Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 33, Dicembre 2005 [http://spvet.it]
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Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Piano Aziendale 2006



di Petracca G.


Ai fini di una migliore informazione interna, ma anche per fornire elementi più concreti di valutazione sull'operato dell'Istituto ai "frequentatori" della nostra Webzine, pubblihiamo il Piano Aziendale 2006, proposto dalla Direzione Generale ed approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 20 dicembre 2005.


PIANO AZIENDALE 2006
Come già esplicitato negli anni precedenti, si sottolinea che il presente documento altro non vuol rappresentare se non il piano di lavoro di tutte le strutture laboratoristiche e non dell'Istituto e che lo stesso è stato predisposto, d'intesa con il Direttore Amministrativo ed il Direttore Sanitario e tenuto conto delle rispettive competenze ed attribuzioni, previa consultazione dei Responsabili delle Aree Tematiche e delle Sezioni Diagnostiche Provinciali, nell'ottica di:
  1. rappresentare il naturale proseguimento di quanto già programmato ed approvato lo scorso anno per il triennio 2005 - 2007;
  2. seguire le indicazioni programmatiche del Ministero della Salute e delle regioni Umbria e Marche nei rispettivi Piani Sanitari;
  3. far proprie le indicazioni fornite dalla Conferenza degli Assessori della Sanità delle regioni Umbria e Marche tenutasi ad Ancona il 14 dicembre u.s.;
  4. proseguire nel cammino, intrapreso già nel 2004, riguardante l'impegnativo obiettivo strategico, a valenza pluriennale, rappresentato dal perseguimento della politica dell'appropriatezza degli interventi.
Va poi evidenziato che il presente documento è redatto in maniera sostanzialmente diversa rispetto agli anni precedenti, in relazione alla attuazione, al momento ancora incompleta, del nuovo Regolamento per l'Ordinamento Interno dei Servizi dell'Istituto, approvato lo scorso anno da codesto Consiglio di Amministrazione e che prevede, anche nella fase programmatoria, una più incisiva e marcata responsabilizzazione della classe dirigente.
Partendo da tali considerazioni, lo sforzo compiuto dalla direzione aziendale è stato, dunque, quello di rendere visibile la volontà, espressa da tutti i livelli di maggiore responsabilità, di rendere manifesto e valorizzare il ruolo e la rilevanza dell'Istituto in ambito nazionale e regionale.

Ciò, peraltro, tenendo in debita considerazione l'attuale incertezza normativa e finanziaria, che ancora una volta va chiaramente denunciata e che rappresenta un ostacolo difficilmente superabile per un più deciso ed apprezzabile salto di qualità dell'intera rete zooprofilattica nazionale. Non si comprende, al riguardo, il perché agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali - che da anni hanno adottato una politica gestionale orientata non solo ad evitare disavanzi, ma, al contrario, capace di accantonare le risorse indispensabili al necessario adeguamento tecnologico per rendere un servizio sempre più efficace e rispondente alle aspettative dei cittadini - debbano essere estese norme, nate per altre amministrazioni dello Stato, che non consentono la possibilità di adeguare le loro dotazioni organiche ai livelli di assistenza da garantire. In una fase storica che vede ormai nell'Unione Europea consolidarsi una linea di politica sanitaria sempre più orientata alla prevenzione ed alla analisi del rischio quali elementi cardine da utilizzare per la tutela dei consumatori, resta francamente di difficile comprensione come non si riesca ancora a definire uno standard omogeneo di presenza sul territorio nazionale degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali che possa garantire i livelli di prestazioni richiesti dall'Unione Europea.

Pur a fronte di tali oggettive difficoltà, per questo Istituto resta obiettivo strategico primario per l'anno che verrà quello di proseguire nella attuazione del nuovo assetto funzionale dell'Istituto, al fine di rendere ancor più apprezzabile la politica del cambiamento, avviata ormai da qualche anno, con la realizzazione di strutture laboratoristiche e di servizio che possano essere in grado di rispondere con competenza, efficacia e tempestività alle richieste ordinarie di servizio, ma anche di fronteggiare le situazioni emergenziali, che purtroppo sono ormai diventate prassi costanti nelle attività degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.

L'insieme delle proposte che si sottopone alla valutazione di codesto Consiglio di Amministrazione rappresenta la naturale prosecuzione delle attività portate avanti nel corso degli ultimi anni da ciascuna unità operativa, cui si aggiungono specifici programmi di lavoro nati da esigenze operative o da necessità legate alle attuali evidenze epidemiologiche presenti nel territorio delle due Regioni di competenza.

Va detto in premessa che particolare risalto verrà dato alle funzioni proprie dei Centri di Referenza Nazionale e dei Centri di Riferimento Regionale, sottolineando così la volontà di garantire la progressiva e necessaria specializzazione delle singole strutture, in una ottica di crescente qualificazione del servizio offerto. Tutto ciò non disgiunto da una ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse economiche disponibili.

Tra gli argomenti che nel corso del 2006 meriteranno particolare attenzione vi è, senza dubbio, il potenziamento di alcune specifiche attività per le quali si ha intenzione di utilizzare in maniera crescente strumenti avanzati di controllo, basati su tecniche analitiche innovative associate anche a sistemi di rilevazione satellitare.

Tutti i programmi di interesse nazionale, avviati nel corso degli anni precedenti, troveranno comunque la necessaria continuità anche durante il 2006, in particolare il Programma di controllo delle sostanze alimentari importate dai territori della Bosnia-Herzegovina e del Kosovo e quelli riguardanti la sorveglianza epidemiologica delle Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili e della Blue Tongue.
A questi non può non aggiungersi, stante il rilievo, in verità più mediatico che oggettivamente scientifico, il Piano riguardante la sorveglianza dell'Influenza Aviaria, sia per quanto attiene le specie avicole allevate che quelle migratorie, al fine di offrire elementi certi di valutazione sulla realtà sanitaria nazionale.

Un obiettivo che si intende perseguire con particolare attenzione sarà, inoltre, il percorso volto al rafforzamento delle sinergie con tutti gli Enti o strutture coinvolti a diverso titolo nei settori di interesse dell'Istituto, con i quali si intende stabilire una maggiore e più proficua collaborazione sia ai fini del miglioramento dei protocolli diagnostici e di servizio che per implementare progetti di ricerca di interesse comune.

Per quanto riguarda la formazione, ferme restando le attività tipicamente connesse al ruolo che l'Istituto già da anni svolge sia a livello regionale che nazionale quale centro accreditato per l'Educazione Continua in Medicina (ECM), si intende portare avanti anche un modello nuovo di formazione, che punta su uno scambio interattivo di esperienze tra figure professionali diverse su tematiche di specifico interesse degli operatori del settore zootecnico.
Tale modello (Pathology Round) - che ha visto il coinvolgimento di nostri ricercatori, di docenti universitari e di operatori del mondo della libera professione e delle imprese private - è già stato ripetutamente sperimentato nell'arco del 2005, riscuotendo un notevole successo tra gli operatori della sanità pubblica e privata nonché tra allevatori e mangimisti.

Entrando nello specifico delle tematiche che si intendono affrontare, nei capitoli successivi viene presentata una descrizione sintetica, ma fortemente caratterizzante, degli obiettivi previsti per ciascuna Area Tematica o Sezione Diagnostica presente nell'organizzazione aziendale, illustrando per ciascuna di esse la CORE ACTIVITY, intesa come attività centrale e caratterizzante l'obiettivo strategico da perseguire nell'anno 2006, nonché la programmazione delle attività attraverso la quale vengono esplicitati gli obiettivi specifici che ciascuna articolazione organizzativa aziendale si è impegnata ad individuare quali finalità da perseguire e concretizzare nel corso dell'anno che verrà.

AREA TEMATICA DIAGNOSTICA INTEGRATA


CORE ACTIVITY: PROGETTO MONITOR
L'attività dell'Area Tematica Diagnostica Integrata per il 2006 sarà focalizzata sullo sviluppo di un programma di lavoro (Progetto Monitor) che tenderà a migliorare la qualità degli interventi diagnostici nelle aziende zootecniche. Il lavoro verrà pianificato ed attuato in collaborazione con i Servizi Veterinari regionali e le organizzazione di categoria, in un'ottica di integrazione tra professionisti ed imprenditori e di appropriatezza delle attività.

Le finalità del progetto per il 2006 possono essere così riassumibili: Gli obiettivi che si prevede di raggiungere sono i seguenti: Tali obiettivi saranno raggiunti attraverso il coinvolgimento delle Regioni Umbria e Marche, dell'ASUR Marche e delle ASL Umbria, dei professionisti che si occupano di tale problematica, delle Associazioni Provinciali Allevatori e delle altre organizzazione di categoria.

ATTIVITA' SPECIFICHE


RACCORDO CON I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE
Influenza Aviaria - Relativamente all'emergenza Influenza Aviaria, gli operatori dell'Area si troveranno a dover incrementare l'attività diagnostica, anche utilizzando metodologie innovative e sempre più sofisticate, per fornire un'efficace supporto alla sorveglianza degli allevamenti avicoli intensivi e rurali, nonché per intervenire tempestivamente al verificarsi di eventuali episodi di mortalità tra la popolazione dei volatili selvatici.
Per questi ultimi, in particolare per alcune specie di anatidi migratori, si prevede un'attività di monitoraggio attivo mirato alla ricerca di virus influenzali, da effettuarsi con campionamenti su soggetti catturati nelle aree umide presenti sia in Umbria che nelle Marche.
Scopo di questa indagine sarà quello di fornire elementi di conoscenza aggiuntivi a quelli previsti dal Piano di monitoraggio per la ricerca di virus influenzali nell'avifauna selvatica, che non ritiene necessarie catture presso le aree umide della due Regioni, non essendo state ritenute queste ultime tra quelle maggiormente interessate dai flussi migratori.

Monitoraggio dei volatili sinantropi (colombi) - Si rafforza in qualche modo la necessità di continuare il monitoraggio sanitario dei colombi che popolano i centri storici delle città umbre, in particolare di Perugia, anche alla luce dell'emergenza Influenza Aviaria. Da molti anni vengono condotte indagini di carattere sanitario nell'ambito di piani di controllo della popolazione dei colombi.
Su un certo numero di animali fu evidenziata negli anni scorsi la presenza di virus influenzali attraverso indagini di microscopia elettronica. Sarebbe sicuramente opportuno approfondire queste indagini, arrivando alla tipizzazione dei virus presenti, anche allo scopo di dare risposte certe alla popolazione che in merito all'Influenza Aviaria chiede quali rischi si possono correre vivendo a stretto contatto con i colombi all'interno della struttura urbana.

Registro tumori animali - E' prevista la prosecuzione dell'attività di ricerca inerente il Registro Tumori Animali e l'utilizzo dei dati ottenuti dallo studio in corso riguardante la possibilità di impiego di marcatori tumorali circolanti per la diagnosi di tumore mammario nella cagna.
I risultati fino ad ora ottenuti incoraggiano il proseguimento della ricerca, ritenuta di particolare interesse applicativo e che coinvolge l'Azienda Ospedaliera di Perugia "R. Silvestrini" ed il Dipartimento di Patologia Diagnostica e Clinica Veterinaria dell'Università degli Studi di Perugia, al fine di ottenere dati comparativi e trends epidemiologici nel territorio di competenza.

Leishmaniosi - L'attività riguardante l'indagine epidemiologica sulla diffusione della Leishmaniosi canina nelle regioni Umbria e Marche rappresenterà una concreta espressione della volontà di integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione. Nelle linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità le due Regioni vengono considerate come territori endemici sporadici e per i quali non è nota l'effettiva distribuzione dell'infezione.
L'attività, iniziata negli anni scorsi come progetto pilota, in particolare avvalendosi della preziosa collaborazione della ASL 2 dell'Umbria, verrà estesa al territorio delle due Regioni con l'intento di conoscere la reale situazione epidemiologica della malattia attraverso lo studio del vettore e del serbatoio canino.
Se l'obiettivo generale che si vuole perseguire è il controllo della Leishmaniosi canina sui territori regionali, gli obiettivi specifici individuati sono riconducibili ad un'attività di sorveglianza attraverso la conoscenza della diffusione della malattia e della presenza dei vettori sul territorio, anche attraverso una più intensa attività di sensibilizzazione sia dei veterinari liberi professionisti che dei proprietari degli animali, in particolare sulle corrette strategie profilattiche da seguire, ivi comprese quelle antivettoriali.

PROGETTI SPECIALI
Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili - Per quanto riguarda il Piano di selezione genetica degli ovini per la profilassi delle encefalopatie spongiformi trasmissibili, l'Istituto, pur a fronte di un non diretto coinvolgimento da parte del Ministero della Salute, si farà carico di tutte le attività analitiche relative al suddetto Piano per le regioni Umbria e Marche e si renderà disponibile anche per eventuali ulteriori attività analitiche finalizzate alla genotipizzazione ovina nell'ambito di ulteriori piani specifici di controllo, uno dei quali è in fieri con l'Assessorato Regionale all'Agricoltura dell'Umbria.

Blue Tongue - nell'ambito di questo Piano vengono e continueranno ad essere svolte le attività analitiche per la ricerca del genoma virale dal sangue dei bovini sentinella in caso di positività sierologica. Inoltre l'Istituto è in grado, in caso di PCR positiva, di identificare il sierotipo 2 (vaccinale e non) ed i sierotipi 4,9,16 (vaccinali) tramite sequenziamento.

Progetto Monitor - E' nostra intenzione di sviluppare un progetto triennale finalizzato alla riduzione della mortalità nelle aziende bovine da carne della Regione Marche. Il progetto prevede l'identificazione di 20 aziende pilota sulle quali indagare per approfondire le conoscenze sulle cause di mortalità. Tra gli obiettivi specifici i principali riguarderanno: a) la definizione di piani di intervento, b) la formazione degli operatori APA, c) l'estensione del progetto alla maggior parte degli allevamenti bovini da carne della Regione, d) l'analisi e la divulgazione dei risultati.

