Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 31, luglio - ottobre 2005 [http://spvet.it]
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Aflatoxins in swine.
Aflatossine nel maiale


Profumo F.


Summary: Aflatoxins represent a group of substances, producted by certain fungi (Aspergillus sp.), toxic for humans and animals. Particularly swine is one of the most sensitive species.
The review point out the aflatoxins effect on the health of swine. The work also analyzes effects on offspring from parents exposed to aflatoxin contaminated feed. The review brings out the interactions with other toxins and the influences of additives added to feed in order to diminish the intoxication.
Scientific literature and papers from Asfa, Cab, Medline, Science DirectTM, WebspirsTM, Scirus.it, Scholar.google.com, EurLex, Health Ministry and Agriculture Ministry are cited.

Riassunto: Le aflatossine sono un gruppo di sostanze, prodotte da funghi, fortemente tossiche per l’ uomo e per gli animali. In particolare il suino è una delle specie più sensibili. La review illustra gli effetti di queste tossine sulla salute dell'animale, con particolare riferimento a possibili accumuli nelle carni. I lavori recensiti riguardano le patologie che possono verificarsi nel suino esposto a mangimi contaminati dalle aflatossine. La review analizza anche i possibili effetti sulla prole discendente da genitori nutriti con tali mangimi contaminati. Prende anche in considerazione le influenze di eventuali additivi aggiunti ai mangimi per diminuire gli effetti da intossicazione e le interazioni congiunte con altre tossine. Le pubblicazione sono state recensite da ASFA, CAB, Medline, Science DirectTM , WebspirsTM, http://www.scirus.it, http://scholar.google.com, http://europa.eu.int/eur-lex/it/index.html, http://www.politicheagricole.it, http://www.ministerosalute.it


INTRODUZIONE
Le aflatossine (AF) sono metaboliti secondari prodotte da ceppi tossicogeni di aspergilli ubiquitari quali Aspergillus flavus (produttore di aflatossine B1 e B2) e A. parasiticus (produttore di aflatossine B1, B2, G1 e G2). Oltre alle aflatossine del gruppo B e G hanno anche importanza quelle del gruppo M, presenti nel latte di animali che hanno ingerito AF appartenenti al gruppo B, in forma di metaboliti idrossilati.
Le Aflatossine, fortemente tossiche per l'uomo e gli animali, tendono ad inquinare le derrate alimentari e pertanto sono state diffusamente studiate sin dalla loro scoperta.

La AFB1 rappresenta la più tossica delle quattro. La sua tossicità è dovuta alla sua biotrasformazione mediata a livello epatico ed extraepatico, dal citocromo CYP450. Tra i suoi principali prodotti di trasformazione troviamo l'AFM1 (meno tossica), che si accumula nel latte. La forma cancerogena principale di AFB1 è il suo 8,9-epossido (elettrofilo), presumibilmente per la sua estrema reattività e la possibilità di legare DNA e glutatione (nucleofili), che può inattivarlo attraverso la reazione catalizzata dalla glutatione S transferasi (un importante pathway di detossificazione in molte specie animali).

Le AFB1 possono avere effetti tossici in funzione della dose e del tempo di somministazione (Roger A. et al. 1993).

EFFETTI PATOLOGICI SULL'ANIMALE
Gli effetti delle Aflatossine sulla salute dell' animale riportati in letteratura sono molteplici. Miller in uno studio del 1982 cerca di determinare le alterazioni nell'aspetto morfologico del fegato, somministrando aflatossine in elevata concentrazione (Miller et al. 1982).

In questo studio i cambiamenti più evidenti riportati sono: morfologici, fisiologici, biochimici (aumento dell'attività degli enzimi epatici).
La dose somministrata sembra produrre necrosi centrilobulare e provoca emorragie nel fegato con incremento, entro le 24 ore, di: alcalino-fosfatasi, amino-trasferasi, isocitrato deidrogenasi, sorbitolo deidrogenasi. Le lesioni microscopiche risultano maggiori nelle 24 ore e minime nelle 72 successive (Miller et al. 1982).

Sul piano cellulare, Marin et al., 2002 hanno analizzato gli effetti delle AF sui parametri ematici.
A basse dosi queste sostanze non sembrano avere effetti sul numero di globuli rossi e linfociti e neanche alterare proteine come albumina, globulina, o modificare la loro concentrazione totale nel siero (Marin et al., 2002).

Secondo questi autori, ad alte dosi (280 ppb), le AF tendono ad alterare la performance del suino in particolare si avrebbe la riduzione del peso del 17% e un incremento della gamma globulina, non ci sarebbero invece variazioni dei globuli rossi del sangue (Marin et al., 2002).

