad altri identificativi tradizionali. Il Regolamento (CE) 21/2004 sulla identificazione degli ovi-caprini considera un primo identificativo obbligatoriamente marca auricolare tradizionale ed un secondo identificativo a scelta fra una seconda marca auricolare, oppure il tatuaggio, oppure il microchip elettronico.

4) Per quanto riguarda l'aspetto economico, l'utilizzo dei microchip è più o meno conveniente rispetto agli altri strumenti utilizzati?

Attualmente il costo degli identificativi elettronici ha raggiunto livelli abbastanza competitivi rispetto alla marca auricolare tradizionale. Se si considera il mancato smarrimento (risparmio sulla rimarcatura e sulla perdita di tempo che questo comporta), la certezza dell'identità degli animali, nel tempo il sistema può essere più conveniente.

I costi da noi sostenuti per il progetto sono i seguenti:

TIPO COSTO UNITARIO EURO
TAG BOLUS HITAG-S 2048 134,2 KHZ PER OVINI/CAPRINI 4,16
TAG INIETTABILI 4x22 HITAG-S 2048 134,2 KHZ IN CONF. STERILE MONOUSO 5,04
TAG INIETTABILI 3x15 HITAG-S 2048 134,2 KHZ IN CONF. STERILE MONOUSO 4,56
MARCA AURICOLARE COMPLETA CON TAG DISK 30 mm 2,98
MARCA AURICOLARE COMPLETA CON GLASS TUBE TAG 4x22 2,37


BIBLIOGRAFIA

Caja G., Connil C., Nehring R. e Ribò O. 1999. Development of a ceramic bolus for the permanent electronic identification of sheep, goats and cattle. Computers and Electronics in Agriculture. Vol.24. Pg. 45-63.

Caja G., Ribò O.e Nehring R. 1998. Evaluation of migratory distance of passive transponders injected in different body sites of adult sheep for electronic identification. Livestock Production Science. Vol.55. Elsevier B.V. Pg. 279-289.

Colafrancesco R. Roma 25/10/03. Per mangiare sano controlliamo a distanza gli animali. www.wincat.it/colafrancesco.html

Connil C., Caja G., Nehring R. e Ribò O. 2000. Effects of injection position and transponder size on the performances of passive injectable transponders used for the electronic identification of cattle. Journal of Animal Science. Vol.78. American Society of Animal Science. Pg. 3001-3009.

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LEGISLAZIONE CORRELATA

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Reg. n. 178/2002/CEE "Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce i principi e i requisiti della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare." Estremi di pubblicazione: G.U.C.E. n. L 31 del 1/02/2002.

Reg. n. 1825/2000/CEE "Regolamento della Commissione recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1760/2000 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine." Estremi di pubblicazione: G.U.C.E. n. L 216 del 26/08/2000.

Reg. n. 1760/2000/CEE "Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema di identificazione e di registrazione dei bovini e relativo all'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine, e che abroga il regolamento (CE) n.820/97 del Consiglio." Estremi di pubblicazione: G.U.C.E. n. L 240 del 11/08/2000.

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D.M. del 25/02/2005 "linee guida per i controlli sulla etichettatura delle carni bovine." Estremi di pubblicazione: G.U. n. 101 del 3/05/2005.

D.M. del 13/12/2001 disposizioni applicative al regolamento (CE) n. 1760/2000- Titolo II. Etichettatura carni bovine." Estremi di pubblicazione: G.U. n. 23 del 28/01/2002.

D.M. del 30/08/2000 "Indicazioni e modalità applicative del regolamento (CE) n. 1760/2000 sull'etichettatura obbligatoria e su quella facoltativa delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine."Estremi di pubblicazione: G.U. n.268 del 16/11/2000.

D.P.R. n. 437 del 19/10/2000 "Regolamento recante modalità per la identificazione e la registrazione dei bovini." Estremi di pubblicazione: G.U. n. 30 del 6/02/2001.

ISO 11784 del 1996 "Radio frequency identification of animals -- Code structure"

ISO 11785 del 1996 "Radio frequency identification of animals - Technical concept"


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(*) si ringrazia il Dottor R. Colafrancesco dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana, per i suggerimenti e collaborazione nella correzione e revisione del testo.
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