APPROPRIATEZZA DEGLI INTERVENTI
QUALITA' E GESTIONE AMBIENTALE
E' previsto l'aggiornamento del Sistema Qualità in relazione alla riorganizzazione logistica dei laboratori dell'Area, con stesura di procedure che regolino i nuovi flussi dei materiali, provvedendo anche ad un adeguamento delle procedure per quanto concerne la Gestione Ambientale.

POLITICA DELLA RICERCA
Per quanto riguarda l'attività di ricerca il personale dell'Area sarà impegnato nelle seguenti ricerche: NUOVE ATTIVITÀ DI RICERCA
POLITICA DELLA FORMAZIONE

AREA TEMATICA SICUREZZA ALIMENTARE


CORE ACTIVITY: APPLICAZIONE DECISIONE 2002/657/CE
L'attività dell'Area Tematica Sicurezza Alimentare per il 2006 sarà focalizzata sull'adeguamento delle metodiche ai criteri previsti dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale, atti a verificare e documentare il grado di sicurezza dei prodotti alimentari e dei mangimi. In particolare, rispetto alla Decisione 2002/657/CE, si prevede di validare i metodi analitici per la rilevazione di residui di sostanze ad uso farmacologico veterinario indicate dall'Unione Europea.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
  1. Ulteriore adeguamento delle metodiche laboratorio per l'attuazione dei Piani nazionali e regionali Ai fini dell'adempimento degli obblighi comunitari dei laboratori ufficiali della UE, si prosegue, anche per il 2006, nell'adeguamento delle metodiche ai criteri previsti dalla 2002/657/CE. In particolare si intende iniziare la validazione di alcuni metodi delle sostanze della categoria B (medicinali veterinari, cioè i farmaci autorizzati per il trattamento degli animali da reddito, per i quali l'Unione Europea definisce un "limite massimo di residuo" che non può essere superato nei prodotti destinati al consumo; contaminanti ambientali, come i metalli pesanti, i composti organoclorurati, ecc.) In particolare viene programmato l'ampliamento della gamma dei metodi di conferma effettuati con tecnica LC-MS-MS grazie allo strumento recentemente installato nei nostri laboratori, così come già avvenuto nell'anno 2005 per il cloramfenicolo in tessuti e nella pappa reale e i nitroimidazolici nel siero.
    Si intende pertanto effettuare:
  2. Incremento dei rapporti di collaborazione con i Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL. L'integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione proseguirà con il pieno coinvolgimento dei Servizi Veterinari in varie attività di ricerca ed in attività di monitoraggio per l'individuazione di patogeni lungo la filiera produttiva e per un'applicazione in piani di sorveglianza su base regionale, finalizzate alla produzione di dati attendibili e certi da utilizzare nell'ambito della valutazione dei rischi legati al consumo degli alimenti. L'integrazione con le AA.SS.LL. si concretizzerà anche all'interno di corsi di formazione progettati ed organizzati dall'Istituto per gli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione su tematiche di pianificazione ed esecuzione di audit e di corretto campionamento. Sempre in collaborazione con le AA.SS.LL. e con l'Area Tematica Diagnostica Integrata si intende, inoltre, effettuare un piano di monitoraggio delle infezioni da IBR, BVD e Paratubercolosi negli allevamenti bovini da latte conferenti al Caseificio Sociale di Norcia. La Rinotracheite infettiva (IBR), la Diarrea Virale (BVD) e la Paratubercolosi sono tre patologie infettive di particolare rilevanza nell'allevamento del bovino da latte. Tale rilevanza è legata tanto alla capacità di causare danni economici, in termini di perdita di animali e riduzione della loro produttività, quanto al potenziale ruolo zoonosico che possono rivestire. Allo stato attuale, l'effettiva diffusione di queste tre malattie non è conosciuta con precisione, se non in relazione ad episodi clinicamente manifesti o diagnosticati presso i laboratori del nostro Istituto. Il riscontro, comunque frequente, di sieropositività in occasione di controlli sierologici collaterali ad indagini cliniche o anatomopatologiche (BVD e PTBC), o di compravendite di animali (IBR), confermano la diffusa presenza di questi agenti di malattia nei territori dell'Umbria e delle Marche. Ciò considerato si ritiene opportuno avviare un piano di monitoraggio, di durata annuale, basato sulla ricerca di anticorpi nei confronti di questi tre agenti infettivi nel latte di massa e di singolo animale degli allevamenti di bovini da latte, prendendo in esame in questa prima fase le aziende dei soci conferenti al Caseificio Sociale di Norcia (90 allevamenti circa).
    Le fasi di studio di tale iniziativa possono essere così riassunti:
  3. Ricerca finalizzata e corrente su tematiche inerenti l'analisi del rischio alimentare.
    La tematica delle ricerche correnti e finalizzate proposte per il 2006 è tutta incentrata sulla analisi del rischio alimentare, iniziando dalla valutazione dei fattori di rischio e dalla diffusione degli agenti delle zoonosi alimentari e dei patogeni negli ambienti di lavorazione e nelle nicchie ambientali dei prodotti tradizionali.
    Per quanto concerne la ricerca finalizzata, l'Area Tematica Sicurezza Alimentare sarà impegnata come U.O. nel progetto Sicurezza alimentare: studio e applicazione di modelli di controllo e di microbiologia predittiva su base Real Time PCR per valutare presenza e comportamento di patogeni in prodotti tradizionali italiani, al quale parteciperanno i 10 II.ZZ.SS., l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza ed il Consorzio di Bioingegneria e Informatica Medica (CBIM) di Pavia.
    Obiettivo principale del progetto è di mettere a punto e applicare metodi e strumenti innovativi atti a verificare e documentare il grado di sicurezza alimentare di prodotti tradizionali, in modo da attivare efficaci prassi di applicazione del sistema HACCP da parte degli stabilimenti e di verifica da parte degli organismi di controllo, corrispondenti a criteri di graduazione dei rischi nelle varie categorie di alimenti tradizionali. Verrà condotta una graduazione del rischio microbiologico associato a matrici alimentari, quali prodotti carnei trasformati e prodotti caseari fabbricati nelle Regioni di competenza. Ciò verrà condotto ponendo in atto le condizioni per un'attenta valutazione del rischio, tenendo conto anche delle condizioni ambientali, riguardanti gli ambienti di lavorazione, le tecnologie impiegate ed il prodotto. Il progetto si propone quindi come utile strumento operativo di gestione del rischio, permettendo quindi una reale applicazione del sistema HACCP, in accordo con la nuova normativa.

    I risultati conseguiti contribuiranno a supportare un sistema che, operando su processi e fattori produttivi, renderà possibile che, alla quantificazione dei pericoli presenti, corrispondano azioni tese a diminuirne nel tempo presenza ed impatto. I prodotti tradizionali, rappresentati da rinomati prodotti a base di carne e latte stanno infatti proprio attualmente sperimentando un'accentuata fase di trasformazione, finalizzata alla qualificazione delle produzioni a livello nazionale e comunitario ed al loro riconoscimento negli Stati non aderenti alla UE.
    L'obiettivo verrà perseguito attraverso un'attenta attività di sorveglianza dei prodotti e dei processi, basata sull'impiego di tecniche di PCR real time altamente sensibili e sulla determinazione della reale shelf-life dei prodotto, dimostrabile mediante contaminazione artificiale e subliminare degli stessi. Le informazioni ottenute costituiranno elementi di alimentazione del sistema informativo della sicurezza alimentare (SIV-ARS), giovandosi peraltro dell'utilizzo di metodi biomolecolari atti alla quantificazione dei patogeni nelle matrici di interesse e negli ambienti di produzione nonché di tecniche che, permettendo la discriminazione tra la popolazione batterica vitale rispetto a quella totale, consentiranno l'elaborazione di affidabili modelli di microbiologia predittiva.

    La ricerca corrente intende, invece, sviluppare tematiche sulla diffusione degli agenti delle zoonosi alimentari, attuando una collaborazione fra i Centri di Riferimento Regionale per gli Enterobatteri Patogeni, la Diagnostica Integrata, l'Osservatorio Epidemiologico, alcune AA.SS.LL. territoriali e l'Istituto Superiore di Sanità per valutare, da un punto di vista epidemiologico, la circolazione delle Salmonelle nell'ambito del mondo animale, dell'ambiente, degli alimenti e delle infezioni umane. Il monitoraggio permetterà di rilevare i sierotipi circolanti in un determinato distretto e, attraverso un'ulteriore caratterizzazione di tipo biomolecolare, di valutare le eventuali correlazioni tra gli stipiti circolanti, fornendo dati per impostare studi di carattere epidemiologico.

  4. Potenziamento delle attività del Centro di Riferimento Regionale per gli Enterobatteri Patogeni.
    Obiettivo principale per il 2006 sarà quello di rendere routinaria l'applicazione della elettroforesi in campo pulsato (PFGE) sui ceppi di origine umana.
    Considerato che il Centro di Riferimento Regionale per gli Enterobatteri Patogeni dell'Istituto è una delle poche strutture periferiche che eseguono tale metodica, siamo stati sollecitati dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha delle oggettive difficoltà ad applicarla su tutti i ceppi inviati dai Centri di Riferimento, ad eseguire routinariamente la PFGE su tutti i ceppi di Salmonella isolati nelle regioni Umbria e Marche.
    L'utilizzo di tale metodica elettroforetica consentirà di evitare il trasferimento all'Istituto Superiore di Sanità dei ceppi batterici, sostituendolo con l'invio delle immagini dei pulsotipi; quest'ultimo, attraverso il riscontro oggettivo dell'immagine via telematica, potrà quindi agevolmente catalogare ed elaborare i dati inviati.

  5. Formazione rivolta agli operatori del Sistema Sanitario Nazionale.
    La diffusione della cultura della qualità e dell'appropriatezza degli interventi, fornendo agli operatori del Sistema Sanitario Nazionale idonei strumenti atti a verificare e documentare il grado di sicurezza dei prodotti alimentari e dei mangimi, sarà l'obiettivo dell'Area per il 2006.
    Le autorità competenti per il controllo ufficiale delle filiere di produzione agroalimentare svolgono la loro attività per garantire la sicurezza delle produzioni stesse e la loro rispondenza alla legislazione di settore, sempre più di diretta derivazione comunitaria. Esiste quindi, anche per gli organi di controllo, una crescente esigenza di operare in termini di qualità, di conformità alla norma e di uniformità di azione.
    Tali requisiti vengono mantenuti con una serie di verifiche che, ai vari livelli, dovranno uniformarsi alle procedure previste dalla ISO 19011 - Linee guida per gli audit dei sistemi per la gestione della qualità. Dal personale ispettivo del Ministero della Salute, a quello dei Servizi Veterinari Regionali, fino ai Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL., l'esigenza di eseguire verifiche ispettive e l'obbligo di subirne da parte di organismi sovraordinati, rende urgente la conoscenza delle tecniche e delle metodiche in uso secondo i principi riconosciuti e condivisi della qualità. Si ritiene pertanto necessario di progettare e realizzare nel corso del 2006 due eventi formativi accreditati ECM che possano risultare utili a tali finalità.
    Il primo sarà finalizzato a migliorare le conoscenze e le competenze dei veterinari che operano in qualità di auditor o che semplicemente ricevono le verifiche ispettive superiori; il secondo evento formativo contribuirà ad aggiornare le competenze in tema di campionamento per adeguare l'attività di prelievo a quanto previsto dalle normative europee nel tema specifico e per rendere omogenea l'attività a livello di Servizi territoriali.

    Con il primo evento ECM, si intende sottolineare l'importanza dell'audit quale strumento di verifica e ci si pone l'obiettivo di formare i partecipanti sulle sue fasi strategiche (pianificazione, programmazione, preparazione, descrizione degli scopi e dei soggetti coinvolti, esecuzione, formulazione di report), anche attraverso l'illustrazione degli strumenti tipici da utilizzare per svolgere in modo ottimale le stesse. Tutto ciò dovrebbe consentire di fornire gli strumenti per:
    L'obiettivo del secondo evento è, invece, quello di far comprendere che il campionamento è una fase importantissima del processo analitico e che la sua corretta esecuzione è essenziale per produrre dati certi ed utilizzabili per una corretta valutazione del rischio.

  6. Attività a pagamento.
    Si ravvisa l'esigenza di dare continuità all'attività di consulenza, assistenza, formazione e supporto analitico fornito ad imprese pubbliche nel comparto della ristorazione collettiva e ad imprese private che operano nei settori della macellazione e della trasformazione delle carni, del latte e dei prodotti ittici anche col la collaborazione dell'Unità Operativa Tecnologie Alimentari
    In particolare, nel corso del 2006, è nostra intenzione intensificare le attività legate al controllo della shelf-life e a quello dell'etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari. Il primo aspetto riveste un'importanza essenziale nella commercializzazione dei prodotti tipici tradizionali e nella loro accettabilità da parte del consumatore. La legge impone che sia riportato, in etichetta, il tempo minimo di conservazione e la stima di tale tempo è a carico, e sotto la responsabilità, del produttore.
    Il produttore non ha molti mezzi per valutare correttamente la shelf-life della propria derrata alimentare; se tale tempo viene sovrastimato si possono avere ripercussioni negative non solo da un punto di vista microbiologico, ma anche da quello bromatologico, che non sempre vanno di pari passo. Si trovano spesso in commercio prodotti il cui TMC non è superato, ma che presentano comunque un evidente stato di alterazione. D'altra parte, il TMC potrebbe essere sottostimato; in quel caso, la valutazione corretta della shelf-life rappresenta un effettivo vantaggio per il produttore, che può tranquillamente allungare il tempo di commercializzazione del suo prodotto. Per tali motivi molti produttori si rivolgono all'Istituto affinché li coadiuvi, con consulenze, analisi e microbiologia predittiva, nella corretta determinazione della durabilità delle loro produzioni.