Miller ed anche Silvotti affermano che l'ingestione di aflatossine sembra causare una diminuzione delle risposte del sistema immunitario. Inoltre emerge che le cellule immunocompetenti danneggiate sembrano i linfociti e macrofagi (Miller et al., 1981; Silvotti et al. 1997).
Trucksess e colleghi, affermano che le AF si ritrovano nei tessuti degli animali trattati con cibi contaminati fino alla macellazione. In particolare sono rilevabili nel fegato sia AFB1, AFM1, nel rene le AFM1, mentre nei muscoli non si ritrovano ne le AFM1, ma solo piccole traccie di AFB1.
Un dato importante è che non si ritrovano aflatossine nel muscolo di animali precedentemente alimentati con mangime contaminato, che siano sottoposti ad una dieta priva di AF, 24 ore prima di essere macellati (Trucksess et al., 1982).

BIOATTIVAZIONE DELLE AF NELL'APPARATO RESPIRATORIO DEL SUINO
L'apparato respiratorio del suino mostra una sensibilità spiccata nei confronti di queste tossine. In uno studio condotto in vitro, viene mostrata la capacità della mucosa olfattiva e respiratoria di bioattivare AFB1, che risulta maggiore rispetto al fegato (Larsoon et al. 1996).
Larsoon ritiene che l'accumulo di aflatossine nei tessuti in vivo è correlato con la capacità di formare complessi AFB1-DNA, confermando che la bioattivazione avviene localmente in tessuti extraepatici.
Questo è dovuto alla presenza di enzimi CYP 450 in grado di catalizzare l'epossidazione con conseguente formazione di AFB1 8-9 epossido. Sembra che anche la mucosa tracheale e congiuntivale e della laringe mostrino queste proprietà, sia nel suino che in altre specie animali (Sorenson et al.,1981). Considerando che le aflatossine sono presenti in alte concentrazioni nelle polveri di grano, ciò rende possibile una esposizione locale, a livello della mucosa, per quanto riguarda le AFB.

Presumibilmente l'animale può essere esposto all'AFB sia attraverso le polveri che per ingestione, assorbendo queste sostanze nel sangue (Larsson et al.,1996).

Per tale motivo l'AFB1 può essere il fattore eziologico nello sviluppo di tumori a livello della mucosa nasale in più specie.
Sempre considerando l'apparato respiratorio, un altro studio condotto da Liu, valuta gli effetti dell'AFB1 e della fumonisina B1 a livello dei macrofagi alveolari.
I dati dello studio indicano che il macrofago potrebbe, tramite particolari enzimi, quali le monossigenasi, attivare AFB1 fino a produrre metaboliti tossici (epossidi), causando citotossicità e altre alterazioni funzionali. (Liu et al. 2002).

Tra l'altro tutto ciò pone il problema se AFB1 contenuta nelle polveri derivanti da grano o da noccioline prodotte negli impianti di lavorazione possa rappresentare un pericolo per gli addetti che inalano tali polveri (Soreson et al., 1981).
Gli studi di Soreson indicano come la comprensione degli effetti tossici sulle funzioni dei macrofagi fornisca una solida base per la valutazione del rischio al quale viene esposto l'animale (ma anche gli operatori dell'indistria di trasformazione e gli agricoltori).

EFFETTI CONGIUNTI CON ALTRE TOSSINE
Dilkin riporta che gli effetti congiunti di AFB1 e FB1 causano una diminuzione del consumo di alimento e in una sua minore conversione durante il periodo sperimentale di somministrazione delle tossine (28 giorni).
Le intossicazioni croniche di AFB1 e FB1 porterebbero quindi ad importanti perdite di produttività (Dilkin et al. 2003).

Anche Harvey ha valutato gli effetti sulla performance di produzione del suino, sulla biochimica del siero e sui parametri ematologici, immunologici e patologici in relazione alla somministrazione di cibo contaminato da Aflatossine e Fumotossine con modalità diverse (solo AF, solo FB1 e da un miscuglio di AF e FB1).

Gli effetti delle due tossine in questa analisi appaiono addittivi, per la maggior parte, soprattutto per quanto riguarda peso e parametri ematologici. Nella somministrazione di AF e AF con aggiunta di FB1, si ha come risultato un inferiore consumo di cibo (diminuzione di peso corporeo ed un più basso incremento in peso), (Harvey et al. 1995).