    La normativa vigente impone anche un controllo dell'etichettatura nutrizionale, senza aver fissato ancora dei limiti di tolleranza. In vista di normative comunitarie più rigide, diventa essenziale per il produttore riportare in etichetta valori il più possibile rispondenti a verità.
    E' prevista, infine, quale ampliamento delle attività a pagamento, l'attivazione di una convenzione con l'Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche (ASSAM), volta al controllo della presenza di Organismi Geneticamente Modificati in mangimi destinati ai bovini, finalizzato alla certificazione delle carni, nonchè con i Consorzi del Prosciutto di Norcia e del Salame di Fabriano.

AREA TEMATICA CENTRI DI REFERENZA


CORE ACTIVITY: AMPLIAMENTO ATTIVITÀ DEL CEREP E CEREL
L'attività dell'Area Tematica Centri di Referenza sarà incentrato sull'allargamento delle competenze del CEREL e CEREP ad altre patologie di particolare rilevanza nelle specie animali (Lentivirus e Pestivirus) e sul necessario processo di standardizzazione ed armonizzazione delle procedure diagnostiche.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Gli ambiti operativi delle strutture afferenti ai Centri di Referenza tendono nel corso degli anni a conservare indirizzi ed attività che riflettono le competenze e le funzioni attribuite dalla normativa nazionale. Ciononostante l'evoluzione delle conoscenze e delle acquisizioni tecnologiche comportano una esigenza di sviluppo e di adeguamento imposto da eventi ed esigenze propri delle patologie infettive assegnate ai Centri.
A ciò si aggiunga che, a causa della minaccia incombente di una probabile e paventata epidemia di Influenza Aviaria, dovranno essere previste attività di laboratorio connesse ai sospetti di focolaio ed all'attività di sorveglianza che potrebbe essere messa in atto per disposizioni di legge nei domestici e nei selvatici. Il Piano di Sorveglianza Nazionale già emanato prevede infatti che, in caso di sieropositività, gli allevamenti dovranno essere controllati anche dal punto di vista virologico.

Per quanto riguarda, dunque, le ipotesi programmatiche per le attività da svolgere nel corso del 2006, queste possono essere sintetizzate e attribuite ai seguenti settori:
  1. Diagnostica e ricerca
  2. Politica della qualità
  3. Epidemiologia e flusso dati
  4. Formazione
  5. Ricerca
Lo sviluppo nel settore diagnostico potrebbe trovare ulteriore e nuovo impulso laddove venisse concesso l'allargamento del CEREP e CEREL ad altre patologie dei ruminanti. In questo caso diventerebbe indispensabile procedere alla standardizzazione ed armonizzazione di procedure diagnostiche che, a tutt'oggi, risultano inadeguate e poco attendibili.
Attività di ricerca dovrà essere svolta anche per conferire alla diagnosi diretta di Peste Suina Classica, mediante PCR, un ruolo nella sorveglianza attiva degli allevamenti in caso di applicazione della vaccinazione di emergenza. Tale esigenza si collega alla preparazione di un Piano di Emergenza per il Laboratorio di Virologia (Laboratory Contingency Plan) e del CEREP, che dovrebbe consentire la gestione operativa di eventuali eventi epidemici che possano generare un'emergenza di campo ed a livello delle strutture laboratoristiche deputate alla diagnosi delle malattie in causa.

Anche nel 2006 verranno organizzati e realizzati il Ring Test per la Peste Suina Classica e per la Leucosi Enzootica Bovina.

Relativamente alla Politica della Qualità e nel rispetto delle norme 17025, nel corso del nuovo anno verranno portate in accreditamento almeno due procedure previste per la diagnosi indiretta di BHV1 e BVDV.

L'attività di maggior impegno sarà, come già da qualche anno, rappresentata dall'approfondimento dell'analisi epidemiologica della situazione relativa alla Peste Suina Africana in Sardegna e la valutazione dei dati riguardanti il piano di sorveglianza per la Peste Suina Classica sul territorio continentale.
Il picco epidemico di PSA in Sardegna e la successiva diffusione endemica determineranno un costante impegno nell'analisi dei principali fattori di rischio legati alla diffusione della malattia e nel supporto consulenziale alla varie unità di crisi locali nella gestione delle emergenze epidemiche.

Relativamente alla Formazione, nel corso del 2006, verrà mantenuto costante l'impegno nelle iniziative di formazione esterna, con particolare riferimento a quella che sarà la domanda di aggiornamento da parte dei Servizi Veterinari e dei veterinari liberi professionisti.

Settore di importanza strategica è da sempre, per i Centri di Referenza, la ricerca sugli aspetti fondamentali delle patologie infettive di competenza degli stessi.
Nel 2006 verrà realizzato un progetto di ricerca che riguarderà l'epidemiologia molecolare degli Asfivirus.
Verranno inoltre intraprese indagini sperimentali anche nell'ambito dei HPAI, rivolgendo particolare attenzione allo sviluppo di procedure diagnostiche rapide e sensibili di tipo molecolare rendendo così più celere la diagnosi diretta per i virus influenzali, in accordo con gli indirizzi tracciati dal Centro di Referenza Nazionale di Legnaro.

Verranno infine proseguite le indagini sperimentali attivate negli anni precedenti e che riguardano i Lentivirus dei piccoli ruminanti e la diagnosi di laboratorio della LEB e BVD.

AREA TEMATICA PIANI ERADICAZIONE E SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DEL SERVIZIO
L'attività di questa Area Tematica sarà incentrata sulla ottimizzazione della gestione delle attività di profilassi di campo per una corretta interfaccia con il laboratorio diagnostico. In particolare verranno messi a punto sistemi di raccolta ed analisi dei dati generati per la verifica in tempo reale del raggiungimento degli obiettivi propri di ciascun intervento.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Tenendo conto di quanto previsto dal Piano Aziendale triennale 2004 -2006, dalla riorganizzazione aziendale attuata nel gennaio 2005 ed in considerazione delle competenze di tale Area Tematica, si elencano le attività che la caratterizzeranno nel corso del 2006.
AREA TEMATICA ASSICURAZIONE QUALITA' - GESTIONE AMBIENTALE


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DEL SERVIZIO
L'anno 2006 dovrà vedere il consolidamento del Sistema di Gestione Ambientale per la Sede di Perugia, finalizzato al mantenimento della Certificazione Ambientale e relativo adeguamento alla nuova revisione della Norma UNI EN ISO 14001/04.

Analogamente si provvederà all'adeguamento del Sistema di Gestione della Qualità in relazione alla nuova revisione della Norma UNI EN ISO 17025/05.

Ai fini, poi, del miglioramento delle performances e della fruibilità interna del servizio, verrà perfezionato ed applicato il software che permette di gestire le non conformità in modo informatizzato (trasferimento dei moduli per via informatica e possibilità di una migliore rendicontazione di tale attività) nonché implementata la sezione della nuova versione del sito Web dell'Istituto relativa all'Area Tematica Assicurazione Qualità - Gestione Ambientale.

Come da prassi ormai consolidata, in relazione alle crescenti esigenze di disporre di Prove accreditate, sia nel settore della sanità animale che, in particolare, della sicurezza alimentare, si provvederà alla estensione di nuove prove da concordare con i Responsabili di Area e di Sezione.

SEZIONE DIAGNOSTICA DI ANCONA


CORE ACTIVITY: DEFINIZIONE DEGLI AMBITI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PARTNERSHIP DEL CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE DEI MOLLUSCHI
L'attività della Sezione Diagnostica di Ancona per il 2006 sarà principalmente dedicata al potenziamento del Centro di Referenza Nazionale sul controllo microbiologico e chimico dei molluschi bivalvi vivi (CEREM), focalizzando in particolare l'attenzione sull'attività diagnostica delle patologie principali degli stessi. Inoltre, particolare attenzione verrà posta alla individuazione delle strutture nazionali o internazionali con le quali creare una concreta ed interattiva interfaccia, necessaria per lo scambio di informazioni scientifiche e per la organizzazione di un programma di ring-test per la verifica delle performance dei laboratori di controllo delle contaminazioni microbiologiche e chimiche.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Organizzazione. In base alle risorse umane, strutturali, strumentali e finanziarie disponibili, dal 1 gennaio 2005 è stato adottato un nuovo modello organizzativo del CEREM, con suddivisione non più in laboratori ma in aree di attività.
E' stata inoltre attivata una stretta cooperazione tra la Sezione di Ancona e la Sezione di Terni al fine di consentire un'integrazione fra gli aspetti igienico-sanitari legati alla molluschicoltura e quelli legati alla piscicoltura dulciacquicola e marina. L'attività core del Centro è rappresentata da due Macroaree di Sicurezza Alimentare, quella microbiologica e quella chimica. La Macroarea Microbiologica è stata, a sua volta, articolata in due unità di eccellenza: Unità Virus (identificazione con metodiche biomolecolari; identificazione mediante microscopia elettronica; isolamento su colture cellulari) e Unità Batteri (identificazione di Vibrionacee ed Aeromonadacee; E. coli; L. monocytogenes; germi vitali non coltivabili).
La Macroarea Chimica in altrettante unità di eccellenza: Unità Biotossine (metalli pesanti emergenti, mouse test; sviluppo metodiche in immunoenzimatica e impiego di biosensori, identificazione del fitoplancton tossico) e Unità Contaminanti ambientali (pesticidi, policlorobifenili, idrocarburi, isotopi radioattivi, radionuclidi).
Le attività a supporto del Centro sono rappresentate dall'Epidemiologia (raccolta, elaborazione e diffusione dati), Ricerca (cooperazione nazionale ed internazionale, progetti europei, partecipazione a convegni, pubblicazioni scientifiche), Formazione (organizzazione corsi aggiornamento, docenze) e Relazioni Pubbliche.

Visibilità del CEREM. Elemento di spicco in questo settore sarà l'opportunità, offerta dall'attivazione entro i primi mesi del 2006 del nuovo sito web dell'Ente.
Molto interessante sarà la possibilità offerta agli operatori del Centro di fornire dati ed informazioni utili e tali da far crescere e costituire progressivamente un riferimento di consultazione privilegiata, per gli operatori della sanità, gli operatori del settore della pesca, in particolare di quello della molluschicoltura attualmente in forte espansione nella Regione Marche, e degli stessi consumatori.

Autorevolezza - Alla luce di quanto appena illustrato, la struttura sarà in grado di acquisire ancora maggiore autorevolezza nel momento in cui potrà dimostrare di costituire un sistema collaborativo coeso, efficiente ed efficace, integrato in un macrosistema a valenza nazionale ed internazionale.
Questa necessità sarà sempre più pressante con l'imminente entrata in vigore dei provvedimenti attuativi del Regolamento n° 178/2002 della Commissione U.E. sulla sicurezza alimentare. Dal momento che l'applicazione di tali provvedimenti farà perno sulla conoscenza, valutazione e gestione del rischio, la Sezione dovrà acquisire una crescente competenza e dimostrare di possedere una approfondita padronanza delle diverse problematiche.

Attività di ricerca scientifica. Già consistente ed espletata a livelli elevati, proseguirà con orientamenti più specifici, ma sempre di grande spessore, con l'obiettivo di produrre lavori scientifici pubblicati su riviste di prestigio nazionali ed internazionali.
Fattori vincolanti saranno, in ogni caso, l'attualità e la espressione di risultati che dovranno avere una reale ricaduta pratica. In particolare la ricerca dovrà fornire strumenti operativi per la gestione di situazione di emergenza che, ormai ciclicamente, si ripetono nel settore veterinario (contaminazioni ambientali organiche ed inorganiche, biotossicità dei molluschi).

Nel corso del 2006 verranno, conseguentemente, attuati i seguenti filoni di attività:
  1. Sviluppo di metodiche biomolecolari per l'identificazione di contaminanti biologici (virus, batteri, protozoi) nei molluschi bivalvi - E' prevista la partecipazione a ring test interlaboratorio per la rilevazione di virus dell'epatite A e norovirus nei molluschi bivalvi, oltre allo sviluppo di modelli operativi tradizionali, biomolecolari ed elettroforetici per l'isolamento, identificazione e tipizzazione dei vibrioni, con particolare riferimento a Vibrio parahaemolyticus e V. alginolyticus. Particolare attenzione sarà rivolta alla messa a punto di metodiche biomolecolari per la ricerca di Cryptosporidium spp. nei molluschi.
  2. Sviluppo di metodiche alternative per la ricerca di contaminanti chimici nei prodotti della pesca e dell'acquacoltura - Saranno eseguite indagini epidemiologiche finalizzate alla evidenziazione del rischio costituito dalla presenza di PCB nei prodotti dell'acquacoltura e di IPA nei prodotti della pesca. L'ICP massa, di recente acquisizione, consentirà di implementare la ricerca di metalli pesanti. Il Centro sarà così in condizione di segnalare alle autorità locali e ministeriali le eventuali emergenze derivanti da contaminazioni da metalli pesanti non previsti dalla normativa vigente e da inserire nella normativa in evoluzione e di prossima applicazione.
  3. Sviluppo di sistemi di sorveglianza e metodi analitici innovativi per la rilevazione di contaminanti biotossicologici nei mitili - In questo ambito sarà effettuata una mappatura delle aree costiere italiane destinate alla produzione di molluschi bivalvi vivi. E' in corso una cooperazione con il Centro di Ricerche Marine di Cesenatico per la validazione di una metodica che permetta di superare il mouse test per la ricerca quali/quantitativa della Yessotossina.
  4. Controllo dei prodotti ittici importati dai Balcani per la rilevazione dell'uranio e dei suoi isotopi - Il CEREM è stato identificato dal Ministero della Salute fra i laboratori di riferimento a livello nazionale per l'attuazione di un progetto speciale finalizzato a rilevare la contaminazione da uranio impoverito negli alimenti provenienti dalla regione balcanica. Come supporto all'attuazione di questo progetto, tutti gli uffici frontalieri del Ministero della Salute (USMA, UVAC e PIF) sono stati invitati a trasmettere campioni al centro di riferimento di Ancona.
  5. Sviluppo di metodiche biomolecolari ed elettroforetiche per l'identificazione di specie dei prodotti ittici trasformati, molluschi eduli lamellibranchi inclusi.
  6. E' stato redatto un progetto di lavoro dal titolo MITIC (Mitilicoltura nella Regione Marche: sviluppo di un sistema informativo integrato a supporto della sicurezza alimentare), che, se approvato dal Ministero della Difesa, permetterà al Centro di accreditarsi come struttura di riferimento per l'assegnazione di volontari del Servizio Civile (Ufficio Nazionale Servizio Civile).

Parallelamente alle attività di ricerca, sarà dato maggior impulso al rapporto di collaborazione già avviato con il Centro di Referenza Europeo (CEFAS - Regno Unito) per la validazione di protocolli operativi in materia di controllo igienico-sanitario dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, nonché con l'Istituto Superiore di Sanità e gli altri Istituti Zooprofilattici Sperimentali.

Per ciò che attiene alla formazione, il Centro organizzerà un Corso di aggiornamento ECM sulla Sicurezza dei Prodotti Ittici, che si svolgerà nel maggio 2006 ad Ancona, in concomitanza con la manifestazione internazionale della pesca che annualmente viene organizzata dall'Ente Fiera.
Di notevole rilevanza strategica, per la crescita professionale dei Dirigenti e degli operatori - ricercatori, sarà la partecipazione, attiva e/o passiva, a giornate di studio, corsi di formazione/aggiornamento, convegni, congressi, seminari e workshop.
Sarà, inoltre, mantenuta ai livelli attuali l'attività di tutoraggio prestata dal personale della Sezione in favore di tirocinanti universitari, studenti delle scuole medie superiori e frequentatori volontari.
Per quanto concerne, più in generale, il piano di lavoro della Sezione si riportano di seguito gli obiettivi ritenuti strategici per il 2006.

Sviluppo dell'attività analitica - I settori analitici al cui sviluppo la Sezione di Ancona intende dare un impulso decisivo sono rappresentati dall'ampliamento della diagnostica molecolare, finalizzata in particolare:


Incremento della diagnostica immunologica - L'attività afferente la Struttura Semplice Diagnostica Integrata contribuirà con la propria attività analitica di screening, all'attuazione di un programma coordinato di lavoro con le APA, che coinvolga tutta le figure preposte alla promozione ed al controllo della produzione di alimenti per uso zootecnico per prevenire, fornendo corrette informazioni e adeguati comportamenti, in caso di episodi di eccessiva presenza di micotossine nelle derrate alimentari destinati all'uomo o agli animali. Contemporaneamente si procederà all'applicazione di linee guida Regionali e Nazionali per il controllo della Aflatossine M1 nel latte in collaborazione con il Centro Latte di Perugia.

Incremento della diagnostica microbiologica - Si procederà alla stesura e validazione della procedura per la ricerca dell'E. coli nei Molluschi bivalvi vivi, Echinodermi, Tunicati e Gasteropodi, secondo la norma ISO TS 16649-3 (Metodo DONOVAN) che entrerà in vigore dal Gennaio 2006.
Sarà avviata, dando seguito ai primi contatti, una collaborazione con l'Università degli Studi di Bologna, per l'attuazione di un programma di ricerca riguardante la Progettazione e sperimentazione di impianti per la depurazione dei molluschi bivalvi: innovazione tecnologica per la sicurezza alimentare, finanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Il nostro contributo riguarderà l'applicazione di metodiche analitiche per l'isolamento ed identificazione della componente batterica e virale dalla matrice molluschi nonché l'effettuazione di prove sperimentali mirate al controllo dell'efficacia della depurazione nei riguardi di tali contaminanti.

Incremento della diagnostica chimica - Lo studio già avviato nel corrente anno, proseguirà in collaborazione con la ditta DIESSECHEM di Milano.

Esso riguarda l'impiego di uno spettrometro ad infrarossi (NIR), che potrebbe fornire indicazioni utili per mettere a punto un metodo basato su elementi oggettivi ed univoci finalizzati al controllo di filiera e alla verifica della tracciabilità nel settore dei prodotti della pesca.
Questa metodica potrebbe essere confrontata, e quindi costituire una procedura di validazione reciproca, con i metodi biomolecolari. Si proseguirà alla messa a punto di metodi singoli e/o multiresiduo per la determinazione di metalli di varie matrici in ICP-MS e trasferimento dell'attività di routine attualmente effettuata in AAS.
L'opportunità offerta dal nuovo strumento sarà associata all'attività che si svolgerà per l'attuazione del progetto KOSOVO in materia di ricerca di residui di uranio impoverito. Inoltre saranno messi a punto metodi strumentali in HPLC per la ricerca delle biotossine algali. A tale proposito, dal Centro di Riferimento di Cesenatico è stata trasmessa una metodica HPLC, che a breve sostituirà il mouse test per la ricerca e la determinazione delle biotossine tipo PSP.
Nel campo dei contaminanti organici, sarà sviluppato un metodo per la determinazione degli IPA negli alimenti, con una particolare attenzione ai prodotti della pesca. Inoltre si implementeranno metodi di conferma in GC-MS per la determinazione dei PCB e dei Pesticidi Organofosforati e Organoclorurati.
È previsto il potenziamento del settore Bromatologico nell'ambito delle matrici ittiche e degli alimenti ad uso zootecnico destinati all'acquacoltura.

SEZIONE DIAGNOSTICA DI FERMO


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DIAGNOSTICHE REGIONALI IN COLLABORAZIONE CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
L'attività della Sezione Diagnostica di Fermo sarà focalizzata alla ottimizzazione delle attività diagnostiche inerenti tutte le sedi territoriali delle Marche attraverso una stretta collaborazione con le principali organizzazioni professionali e di categoria, oltre che con i Servizi Veterinari dell'ASUR Marche.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
  1. Diagnostica Integrata: Controllo delle principali parassitosi come indicatori di gestione aziendale L'idea è quella di partire da una valutazione epidemiologica esistente tramite l'analisi dei dati presenti in archivio al fine di integrare le varie componenti professionali operanti a livello regionale (ASUR, APA, L. P.). Tutto ciò comporta sia un coinvolgimento attivo dei Servizi di sanità pubblica (relative per es. alla farmacovigilanza, intesa come valutazione dei registri di stalla, prescrizione dei trattamenti e rispetto dei tempi di sospensione) sia una integrazione fra l'Osservatorio Epidemiologico Veterinario e le Anagrafe esistenti, con lo scopo di campionare gli allevamenti regionali in base alle caratteristiche produttive e ambientali. Per poter raggiungere questo risultato si ritiene opportuno analizzare ed applicare nuove metodologie diagnostiche su diverse matrici: presenza di residui nella carne e nel latte; monitoraggio di materiali patologici (feci) con l'utilizzo di metodiche tradizionali e alternative (PCR); studio dei reperti della macellazione come ulteriore conferma di un sospetto clinico ipotizzato in campo. Tale ipotesi di lavoro offre, inoltre, la possibilità di integrare i dati esistenti con sistemi informativi geografici (GIS) da utilizzare per studi a carattere predittivo a vantaggio degli operatori del settore.
  2. Sicurezza Alimentare: Analisi del rischio nelle produzioni locali Nell'ambito della Sicurezza Alimentare, la Sezione di Fermo continuerà nell'attività intrapresa già da alcuni anni. L'integrazione del Laboratorio di Sicurezza Alimentare con i Dipartimenti di Prevenzione delle Zone Territoriali dell'ASUR, la collaborazione con i laboratori privati che operano nell'ambito dell'autocontrollo ed i coinvolgimento diretto dei produttori locali rappresentano, infatti, la principale garanzia per la sicurezza igienico-sanitario delle produzioni agroalimentari, in particolare di quelle tradizionali, e consentono la promozione e valorizzazione del territorio marchigiano. Sulla base di queste considerazioni l'idea è quella di scegliere, a livello regionale, alcune "produzioni pilota" (es. olive all'ascolana, ciauscolo, galantina), approfondire lo studio delle singole fasi del processo produttivo, mettere a punto metodiche innovative e più rapide per la caratterizzazione dei prodotti scelti, elaborare in maniera statistica i risultati ottenuti dalle analisi effettuate anche negli anni passati, integrare o implementare sistemi informativi per la raccolta dei dati anagrafici, analitici, ecc. Tale attività fornirà a tutti gli operatori coinvolti gli strumenti per una corretta analisi del rischio.

SEZIONE DIAGNOSTICA DI MACERATA


CORE ACTIVITY: POTENZIAMENTO DELL'ATTIVITÀ INERENTE IL CENTRO REGIONALE DI RIFERIMENTO PER GLI ENTEROPATOGENI
L'attività della Sezione Diagnostica di Macerata sarà incentrata sul potenziamento della funzione di Centro Regionale di Riferimento per gli Enteropatogeni, migliorando lo scambio informativo e di dati con le strutture diagnostiche territoriali e acquisendo tecniche analitiche di indagine genotipica, per una più efficiente discriminazione degli isolati provenienti da particolari situazioni epidemiche.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
  1. Integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale Nel corso del 2005 è emersa la necessità di migliorare l'integrazione tra i Dipartimenti di Prevenzione, l'Osservatorio Epidemiologico Veterinario di Ancona, il Centro di Riferimento Regionale per gli Enteropatogeni e l'Agenzia Sanitaria Regionale, in merito alla segnalazione e gestione delle tossinfezioni alimentari. A tutt'oggi, infatti, il flusso informativo che dovrebbe avviarsi in occasione di eventi di questa natura, così come i protocolli operativi da attuare, non sono completamente standardizzati. Inoltre i protocolli di indagine messi in atto sono differenti nelle diverse Zone Territoriali della A.S.U.R. Sarà, dunque, obiettivo specifico della Sezione di sviluppare tra le strutture sopra indicate un protocollo operativo condiviso, standardizzato e riproducibile, che consenta uniformità di comportamenti, efficacia ed efficienza delle attività svolte, disponibilità e diffusibilità dei dati raccolti. Una integrazione di questo tipo trova anche fondamento nella Rete Epidemiologica Regionale di recente istituzione.
  2. Sanità pubblica - Centro di Riferimento Regionale per gli Enteropatogeni Le Salmonelle rappresentano ancora la principale causa di patologia enterica ad eziologia batterica. Solo negli Stati Uniti si stima che i casi di infezioni da Salmonella nell'uomo siano ogni anno circa 1,4 milioni. Le Salmonellosi riconoscono spesso un'eziologia alimentare, ma il contagio può essere anche interumano. Molte specie di animali domestici rappresentano un serbatoio per i sierotipi che infettano comunemente l'uomo, come nel caso di S. typhimurium e S. enteritidis.
    La prevenzione ed il controllo di una malattia infettiva a livello di popolazione, quale la Salmonellosi, dipendono principalmente dalla capacità di riconoscere in tempi brevi le epidemie e si attuano unicamente adottando un sistema di sorveglianza epidemiologica efficace, che permetta di tipizzare gli isolati batterici, al fine di individuare la sorgente d'infezione e conoscere la via di trasmissione.
    Negli studi epidemiologici finalizzati al controllo delle infezioni da Salmonella, il metodo di tipizzazione indicato a livello internazionale è la tipizzazione sierologica degli isolati, seguito dalla tipizzazione fagica che consente la discriminazione dei sierotipi più frequenti. La validità dei metodi fenotipici ai fini di una sorveglianza è ampiamente riconosciuta, ma tali metodi si dimostrano poco discriminanti in caso di isolati batterici strettamente associati, condizione che si osserva in alcune aree geografiche dove si rileva la prevalenza di alcuni sierotipi e fagotipi. Solo con l'ausilio di indagini in grado di tracciare l'impronta genetica (DNA fingerprinting) dell'agente patogeno, è possibile effettuare la subtipizzazione degli isolati con lo stesso sierotipo e fagotipo. Le metodiche molecolari di DNA fingerprinting ricercano le variazioni dei siti polimorfici all'interno del genoma e l'analisi epidemiologica molecolare si basa sull'assunto che gli isolati di un organismo patogeno con un genotipo identico o strettamente simile hanno un precursore comune.

    Patogeni geneticamente simili sono associati clonalmente (cluster), ossia derivano dall'espansione clonale di un singolo precursore.