ATTENUAZIONE DEGLI EFFETTI DA INTOSSICAZIONE
Alcuni autori si sono interessati alle possibilità di attenuare gli effetti da intossicazione di cibo contaminato da AF, soprattutto all'influenza delle vitamine sull'aflatossicosi.
In effetti, la vitamina E (noto antiossidante), riduce la formazione di radicali liberi nei tessuti e può prevenire alcune forme di necrosi epatiche, lesioni che possono essere dovute sia alle AF che alla deficienza di vitamina E stessa.

Proprio questo e per l'importanza della vitamina nella funzione enzimatica del fegato Harvey e collaboratori hanno pensato che la sua aggiunta nella dieta potesse ridurre gli effetti della presenza di AF, una ipotesi che pero' non è stata dimostrata sperimentalmente. (Harvey et al. 1994).

Da uno studio di Cabassi, vengono ottenute positivi riscontri per le vitamine A ed E, la cui aggiunta al mangime contaminato (AFB1, AFB2, AFG1, AFG2) sembra contenere le alterazioni del sistema immunitario (Verma et al. 2001; Cabassi 2003).

EFFETTI SULLA PROLE
Bonomi ha condotto uno studio per valutare la produttività di suini all' ingrasso, figli di scrofe allevate in condizioni di aflatossicosi cronica da AFB1 e AFG1 (realizzata mediante contaminazione dei mangimi , nei periodi di gestazione e di lattazione).
Da queste ricerche emerge che i figli delle scrofe trattate avrebbero avuto conseguenze negative nel corso dei periodi di allattamento e di postsvezzamento con differenze significative rispetto al gruppo di controllo che riguardavano una inferiore velocità di crescita e più bassi indici di conversione dell'alimento, minore accrescimento ponderale e con indesiderabili caratteristiche qualitative delle carni.
Anche in questo caso è stato comunque possibile rilevare, l'influenza negativa esercitata dalle aflatossine AFB1 e AFG1 sulle prestazioni produttive delle scrofe e dei suinetti. L'unione delle due sostanze ha avuto effetti più marcati rispetto alla azione svolta dalle due molecole prese singolarmente (Bonomi et al. 1997).


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Reg. (CE) 12/3/2002 n.472/2002. Regolamento della commissione che modifica il regolamento (CE) n.466/2001 che definisce i tenori massimi di taluni contaminanti presenti nelle derrate alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.75, 16/3/2002 entrato in vigore il 26/3/2002.

Reg. (CE) 12/2/2002 n.257/2002. Regolamento della commissione che modifica il regolamento (CE) n.194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per taluni contaminanti nei prodotti alimentari e il regolamento (CE) n.466/2001 che stabilisce tenori massimi ammissibili per taluni contaminanti nei prodotti alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.41, 13/2/2002 entrato in vigore il 14/2/2002.

Reg. (CE) 8/3/2001 n.466/2001. Regolamento della commissione che definisce i tenori massimi di taluni contaminanti presenti nelle derrate alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.77, 16/3/2001 entrato in vigore il 5/4/2001.

Reg. (CE) 16/7/1999 n.1566/1999. Regolamento della commissione che modifica il regolamento (CE) n. 194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per alcuni contaminanti presenti nei prodotti alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.184, 17/7/1999 entrato in vigore il 17/7/1999.

Reg. (CE) 16/7/1998 n.1525/1998. Regolamento della commissione che modifica il regolamento (CE) n. 194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per alcuni contaminanti presenti nei prodotti alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.201, 17/7/1998 entrato in vigore il 6/8/1998.

Rac. (CE) 2/2/1998 n.98/133. Raccomandazione della commissione del 2 febbraio 1998 relativa ad un programma coordinato per il controllo ufficiale dei prodotti alimentari per il 1998. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.36, 10/2/1998, p. 10-13.

Dir. 7/2/1997 n.97/8/CEE. Direttiva 97/8/CE della commissione del 7 febbraio 1997 che modifica la direttiva 74/63/CEE del consiglio relativa alle sostanze ed ai prodotti indesiderabili nell' alimentazione degli animali. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n. 48, 19/2/1997, p.22-30 abrogata da Dir. 1999/29/CE del 22/4/1999 abrogata da Dir. 2002/32/CE del 7/5/2002.

Reg. (CE) 31/1/1997 n.194/97. Regolamento della commissione che stabilisce tenori massimi per alcuni contaminanti presenti in prodotti alimentari. Estremi di pubblicazione: GUCEE SL n.31, 1/2/1997 entrato in vigore il 21/2/1997.

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Ringraziamo il Dottor Ivan Pecorelli per la cortese collaborazione nella fase di revisione e correzione del testo.
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