    Sono disponibili attualmente diversi metodi di indagine genotipica, tra i quali la ribotipizzazione, lo studio delle sequenze ripetute all'interno del genoma batterico e la Pulse Field Gel Electrophoresis (PFGE).
    Quest'ultima, che studia il profilo dimensionale dei frammenti di DNA genomico di un batterio generati da un enzima di restrizione sequenza-specifico, è divenuta a livello internazionale la tecnica genotipica di eccellenza per la subtipizzazione dei ceppi di Salmonella.
    In particolare l'analisi genetica dei ceppi batterici con la PFGE è particolarmente discriminante, consente la suddivisione degli isolati batterici in clusters definiti, riconducibili ad una determinata situazione epidemica, laddove i metodi classici di fenotipizzazione non lo consentono.
    Questo è particolarmente vero per quegli episodi a carattere sporadico, in quanto, nelle epidemie che interessano più individui, la correlazione è evidente anche con il semplice studio epidemiologico del caso.
    Per il 2006 è previsto, pertanto, uno studio mediante PFGE sui ceppi di collezione conservati presso il Centro di Riferimento per gli Enteropatogeni di Macerata, sia di origine umana che animale ed alimentare. Lo studio riguarderà soprattutto i ceppi appartenenti a quei sierotipi che, ai sensi del Regolamento CE 2160/2003, sono ritenuti rilevanti per la Sanità Pubblica, ovvero Salmonelle Enteritidis, Typhimurium, Infantis, Virchow e Hadar.
    Obiettivi del lavoro sarà il confronto dei ceppi di S. Typhimurium isolati nella regione Marche con i pulsotipi di riferimento individuati dal Istituto Superiore di Sanità nell'ambito del progetto SALM-GENE, al fine di evidenziare eventuali correlazioni e differenze. Questo lavoro sarà limitato alla S. Typhimurium perché solo per questo sierotipo sono stati standardizzati i pulsotipi di referenza. Ulteriore obiettivo dello studio sarà un'analisi combinata dei dati della caratterizzazione biomolecolare associati a quelli della sorveglianza epidemiologica, incluse le variazione stagionali e le differenze geografiche e a quelli fenotipici, legati al profilo di antibiotico resistenza, al fine di evidenziare correlazione tra gli isolati a carattere sporadico.
  3. Sanità Veterinaria L'allevamento cunicolo rappresenta nella regione Marche una realtà produttiva del mondo zootecnico non trascurabile, sia per numero di aziende che di capi allevati, per quanto sicuramente inferiore ad altri comparti.
    In particolare ciò vale per la provincia di Macerata, sia come numero di allevamenti che di capi prodotti.
    L'allevamento cunicolo non è ovviamente indenne da patologie infettive che ne condizionano lo stato sanitario e la resa produttiva. Tuttavia, malgrado il progredire della ricerca scientifica, le procedure analitiche utilizzate in laboratorio nella diagnosi delle patologie infettive sono ancora quelle tradizionali, a differenza di altri settori della diagnostica veterinaria, dove le procedure biomolecolari hanno in gran parte sostituto quelle tradizionali.
    Nel corso del 2006 sarà obiettivo della Sezione lo sviluppo e la standardizzazione di procedure innovative basate su metodiche in PCR per la ricerca dei principali agenti di malattie infettive del coniglio, con particolare riguardo alla diagnosi delle infezioni da Pasteurella multocida, Bordetella bronchiseptica e Salmonella spp., che rappresentano, insieme alle infezioni enteriche, le principali patologie riscontrabili nell'allevamento intensivo del coniglio.
    Tale iniziativa si inserisce, inoltre, in quel percorso di specializzazione e caratterizzazione delle Sezioni diagnostiche dell'Istituto, iniziato da tempo, e per il quale manca ancora un punto di riferimento relativamente alle patologie infettive del coniglio.
  4. Sanità Pubblica - Sicurezza Alimentare
    Nell'ambito delle attività istituzionali dell'Ente riveste un ruolo importante la garanzia della sicurezza alimentare per il consumatore.
    In questo contesto due sono le attività che caratterizzeranno il 2006.
    La prima è relativa ad uno studio sulla diffusione di Campylobacter jejuni/coli nella filiera avicola. La proposta nasce dalla considerazione che tale microrganismo rappresenta nell'uomo uno delle più importanti cause di tossinfezione alimentare, per quanto la sua reale incidenza sia sottostimata a causa delle difficoltà tecniche legate al suo isolamento dalle feci dei pazienti.
    Inoltre Campylobacter jejuni/coli rientra tra gli agenti di zoonosi previsti dal Regolamento CE 2160/2003 per i quali gli Stati membri devono eseguire obbligatoriamente dei piani di controllo al fine di ridurne la prevalenza.
    L'allevamento avicolo, ed in particolare quello dei polli da carne, a causa dell'elevata prevalenza, rappresenta il maggiore serbatoio di infezione per l'uomo. Si realizzerà, pertanto, uno studio sul territorio marchigiano per accertare la reale prevalenza nel settore avicolo di tale patogeno.
    Si prevede di eseguire il controllo presso i mattatoio avicoli, mediante il prelievo di campioni di cute del collo o tramite tamponi cloacali, che rappresentano le due modalità di campionamento più efficaci per valutare il livello di contaminazione. Gli esami saranno svolti dalle Sezioni diagnostiche che intendono aderire allo studio, mediante l'utilizzo di tecniche biomolecolari ormai ampiamente standardizzate presso i laboratori di Sicurezza Alimentare.
    Lo studio si inserisce nel filone dei piani di studio e controllo previsti dal Reg. CE 2160/2003 per gli agenti di zoonosi, per i quali, a livello comunitario, sono stati già eseguiti o sono in corso di esecuzione quelli relativi alla diffusione di Salmonella spp. nella filiera dei riproduttori avicoli, nelle galline ovaiole e nei polli da carne.

    Il secondo obiettivo riguarda l'implementazione a livello regionale del sistema Informativo Veterinario - Analisi Rischio Sanitario (SIV-ARS). Il sistema informativo, come noto, è stato sviluppato dall'I.Z.S. della Lombardia ed Emilia Romagna in collaborazione con gli II.ZZ.SS. e si propone di definire gli standard di sanità, salubrità e qualità dei prodotti alimentari, tradizionali e no.
    In tale prospettiva nel corso del 2006 si alimenterà il sistema informativo producendo le specifiche di prodotto per alcune produzioni alimentari tipiche del territorio provinciale.

    Sarà anche cura del Centro Regionale di Riferimento per gli Enterobatteri Patogeni condurre uno studio sui Sistemi di sorveglianza innovativa sulle malattie di origine alimentare, in collaborazione dei Dipartimenti di Prevenzione ed i Laboratori diagnostici presenti nella Regione Marche, finalizzato alla implementazione di un sistema informativo unico regionale per la notifica dei casi singoli e dei focolai diffusi di malattie di origine alimentare. Il Progetto prevederà anche la tipizzazione e la caratterizzazione biomolecolare dei ceppi di enterobatteri isolati ai fini di una efficace sorveglianza epidemiologica e della individuazione di eventuali alimenti che possano costituire pericolo incombente per la salute dei consumatori.
  5. Formazione
    Tra gli obiettivi della Sezione, non può non trovare posto un capitolo dedicato alla Formazione.
    Sarà pertanto pianificato e programmato nell'anno 2006 lo svolgimento della ormai consueta edizione del Workshop del Centro di Riferimento Regionale per gli Enteropatogeni. Filo conduttore degli argomenti della prossima edizione sarà quello delle metodiche biomolecolari applicate agli studi epidemiologici.
    Sempre per quanto riguarda la Formazione si propone la realizzazione di una giornata di studio sulle micobatteriosi. La proposta nasce dai recenti focolai di tubercolosi bovina riscontrati nella provincia di Macerata, che si associano ai numerosi riscontri di positività nella fauna selvatica, in particolare quella dei cinghiali.
    L'incontro dovrebbe fare il punto sulle ultime acquisizioni sull'argomento, sia relativamente agli aspetti zoonosici che a quelli diagnostici ed epidemiologici.


SEZIONE DIAGNOSTICA DI PESARO


CORE ACTIVITY: SVILUPPO DI PROGRAMMI DI AUDIT NELLA PRODUZIONE PRIMARIA
L'attività della Sezione Diagnostica di Pesaro sarà incentrata sullo sviluppo di sistemi di autocontrollo aziendale, in particolare applicati alla produzione primaria ed alla redazione di protocolli di audit per la verifica della loro applicazione in campo. Ciò verrà effettuato selezionando un numero significativo di aziende per i principali settori produttivi, con le quali impostare un programma di lavoro, in collaborazione con i Servizi Veterinari competenti per territorio.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Analisi del Rischio. Negli ultimi anni il concetto di sicurezza alimentare si è progressivamente configurato come obiettivo primario dell'Unione Europea. Ciò è dimostrato dalle numerose normative e linee di indirizzo specifiche che vengono di frequente emanate nel settore.
La concomitanza di numerosi fattori che portano ad un rischio più o meno elevato per la salute del consumatore e la difficoltà di poter prevedere le condizioni di effettivo pericolo, ha determinato in tempi recenti lo sviluppo di modelli matematico-statistici di microbiologia predittiva in grado di stimare con buona attendibilità l'effetto combinato di numerosi parametri sullo sviluppo potenziale di microrganismi patogeni a partire da condizioni prefissate.
Ciò, unitamente ai challenge test industriali, ai dati sui consumi medi e alle curve dose-risposta, consente l'elaborazione di informazioni importanti per la valutazione quantitativa e semiquantitativa del rischio a livello di popolazione esposta.
L'Analisi del Rischio (Risk Analysis), attualmente argomento centrale della normativa comunitaria, è considerata uno strumento decisionale basato sulla valutazione del rischio (valutazione scientifica della probabilità e della gravità degli effetti avversi alla salute, noti o potenziali, successivi all'esposizione del consumatore ad un pericolo alimentare), gestione del rischio (valutazione delle possibili azioni alternative in base alla valutazione del rischio per la scelta ed applicazione di appropriate misure di controllo) e comunicazione del rischio (scambio interattivo di informazioni tra le parti interessate al processo).

La valutazione scientifica del rischio è stata affidata all'EFSA (European Food Safety Authority), ossia all'Autorità europea con sede a Parma, che ha come obiettivi quello di esprimere pareri scientifici su aspetti relativi alla sicurezza alimentare, valutare i rischi per il consumatore, realizzare reti informatiche ed informative con autorità nazionali ed organismi scientifici ed unificare la legislazione in materia di sicurezza alimentare.
Attraverso la valutazione del rischio e l'applicazione di sistemi di controllo dei pericoli alimentari (HACCP - Hazard Analysis Critical Control Point e GMP - Good Manufacturing Practices) è possibile raggiungere i criteri di efficacia (performance criteria) di un determinato processo. In tal modo è possibile assicurare per ogni pericolo un obiettivo di sicurezza alimentare (FSO - Food Safety Objective), ossia un livello massimo di frequenza e/o concentrazione di un pericolo considerato tollerabile per la protezione del consumatore, adeguato al prestabilito livello appropriato di protezione per il medesimo (ALOP - Appropriate Level of Protection).
In tale contesto l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, in collaborazione con tutti gli II.ZZ.SS., ha avviato da qualche anno un progetto relativo allo sviluppo di un sistema informativo per il monitoraggio e la gestione dei rischi sanitari a livello di produzione primaria e di trasformazione degli alimenti definito SIV-ARS. Tale sistema informativo si compone di due sezioni:
Sistema Informativo delle Produzioni Primarie (SIPP), che prevede una attività di monitoraggio e sorveglianza epidemiologica svolta sugli allevamenti per quanto riguarda il controllo delle malattie del bestiame, dei patogeni trasmissibili agli animali e all'uomo, dei pericoli di natura microbiologica, chimica e fisica;
Sistema Informativo delle Trasformazioni Alimentari (SITA), riguardante le attività di monitoraggio e sorveglianza svolte sugli stabilimenti, sui processi di trasformazione e sui prodotti per quanto riguarda la verifica delle caratteristiche di sanità, salubrità e qualità dei prodotti alimentari tradizionali e no.
In questo Sistema sono riportate tutte le informazioni relative alle fasi di processo dei singoli prodotti e la valutazione del rischio attraverso l'applicazione di modelli di microbiologia predittiva.
Vista l'importanza del progetto, per il prossimo anno ci si propone di focalizzare l'attenzione su un argomento particolare, le micotossine, elaborando dati analitici e di processo relativi alle produzioni alimentari tipiche del nostro territorio di competenza, al fine di contribuire in maniera significativa allo sviluppo di un sistema informativo di tale rilievo. Le micotossine sono metaboliti secondari di numerose famiglie di miceti (Aspergillus, Penicillium, Fusarium, Stachibotris, Alternaria, ecc.) che, in condizioni favorevoli, possono sviluppare sulle derrate alimentari. Possono essere di natura diversa (Aflatossine, Ocratossine, Fumonisine, Zearalenone, DON, ecc.), in possesso di caratteristiche diverse di tossicità, acuta o cronica, nelle varie specie animali e nell'uomo.

Recenti episodi di riscontro di dosi elevate di Aflatossina M1 nel latte prodotto in Italia, legato alla contaminazione del mais, hanno posto l'accento sulle aflatossine come problema di filiera, che, come tale, va trattato per gestirne il rischio. La presenza di micotossine può comportare patologie negli animali, con sintomatologie più o meno evidenti e conseguenti consistenti perdite di produttività, ma particolare attenzione deve essere posta al rischio di trasferimento delle tossine stesse dagli animali ai prodotti derivati destinati all'alimentazione umana. La normativa ha fissato limiti per il mais, considerato come materia prima destinata all'alimentazione zootecnica, di Aflatossina B1 di 20 g/kg (D.M. 11 maggio 1998, n. 241) e limiti molto più "stringenti" quale quello per l'Aflatossina M1 nel latte pari a 0,05 g/Kg (Reg. CE 466/2001). Per gestire il rischio di contaminazioni è necessario prevenire, per quanto possibile, la creazione di condizioni favorenti lo sviluppo dei miceti tossigeni con interventi corretti lungo tutta la filiera produttiva, dalla produzione in campo, alla raccolta, essiccamento, stoccaggio delle materie prime, fino alle fasi di post-produzione, quali la trasformazione in mangime, la somministrazione finale all'animale ed il controllo del latte prodotto.
Il monitoraggio e controllo di tutta la filiera, l'individuazione di misure correttive da assumere in caso di contaminazione delle derrate alimentari destinate all'alimentazione zootecnica e umana, in particolare latte e carni, la formazione/informazione degli operatori del settore, risultando ambiti di lavoro di fondamentale importanza che riguardano la produzione primaria, la sanità animale e la sicurezza alimentare, diverranno l'oggetto del contributo scientifico ed informativo che sarà impegno della Sezione portare avanti nel corso del 2006.
Audit e nuovi Regolamenti CE. I nuovi Regolamenti Comunitari 852, 853 ed 854/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari e sui controlli ufficiali, che entreranno in vigore a partire da gennaio 2006, hanno introdotto il concetto di Audit come strumento di verifica della corretta applicazione dei principi dell'HACCP e delle procedure di igiene all'intera filiera compresa la produzione primaria.
L'attività di Audit consiste in un esame sistematico e indipendente finalizzato ad accertare se determinate attività e i risultati correlati siano conformi alle disposizioni previste e se tali disposizioni siano attuate in modo efficace e siano adeguate a raggiungere obiettivi prefissati.

Ipotesi di lavoro per il prossimo anno dovrà essere una forma nuova, seppur complessa, di approccio del Servizio di Diagnostica Integrata che fa riferimento alla applicazione dell'Audit agli aspetti prettamente sanitari dell'allevamento e alle problematiche di Biosicurezza, Gestione del farmaco, Alimentazione e Tracciabilità, come previsto dai menzionati Regolamenti comunitari.
L'applicazione di questi principi nella gestione complessiva dell'allevamento permetterebbe di superare la logica della soluzione del singolo problema patologico, in un'ottica d'integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione.
Partendo da buone pratiche di allevamento, si garantirebbero - attraverso una costante attività di verifica sul campo che coinvolga anche il controllo ufficiale e gli operatori delle aziende, seppure con differenziati e definiti ruoli e responsabilità - standard sanitari dell'allevamento e materie prima ad uso alimentare conformi a quanto previsto dai Regolamenti CE ed in condizione di garantire al termine dell'intera filiera alimenti di qualità definita.
Indagine conoscitiva sulla diffusione di Campylobacter termotolleranti. I cambiamenti sociali, economici e culturali avvenuti negli ultimi decenni, tra cui la globalizzazione dei mercati alimentari, l'incremento degli allevamenti intensivi, il crescente ricorso alla ristorazione di massa, sono considerate cause frequenti di tossinfezioni alimentari dovute alla diffusione di nuovi patogeni.

Tra questi agenti, definiti patogeni emergenti, i Campylobacter termotolleranti hanno assunto un ruolo sempre più importante.
Inoltre Campylobacter jejuni/coli rientra tra gli agenti di zoonosi previsti dal regolamento CE 2160/2003 per i quali gli Stati membri devono obbligatoriamente eseguire dei Piani di controllo per ridurne la prevalenza.
Il principale fattore di rischio per l'infezione da Campylobacter è il consumo di carni, in particolare di pollo, contaminate, in genere, durante le fasi di macellazione ed eviscerazione. Possono giocare un ruolo importante anche l'inadeguata manipolazione dei prodotti carnei e le eventuali contaminazioni crociate che si possono verificare lungo la filiera produttiva.
Le fonti di informazione che si hanno a disposizione circa la situazione epidemiologica di questi patogeni sul territorio regionale sono rappresentate dalle segnalazioni di focolai di malattie infettive; è tuttavia noto che tale sistema informativo tende a fornire dati sottostimati.
E' necessario, quindi, progettare programmi di monitoraggio sul territorio che consentano di determinare la prevalenza di tali patogeni ed i principali fattori di rischio al fine di una gestione coordinata dei possibili interventi.
In tale ambito si inserisce questa iniziativa, che vede coinvolti direttamente anche gli operatori del controllo ufficiale.
Tale studio contribuirà a fornire dati che, opportunamente elaborati, potranno rappresentare un patrimonio informativo utilizzabile per una corretta analisi dei rischi cui il consumatore è esposto e stabilire le priorità di intervento nelle attività di vigilanza in un'ottica di integrazione tra Dipartimenti di Prevenzione dell'ASUR ed Istituto.

Fauna selvatica. Le tematiche di Sanità Pubblica Veterinaria legate alla fauna selvatica, particolarmente quelle di maggior rilevanza epidemica, sono oggi note anche ai non addetti ai lavori.
Le attività dell'Istituto che riguardano tali ambiti sono in aumento grazie all'attuazione di progetti di ricerca (Tubercolosi nel cinghiale), attività di sorveglianza nazionale (West Nile Disease e Influenza Aviaria), piani di monitoraggio particolari (EBHS nella lepre) e convenzioni con privati (allevamenti di fauna della Provincia di Pesaro).
Si ritiene, dunque, importante nel 2006 potenziare l'attività diagnostica, correlando a definizione del ruolo della fauna selvatica nella determinazione di alcune patologie emergenti o in fase di eradicazione, presenti nei nostri territori regionali.

L'influenza dell'interfaccia eco-patologica tra domestico e selvatico, così come delineato dall'OIE, assume un ruolo fondamentale. Le patologie che saranno oggetto di valutazione riguardano la Tubercolosi, la Paratubercolosi e le Micobatteriosi in senso lato negli ungulati; l'Influenza Aviaria e la West Nile Disease negli uccelli migratori transiberiani e transafricani; la Criptosporidiosi nei molluschi eduli lamellibranchi.
Tali ambiti possono rappresentare un contenitore di attività diagnostica, ma anche un settore in cui esplicare attività formative in più direzioni, compreso l'incremento del know-how dei nostri operatori attraverso la formazione specialistica.

SEZIONE DIAGNOSTICA DI TERNI


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA TECNICA NEGLI ALLEVAMENTI ITTICI
L'attività della Sezione Diagnostica di Terni verterà principalmente sul potenziamento del Centro di Riferimento Regionale per l'Ittiopatologia, in considerazione della specializzazione ormai raggiunta e del ruolo che detta struttura può e deve rivestire in ambito regionale e, auspicabilmente, in un contesto territoriale più ampio. Ciò dovrà avvenire, in particolare, offrendo un crescente servizio di assistenza tecnica agli allevamenti ittici e migliorando le capacità diagnostiche attraverso la messa a punto di metodi analitici innovativi.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Centro di Riferimento Regionale per l'Ittiopatologia.
Considerato il ruolo che è assegnato a questa struttura nell'ambito della organizzazione aziendale, l'attività caratterizzante nel 2006 dovrà riguardare, in particolare:
  1. l'applicazione di metodiche in PCR per il rilevamento dei principali patogeni dei salmonidi;
  2. l'implementazione dell'attività istologica per la diagnosi delle patologie emergenti nei pesci d'allevamento;
  3. l'implementazione del servizio di assistenza tecnico-sanitaria negli allevamenti ittici umbro-marchigiani;
  4. l'implementazione delle attività diagnostiche e di ricerca sulla sicurezza alimentare dei prodotti d'acquacoltura, attraverso una collaborazione trasversale con la Sezione di Ancona;
  5. il monitoraggio sanitario sui molluschi lamellibranchi dulciacquicoli (indicatori ambientali), attraverso una collaborazione trasversale con la Sezione di Ancona e con i Servizi Veterinari territoriali.

Sarà anche obiettivo specifico del Centro una indagine sulla diagnosi molecolare delle principali malattie batteriche e virali dei pesci di acquacoltura relativamente ad alcune specie batteriche (Lactococcus garvieae, Vagococcus salmoninarum, Yersinia ruckeri, Fotobacterium damsele (ex Pasteurella piscicida), Flexibacter columnaris, Flexibacter psychropylus).

Diagnostica Integrata
Pur nella necessaria integrazione con l'Area Tematica e con le corrispondenti strutture delle altre Sezioni, l'attività del 2006 riguarderà, in particolare:
  1. l'implementazione del sistema qualità, con partecipazione a circuiti interlaboratorio (di cui uno di micologia) ed effettuazione di Proficiency test;
  2. l'implementazione delle attività relative ai tre filoni diagnostici caratterizzanti la Sezione:
    1. Ittiopatologia: monitoraggio sulle principali patologie infettive delle trote;
    2. Entomologia: identificazione degli artropodi vettori di malattie negli animali e nell'uomo;
    3. Micologia: identificazione delle dermatofitosi negli animali da compagnia e da reddito;
  3. l'implementazione dell'attività diagnostica, in collaborazione con la ASL 4, per il controllo della Lehismaniosi canina;
  4. l'attivazione di un servizio di assistenza tecnico-sanitaria negli allevamenti avicoli ed in quelli di animali selvatici (lepri e fagiani) sul territorio di propria competenza.
  5. la formazione del personale, con partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.
Sicurezza Alimentare
Analogamente a quanto premesso per la Diagnostica Integrata, l'attività del 2006 riguarderà, in particolare:
  1. l'implementazione del sistema qualità, con partecipazione a circuiti interlaboratorio ed effettuazione di Proficiency test;
  2. l'attivazione di un servizio di autocontrollo da garantire ad operatori pubblici e privati richiedenti;
  3. la formazione del personale, con partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.


OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO VETERINARIO
I compiti dell'Osservatorio Epidemiologico Veterinario (O.E.V), sia per quanto riguarda le attività espletate nella regione Umbria che nelle Marche, consistono principalmente nella valutazione di fenomeni sanitari tramite una analisi completa ed esaustiva di tutte le informazioni raccolte, spesso in ambiti diversi.
In particolare, la funzione degli Osservatori è per sua natura interdisciplinare e devono rappresentare il punto di riferimento dei flussi informativi, riguardanti tutti i settori di interesse della sanità pubblica veterinaria, che coinvolgono le attività delle Aziende Sanitarie Locali territoriali, delle Strutture centrali e territoriali dell'Istituto, dei Servizi Veterinari regionali e del mondo della professione libera.
La raccolta, l'organizzazione, la validazione e l'elaborazione statistica dei dati deve consentire agli Osservatori di produrre reports sulla dinamica dello stato di salute e di malattia della popolazione animale. In tal modo, si acquisisce la conoscenza dello stato sanitario degli animali, in relazione alla salute umana e si ottengono le informazioni necessarie che possono costituire un prezioso ausilio per che gestisce il processo decisionale relativo alla pianificazione e programmazione sanitaria.
Tra le numerose macroattività effettuate dall'Osservatorio Epidemiologico Veterinario dell'Istituto in maniera sincrona ed omogenea nelle due Regioni di competenza territoriale, nel 2006 è prevista l'organizzazione a Perugia del II WORKSHOP NAZIONALE DI EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA, in considerazione del fatto che questo Istituto è stato già coinvolto nell'organizzazione del primo evento tenutosi a Roma nel 2005.

L'obiettivo del Workshop sarà quello di ampliarne la partecipazione, non riservandola solo ai veterinari e biologi delle strutture del SSN (ISS, IZS, servizi veterinari di ASL e Regioni) e delle Università che operano nel campo della sorveglianza e della sanità pubblica veterinaria, così come verificatosi nel 2005, ma a tutti i professionisti che operano in sanità pubblica e nel controllo dell'ambiente.
Di seguito vengono, inoltre, schematicamente descritti gli argomenti individuati come attività peculiari delle due Unità Specialistiche da realizzare nel 2006.

  1. Documento di Valutazione sui determinanti di Salute e sulle Strategie del servizio sanitario regionale" (DVSS).
    Nell'ambito della delibera della Giunta Regionale dell'Umbria del 19/07/2004 n. 1057, che ha approvato la realizzazione di un Documento di Valutazione sui determinanti di Salute e sulle Strategie del servizio sanitario regionale (DVSS) è stato previsto il coinvolgimento attivo dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche e dell'Osservatorio Epidemiologico Veterinario (OEV) dello stesso.
    Il DVSS ha lo scopo di realizzare una sintesi informativa sullo stato e il cambiamento di malattie e determinanti di salute e fornire nel contempo una valutazione critica degli interventi, assumendo quindi una veste complessiva che racchiuda e sintetizzi i diversi elementi informativi per la successiva programmazione.
    Il Progetto ha coinvolto non solo l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, ma anche le Sezioni di epidemiologia di tutte le strutture sanitarie regionali.
    Iniziato nel 2005, il Progetto è programmato in tappe annuali, per cui il 2006 vedrà l'O.E.V. di Perugia fortemente impegnato nel proseguimento di tutte le attività previste per la redazione di tale documento. In particolare il responsabile dell'OEV è coinvolto in un progetto di ricerca scientifica finalizzata alla programmazione socio sanitaria che concorre alla realizzazione di una parte o di un capitolo del DVSS in relazione alla tematica "Outcome dei Dipartimenti di Prevenzione e dell'IZS".
    Il responsabile dell'OEV è anche inserito nel Comitato tecnico scientifico della DVSS. Questo organismo ha il compito di occuparsi soprattutto degli aspetti tecnici per quanto riguarda lo sviluppo dell'indice degli argomenti trattati e la diffusione del DVSS o di singole parti di esso tramite il sito ufficiale della Regione Umbria e pubblicazioni ad hoc previa valutazione tecnica e politica.
  2. Progetto Tumori.
    Lo studio epidemiologico dei tumori del cane e del gatto, animali sinantropi contraddistinti da un ciclo di vita più breve rispetto all'uomo, ma che condividono con questi la medesima esposizione a potenziali fattori oncogeni ambientali, può permettere di analizzare, in tempi ridotti, l'impatto di fattori comuni di rischio oncologico, soprattutto di tipo ambientale e fornire un concreto aiuto al fine dell'adozione di misure preventive.
    L'O.E.V. lavora già da molto tempo con dati relativi a tumori animali ed il 2006 vedrà la conclusione di un'indagine epidemiologica, iniziata nel 2003 e realizzata in Umbria e nelle Marche, relativa alla conoscenza e valutazione di alcuni fattori di rischio per tumori canini e felini, che ha comportato la raccolta di numerose informazione. Una prima parte di elaborazione descrittiva dei dati è già stata prodotta nel 2005.
  3. Studio sulla mortalità negli allevamenti da carne marchigiani (Progetto Monitor).
    Dall'analisi dei dati sulla mortalità registrata attraverso il sistema dell'anagrafe bovina marchigiana, si evidenzia la necessità di migliorare il sistema di notifica dei capi morti, più specificamente di quelli in età neonatale, che è alla base della conoscenza della situazione epidemiologica del territorio.
    Mancano inoltre informazioni relative alle cause di mortalità, delle quali nulla si sa, in quanto a livello anagrafico è riportata solo la generica dizione di "morto in stalla".
    Questa situazione di sostanziale scarsa conoscenza del sistema produttivo marchigiano e dei suoi problemi sanitari potrebbe comportare importanti implicazioni riguardanti la sicurezza alimentare.
    Il progetto Monitor nasce dunque dalla esigenza di rispondere a questi deficit di informazioni e prevede una indagine sui problemi zootecnici presenti in un campione di aziende bovine rappresentativo del territorio che ci consenta di ottenere, nel breve periodo, un quadro attendibile della situazione regionale, relativamente al livello e alle cause di mortalità ed alla eventuale presenza delle patologie diffusive più importanti.

    Tali informazioni saranno utili per definire appropriati protocolli terapeutici e vaccinali, migliorare le pratiche di allevamento e migliorare lo stato sanitario complessivo degli allevamenti. L'O.E.V. delle Marche, istituito presso la nostra Sezione di Ancona, coordinerà il progetto e provvederà alla creazione di un archivio per la raccolta dei dati sanitari relativi alle aziende in studio ed alla elaborazione finale dei dati.
  4. Sistemi di sorveglianza innovativi sulle malattie di origine alimentare nelle Marche.
    Le malattie di origine alimentare (MOA) rappresentano a livello mondiale un importante problema di sanità pubblica ed i Paesi che hanno attivato un sistema di sorveglianza rilevano un notevole aumento di incidenza nelle ultime due decadi. L'OMS dichiara che nel mondo, nel 2000, 2 milioni di persone sono morte per forme diarroiche e, nei Paesi industrializzati, annualmente è colpito il 30% della popolazione.
    Il CDC ha stimato che ogni anno negli USA 76 milioni di persone (1 abitante su 4) sono colpite da una malattia di origine alimentare; più di 300.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 5.000 muoiono.
    Le stime dell'impatto di queste patologie scontano nella maggior parte dei Paesi una grave sottonotifica: recenti studi svolti a livello europeo hanno stimato il rapporto tra casi identificati e casi non rilevati con ordini di grandezza compresi tra 1:26 nel Regno Unito e 1:100 in Olanda. Non esistono stime della sottonotifica in Italia, ma si ipotizza che sia un fenomeno diffuso anche nel nostro Paese.
    Nelle Marche le informazioni in nostro possesso sulla diffusione delle malattie di origine alimentare provengono dalle segnalazioni obbligatorie e dalle schede di dimissione ospedaliera. Inoltre il nostro Centro di Riferimento Regionale degli Enteropatogeni aggiorna un database contenente i risultati delle tipizzazioni di tutti gli enteropatogeni isolati nella Regione dall'uomo, dagli animali, dagli alimenti e dall'ambiente.
    Dai dati a nostra disposizione non è dato conoscere, però, il reale impatto delle MOA, in quanto con elevata probabilità le segnalazioni nelle Marche soffrono dello stesso problema di sottonotifica che caratterizza la sorveglianza nelle altre Regioni ed in altri Paesi.
    Va evidenziato, da ultimo, che le indagini epidemiologiche condotte nei focolai in molti casi non sono adeguatamente approfondite e non seguono procedure che permettano di individuare o fare ipotesi sull'alimento incriminato.

    Saranno, dunque, obiettivi da perseguire nel corso dell'anno:
  5. Implementazione di un sistema informativo sull'analisi del rischio sanitario delle produzioni alimentari della regione Marche.
    Il Progetto ha per obiettivo, in raccordo e con la collaborazione dell'ASUR, la raccolta dell'elenco dei prodotti, delle caratteristiche e delle fasi di processo, delle modalità di confezionamento, commercializzazione e di consumo, esami microbiologici per la ricerca di patogeni (PCR + eventuali colturali) su detti prodotti alimentari in tutte le fasi produttive e di commercializzazione, approntamento dei modelli di microbiologia predittiva relativi a ciascun prodotto, approntamento della griglia per la valutazione del rischio in base alle caratteristiche del prodotto, agli esiti delle analisi sul prodotto, alle tecnologie di produzione ed ai fattori ambientali.
  6. Progetto molluschi
    Affidato alla responsabilità del Centro Nazionale di Referenza di Ancona ed avente la finalità di uno studio relativo alla individuazione delle cause della crescente mortalità e diminuzione di produzione dei banchi naturali di mitili presenti sul litorale marchigiano e che stanno procurando notevoli danni economici agli operatori del settore e rappresentare un eventuale ulteriore elemento di pericolo per i consumatori.
  7. Progetto Leishmaniosi.
    La Leishmaniosi viscerale zoonotica causata da Leishmania infantum (LVZ), è considerata una malattia parassitaria riemergente a causa della sua recente diffusione in aree storicamente libere dall'infezione e delle interrelazioni con le malattie immunodeprimenti quali l'HIV, il diabete in fase avanzata, i pazienti trapiantati, ma sorprendentemente con casistica in aumento su persone immunocompetenti e in particolare nei bambini.
    Il serbatoio della parassitosi è il cane, nel quale le terapie non sono risolutive ma arginano la trasmissione che avviene sempre e solo attraverso uno specifico dittero, il flebotomo (in Italia P. perniciosus e, in minor misura, P. perfiliewi e P. neglectus).
    La Regione Marche è situata a metà strada tra aree (Centro Sud) considerate endemiche per LVZ e aree con sporadici focolai di limitata ampiezza (Centro Nord). Di fatto la reale situazione sanitaria non è nota, nonostante le decine di casi di Leishmaniosi canina rilevati passivamente ogni anno dai laboratori accreditati alla diagnosi (IZS), associati ad un'estrema sporadicità dei casi umani se confrontata con l'andamento della patologia in Italia. Risulta perciò necessaria un'indagine che definisca scientificamente il grado di endemia e di diffusione del vettore e consenta la sua identificazione.
    Va rilevato, quale riconoscimento per l'ottimo lavoro sin qui svolto dal nostro Osservatorio Epidemiologico Veterinario di Ancona nella gestione dei Piani riguardanti le TSE, la Blue Tongue, i Piani Nazionali Residui ed Alimentazione Animale, che nel gruppo di crisi per la gestione dell'emergenza riguardante l'Influenza Aviaria sono stati inseriti due nostri epidemiologi operanti presso il suddetto Osservatorio.


SISTEMA INFORMATICO - ACCETTAZIONE/REPORTING


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DEL SERVIZIO
Il fulcro dell'attività di questo Servizio per il 2006 sarà quello di rendere ancora più apprezzabile e proficuo il contributo, già rilevante, offerto a supporto di tutte le attività laboratoristiche e di servizio rese dall'Istituto, attraverso la messa a disposizione di applicativi e di funzionalità della rete informatica, interna ed esterna all'Ente.
Ciò si concretizzerà con una serie di iniziative, tutte di rilevante spessore professionale, che valorizzeranno ancor più il ruolo centrale svolto dall'Istituto nel contesto delle due Regioni di competenza nel settore della sanità pubblica e tutte finalizzate ad una migliore integrazione con le stesse e ad offrire agli utenti, istituzionali e non, la possibilità di acquisire una gran massa di informazioni, necessarie a svolgere al meglio il proprio lavoro o a soddisfare il desiderio di acquisire informazioni scientificamente corrette e tempestive.
In tale ottica è prevista una completa revisione del sito web dell'Istituto - effettuata esclusivamente con risorse interne, in ragione della loro elevata competenza e capacità professionale - che diverrà ancor più organico, di facile consultazione, gradevole e con una serie di servizi che serviranno a rendere ancora più qualificata e trasparente l'immagine dell'Istituto. In particolare verrà offerta la possibilità di acquisire in maniera esaustiva tutte le informazioni necessarie a conoscere "dall'interno" le principali attività dell'Istituto (Ricerca, OEV, Qualità, Gestione Ambientale, Sicurezza e Prevenzione), gli eventi in primo piano (Concorsi e Selezioni, Bandi di Gara, Formazione) la parte dedicata all'informazione (Comunicati Stampa, Servizio Bibliografico, Rivista on line Webzine Sanità Pubblica Veterinaria) i principali servizi on line di cui potranno usufruire gli utenti (visualizzazione degli esiti analitici, dati riguardanti le analisi del latte, la disponibilità di stabulogeni e vaccini, etc.).
Tutto ciò, ovviamente, nel più rigoroso rispetto delle norme riguardanti detta materia.

Per quanto concerne l'attività di accettazione/refertazione/reporting, che è strutturalmente e funzionalmente raccordata al Servizio Informatico, va rammentato che nel corso del 2005 sono stati rendicontati i dati dell'attività svolta dall'Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche nell'ambito dei seguenti Piani/Studi:
  1. Piano Nazionale di Sorveglianza Blue Tongue
  2. Piano Nazionale di Sorveglianza BSE
  3. Piano Nazionale Sorveglianza Scrapie
  4. Piano Nazionale di Monitoraggio Influenza Aviaria
  5. Piano Nazionale di controllo dell'Arterite equina
  6. Studio sulla prevalenza di Salmonella spp. in allevamenti di galline ovaiole
  7. Piano Europeo di Monitoraggio agenti zoonosici
  8. Piano Nazionale di vigilanza e controlli sanitari sull'alimentazione animale
  9. Piano Nazionale Residui
  10. Piano Nazionale Alimenti (rilevazione dati di sintesi sul controllo ufficiale alimenti e bevande)
  11. Piano Triennale Alimenti Regione Umbria
  12. Piano Regionale di controllo dei cinghiali
La rendicontazione, che ovviamente proseguirà anche per il 2006, prevede l'estrazione dei dati dal Sistema Informativo dell'Istituto secondo i parametri richiesti dall'Ente destinatario e la loro successiva organizzazione nel formato predisposto per l'invio.
L'invio di questi dati, che alimentano il sistema informativo nazionale, avviene, per la maggior parte dei flussi, attraverso file di testo scaricati direttamente sui portali degli Enti destinatari oppure inviati per posta elettronica. Per quanto riguarda i flussi regionali, la periodicità varia a seconda del Piano ed avviene attraverso tabelle di rendicontazione specifiche.
L'attività del 2005 è stata rivolta alla gestione corretta e il più possibile automatizzata dei flussi sopraindicati, al fine di assolvere ai debiti informativi istituzionali nei confronti di Ministero della Salute, Centri di Referenza e Regioni. Per quanto concerne invece le ASL presenti sul territorio è stato messo a disposizione un servizio di consultazione via Internet delle prove refertate dai laboratori dell'Istituto a cui possono accedere unicamente gli utenti iscritti con credenziali idonee per l'autenticazione.
Nel 2006 l'Istituto si propone l'obiettivo di proseguire nello studio di metodologie alternative a quelle standard che, sfruttando il web, garantiscano flussi informativi in grado di incrementare il livello di integrazione con le realtà sanitarie locali.
L'attività di sviluppo di detti nuovi applicativi, che, va ricordato, è svolta anch'essa dagli operatori del nostro Servizio Informatico, dovrà essere orientata all'obiettivo di rendere accessibile sul web i riepiloghi dell'attività svolta dalle ASL nell'ambito dei diversi Piani nazionali e regionali; la visibilità di questi dati sarà permessa solo agli utenti autorizzati e con competenza specifica e garantirà un ritorno di informazioni anche a livello locale.

Per quanto concerne, poi, gli utilizzatori interni del Sistema Informativo di Gestione dei Laboratori d'Analisi (SIGLA) in uso presso l'Istituto, per il 2006 si prevede di dar corso a due attività di particolare rilievo:
  1. l'implementazione di una nuova procedura riguardante la Gestione dei sopralluoghi, che servirà a dare visibilità e risalto ad una gran mole di lavoro ad oggi svolto e che, spesso, è difficilmente documentabile. Ciò si concretizzerà con l'inserimento nel menù principale del Sistema di una nuova voce - Sopralluoghi appunto - che richiamerà una form, dalla quale sarà possibile inserire, modificare o ricercare i sopralluoghi effettuati. Tale nuova procedura consentirà di trasferire in automatico nella form Sopralluogo tutte le prove effettuate con i relativi risultati, non appena queste verranno rapportate, rendendo possibile visualizzare e stampare (nuovo report) tutti i risultati degli esami relativi alla richiesta associata al sopralluogo. E' prevista, inoltre, la realizzazione di una nuova funzionalità (form + report) per poter evidenziare tutti i sopralluoghi per operatore, periodo, attività, numero progressivo, e quindi la relativa stampa. Tutto ciò consentirà, in special modo per le attività connesse alla sanità ed al benessere animale, di disporre delle informazioni relative alle iniziative di campo svolte nel territorio delle regioni Umbria e Marche.
  2. la revisione del prodotto SIGLA in versione WEB, che prevede la completa reingegnerizzazione del prodotto, pur se attraverso una nuova release che comprenda tutte le funzionalità presenti nell'attuale Sistema e che prevede un percorso di lavoro di due anni. Nella fase di analisi, che riguarderà il 2006, verranno analizzate, tutte le proposte avanzate per migliorare e/o integrare le attuali funzionalità del prodotto in uso, in particolare quelle che riguardano la struttura DB, le maschere di accettazione, le rendicontazioni, l'emissione Rapporti di prova in formato PDF, la firma digitale, etc. A conclusione di tale fase avverrà la migrazione dell'attuale Sistema verso la nuova versione (SIGLA 4.0) in maniera graduale, mantenendo comunque in esercizio l'attuale prodotto, testando nel contempo le varie porzioni del nuovo fino a che non sia resa possibile la sostituzione globale. La soluzione tecnologica individuata per SIGLA 4.0 è tale da consentire la realizzazione di un prodotto compatibile con l'architettura standard Java 2 Enterprise Edition (J2EE), quindi ampiamente flessibile ed "esportabile" su un numero elevato di piattaforme, integrato con tecnologie di tipo Open Source. Questa sarà un'attività oltremodo gravosa per gli anni 2006 - 2007, che coinvolgerà tutte le strutture dell'Istituto, in particola modo l'Amministratore del Sistema SIGLA e il Sistema Informatico dell'Istituto.

OFFICINA FARMACEUTICA


CORE ACTIVITY: AMPLIAMENTO DELLA GAMMA DEI PRODOTTI
L'attività dell'Officina Farmaceutica si incentrerà sulla messa a punto di tecniche analitiche e la produzione di reagenti per la diagnostica di alcune patologie animali di particolare interesse (Tubercolosi, S. abortusovis, Leucosi Bovina Enzootica). Verrà inoltre rafforzata la collaborazione con enti esterni per lo studio di metodi innovativi applicati alla produzione di vaccini e la valutazione della risposta immunitaria.

ATTIVITÀ SPECIFICHE
Le attività produttive possono inserirsi nella programmazione del presente Piano Aziendale sia nel contesto dell'integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL, che delle politiche della qualità e sicurezza, appropriatezza, ricerca e formazione.
  1. Integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL. La produzione di reagenti diagnostici, di vaccini nei confronti della PSC e della Brucellosi ovina (Rev. 1) e di vaccini stabulogeni (Leptospirosi bovina), costituiscono attività che vanno ad integrarsi con quelle delle AASSLL relativamente alla realizzazione dei piani di eradicazione e di controllo delle malattie infettive degli animali domestici. Per quanto concerne il piano di eradicazione della Tubercolosi bovina si è attivato e verrà implementato un servizio diagnostico di supporto alle AASSLL basato sull'isolamento e test immunologico gamma-IFN parallelamente allo studio di metodi diagnostici innovativi per l'accertamento intra vitam della malattia.
  2. Politica dell'Appropriatezza.
    Nell'ambito della politica dell'appropriatezza tecnico-scientifica vanno inserite l'introduzione di innovazioni tecnologiche nei processi produttivi e la stesura di nuove procedure operative tecniche. Inoltre, nel corso del 2006, con l'acquisto del citometro a flusso, verranno avviate nuove attività nel settore immunologico e diagnostico.
  3. Politica della Qualità e Sicurezza.
    Il personale operante presso l'articolazione ha avviato nel corso del 2005, ma verranno concretamente implementate nel corso del 2006, attività di collaborazione con il Dirigente responsabile della Gestione Ambientale per monitorare e verificare le emissioni ambientali della struttura (unica prescelta dall'Ente), per l'ottenimento dell'accreditamento ambientale di tutto l'Istituto.
  4. La formazione.
    Come da consuetudine, continuerà anche nel 2006 l'attività di formazione interna per il personale tecnico nell'ambito dell'aggiornamento professionale e per il personale laureato per l'acquisizione dei crediti formativi stabiliti per l'annualità in corso.
  5. La Ricerca.
    Relativamente alle attività di ricerca, nel corso del 2006 verranno svolte attività di ricerca inerenti la produzione e sperimentazione di nuovi presidi immunizzanti e reagenti diagnostici. Inoltre continuerà la collaborazione con il Dipartimento di Patologia Veterinaria dell'Università di Faisalabad (Pakistan) nello svolgimento di un attività di ricerca sulla diffusione della tubercolosi e paratubercolosi in tale Paese.


AREA AMMINISTRATIVA


CORE ACTIVITY: OTTIMIZZAZIONE DEL SERVIZIO
Nel Piano aziendale 2004 si è dato avvio ad un Progetto/piano di lavoro a valenza pluriennale (2004-2006) attuativo dell'obiettivo strategico relativo alla tematica dell'appropriatezza, con particolare riferimento all'appropriatezza degli interventi.
Nell'ambito dell'appropriatezza gestionale/organizzativa è stato previsto l'obiettivo strategico dell'Area amministrativa finalizzato alla responsabilizzazione degli operatori sulle funzioni di competenza, al miglioramento della qualità e, più in generale, all'appropriatezza del servizio erogato. E ciò nella consapevolezza che le definizioni della stessa trovano puntuale traduzione anche nell'esplicitazione dei contenuti e delle funzioni amministrative.
Al fine di dare concreta attuazione a quanto previsto nel Piano aziendale per l'Area amministrativa, nel mese di giugno 2005 sono stati concordati con i responsabili dell'Ufficio e dei Settori e con la dirigente responsabile del Servizio di prevenzione e protezione "accordi di programma".
Gli accordi di programma sono stati condivisi da tutti gli operatori dell'Area amministrativa a dimostrazione del reale e fattivo coinvolgimento nelle attività e nel perseguimento degli obiettivi fissati.
In particolare, in sede di accordo sono stati distinti tre tipi di obiettivi: Strategico, già individuato nel Piano e consistente nella "Guida alle funzioni amministrative"; Generali, comuni a tutta l'Area amministrativa; Specifici, propri di ogni Ufficio, Servizio, Settore.

OBIETTIVO STRATEGICO
L'obiettivo Strategico Guida alle funzioni amministrative dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale è un progetto articolato in più fasi, da attuare nel triennio 2004-2006.
Il progetto di ricerca Guida alle funzioni amministrative, finalizzato al principio dell'appropriatezza gestionale/organizzativa nell'ambito dell'Area amministrativa, ha lo scopo di promuovere la comunicazione quale leva di sviluppo organizzativo delle funzioni amministrative, intese come importante strumento per il raggiungimento dei fini istituzionali, degli obiettivi programmatici dell'Istituto oltre a rappresentare il supporto per il funzionamento dei Servizi sanitari.
L'obiettivo del progetto è la stesura del Manuale delle funzioni amministrative di un Istituto Zooprofilattico Sperimentale, da rendere fruibile all'utenza interna ed esterna.
Il fine è quello di semplificare, velocizzare l'attività quotidiana e, al contempo, fornire una nuova metodologia di lavoro volta a produrre un cambiamento culturale dell'approccio ai rapporti interpersonali e al lavoro degli operatori. L'analisi e la scomposizione delle funzioni amministrative è uno strumento di comunicazione interna ed esterna, ma altresì un progetto gestionale mirato alla responsabilizzazione degli operatori sulle rispettive attribuzioni, oltre che nella qualità ed appropriatezza del servizio erogato.
Il progetto si configura come uno strumento semplice, ma efficace, finalizzato al rafforzamento di una rete di cognizioni professionali, che comunicano, si integrano e creano le fondamenta per nuove linee di sviluppo, di miglioramento e di nuove professionalità.
La Guida alle funzioni amministrative si concretizza attraverso la strategia della co-progettazione, in cui la condivisione da un lato e l'apprendimento dall'altro nascono dall'addestramento sul campo, dalle esperienze reali piuttosto che da complicati e sterili percorsi burocratici.
Si procederà ad un attento ed approfondito esame della reale natura dei servizi amministrativi, partendo dall'analisi delle funzioni e delle relative procedure, evidenziando, quale punto di partenza, quelle che molto spesso non sono state ancora esplicitate.
Il processo aziendale, sempre e costantemente orientato alla deverticalizzazione, rappresenta il contesto idoneo alla nascita ed allo sviluppo della guida agli operatori del Servizio Amministrativo, contribuendo al miglioramento del processo di riqualificazione delle relazioni e dei rapporti con l'utenza interna ed esterna.

L'obiettivo da perseguire consiste nel dare la dovuta valenza e visibilità a tutte quelle realtà che presiedono l'evolversi dei percorsi burocratico/amministrativi.

Il progetto ha quindi lo scopo di promuovere la comunicazione sviluppando in particolare:
Gli obiettivi, pertanto, che si intendono raggiungere sono: Le fasi successive del progetto rappresentano l'obiettivo Strategico dell'anno 2006 e si concretizzano nella descrizione di tutte le procedure prese in esame per pervenire all'elaborazione del "Manuale delle funzioni amministrative", oggetto di pubblicazione da rendere fruibile all'utenza interna ed esterna.
In particolare, l'ultima parte dell'obiettivo Strategico Guida alle funzioni amministrative dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale prevede:

VII Fase: Individuazione degli atti intermedi e finali che compongono le restanti procedure non esaminate; e Definizione dei prodotti/servizi per le procedure prescelte;

VIII Fase: Descrizione, per ciascun prodotto/servizio delle procedure prescelte, dello strumento amministrativo, del cliente/utente e della modalità di attivazione della richiesta;

IX Fase: Elaborazione del Manuale delle funzioni amministrative;

X Fase: Pubblicazione del Manuale delle funzioni amministrative.

Nel Manuale sono anche descritte le strutture operative, le modalità di ricevimento dell'utenza interna ed esterna, le modalità di contatto di ogni singolo Ufficio, Settore, Servizio.

Per quanto riguarda il Servizio Prevenzione e Protezione, per l'anno 2006 si porterà a compimento il progetto "Delega delle funzioni" ex D. Lgs. n. 626/94. Il progetto, iniziato nel 2004 e che prevede nel 2005 la consegna del documento di Delega di funzioni in materia di sicurezza sul lavoro ai Responsabili delle Sezioni e delle Aree Tematiche, si concluderà col conferimento delle deleghe medesime e con il monitoraggio della fase applicativa del documento in questione.

OBIETTIVI GENERALI
Come per gli anni precedenti, negli accordi di programma saranno concordati obiettivi generali uguali per tutta l'Area Amministrativa trattandosi di attività ed azioni a carattere burocratico - amministrativo comuni, il cui miglioramento in termini di efficacia ed efficienza produce una ricaduta positiva sulla gestione aziendale; analogo accordo sarà fatto con la dirigente del Servizio Protezione e Prevenzione.
Si ritiene che anche l'attività di prassi (ordinaria amministrazione) deve avere una valorizzazione, essere premiata se svolta con efficienza, perché assicura e garantisce la correntezza dell'azione amministrativa.

OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi specifici riguardano progetti o azioni, proposti anche dai responsabili delle Articolazioni Organizzative e dai loro operatori, connesse ad attività di sviluppo di procedure amministrative, relative ad adempimenti legislativi e normativi. Uno stesso obiettivo specifico può riguardare più Articolazioni Organizzative, nell'ottica di un coinvolgimento professionale trasversale; oppure interessa, vista la specificità, un determinato Ufficio, Settore, Servizio.
Obiettivo Specifico, che si assume nel Piano Aziendale 2006 comune a tutte le Articolazioni Organizzative dell'Area amministrativa, riguarda l'implementazione e la messa a regime del software denominato Ascot Web, ultima versione della procedura informatica finora utilizzata per la piattaforma amministrativa.
La nuova procedura ed il nuovo modus operandi garantisce l'Ente dal punto di vista economico, in quanto non essendo più gestore diretto del software, ma solo utilizzatore, diminuiscono le spese necessarie all'aggiornamento dello stesso; dal punto di vista pratico, perché essendo lo stesso software utilizzato da altri Enti, l'adeguamento di esso alle normative vigenti non necessita più di richieste di aggiornamento alla società che garantiva la manutenzione, ma è un obbligo della società stessa provvedere sistematicamente ai necessari aggiornamenti; dal punto di vista dell'efficienza, perché, mentre precedentemente il non funzionamento del server comportava tempi di intervento e di risoluzione non definibili a priori, attualmente il disservizio dovrebbe limitarsi a poche ore.
Il nuovo software consentirà l'implementazione a regime della Contabilità Generale.
L'applicazione della Contabilità Generale appare necessaria al fine di allineare la realtà dell'Istituto a quelli che sono gli orientamenti in materia, evitando perdite in termini di vantaggio competitivo e garantendo una maggior trasparenza della gestione aziendale.
L'attuazione della Contabilità Generale permette per sua natura di calare in modo ancora più puntuale il principio dell'appropriatezza all'azienda - Istituto; in tal modo si ha un nuovo strumento a disposizione per applicare il modello dell'appropriatezza.
Tutti gli operatori dell'Area amministrativa collaboreranno e daranno il proprio apporto alla realizzazione del progetto "Contabilità Generale" ciascuno per la parte di competenza, partecipando a percorsi formativi/informativi bidirezionali che agevolino il ribaltamento dell'attuale Contabilità Finanziaria in Contabilità Generale.

La strategia che verrà adottata può essere così descritta: In particolare, è necessario che sia con immediatezza implementata la procedura relativa alla "gestione del patrimonio", alla quale è collegata la maggior parte dei movimenti.
L'operazione, peraltro, non è più rinviabile, in quanto il personale è stato formato; presso tutti i personal computer, non essendoci più limitazione di licenze, è istallata la procedura AscotWeb; è possibile partire in qualsiasi momento ed aggiornare il pregresso strada facendo, provvedendo senza alcun vincolo alla valorizzazione dei beni.

L'attivazione della piattaforma patrimonio è indispensabile ai fini della produzione dello stato patrimoniale del bilancio, con riferimento ai dati per l'apertura e chiusura annuale concernente la categoria delle immobilizzazioni, oltre che per il conto economico, con riferimento alla contabilizzazione delle quote annuali di ammortamento.
Altro settore su cui si interverrà in modo radicale con la nuova procedura informatica istallata è quello della gestione automatica delle deliberazioni.
La messa a regime della procedura consentirà la scannerizzazione e archiviazione dei provvedimenti sulla base di un titolario e di una classificazione, che ne renda agevole la fascicolazione e la ricerca, ma rispetti soprattutto le norme di gestione documentale vigenti.
L'archiviazione così effettuata consentirà la trasmissione delle deliberazioni alle unità operative interessate tramite un semplice messaggio di posta elettronica con ricevuta di ricezione, attivando così le indicazioni contenute nel recente codice dell'amministrazione digitale.
Il processo descritto consentirà di ottimizzare le modalità di circolazione e fruizione dei documenti, eliminando le duplicazioni in fase di archiviazione e di copia.

Per quanto concerne il Servizio Prevenzione e Protezione, il piano di lavoro si svilupperà nelle sottoelencate attività: Il responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione svolgerà, come di routine, Corsi destinati ai nuovi assunti secondo il modulo già predisposto. Il raggiungimento degli obiettivi individuati, che andrebbero anche nel 2006 ben al di là dello stretto mandato istituzionale, potrà rappresentare per tutte le componenti dell'Istituto, sia quelle politiche che tecniche, la conferma di avere ormai acquisito un assetto strutturale, organizzativo e funzionale che, si auspica, meritino la più convinta considerazione sia da parte del Ministero della Salute che delle regioni Umbria e Marche.
Ciò dovrebbe tradursi, a giudizio dello scrivente, in una più concreta valutazione dell'impegno posto dall'Istituto a salvaguardia delle produzioni del comparto agroalimentare e, soprattutto, a tutela della salute dei consumatori delle due Regioni di competenza, con un sostegno economico pluriennale di entità tale da consentirci di completare il processo di ammodernamento strutturale e tecnologico dell'Istituto e di disporre di una pianta organica adeguata alla esigenza di dare continuità alle numerose attività al momento espletate sotto forma di progetti a termine, con l'utilizzo di tanti giovani di valore ai quali al momento è solo possibile offrire un lavoro precario.
E' indubbio che le difficoltà economiche nelle quali versano lo Stato centrale e le Regioni in questo momento non aiutino in tale direzione, ma la qualità del lavoro svolto, gli indubbi risultati positivi raggiunti in questi anni e, soprattutto, le potenzialità che possiede questo Istituto in un settore tanto strategico della vita del Paese quale è quello della prevenzione collettiva dovrebbero indurre il Ministero della Salute ed in particolar modo le regioni Umbria e Marche ad una più concreta valutazione sul ruolo che l'Istituto svolge e potrebbe ancor meglio svolgere qualora supportato adeguatamente sotto il profilo economico.

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