Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 34, gennaio-febbraio 2006 [http://www.izsum.it/webzine.html]
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Evaluation of nospecific immune parameters as a prognostic instrument in clinical diagnosis of swine diseases: a second case of study.
Valutazione dei parametri di immunità aspecifica come strumento prognostico e di sostegno alla diagnosi nella clinica del suino: secondo caso.


Battistacci L., Moscati L., Sensi M.


[IZSUM Working group on Animal Welfare - Gruppo di lavoro sul Benessere Animale]



Summary: Low temperatures represent an important stress for suckling piglets. Failed respect of minimal thermal requirements ( within termoneutrality range ) give rise to an homeostatic alteration with relative involvement of no specific immunity system, too. We monitored, in this work, some no specific immunity parameters levels (serum bactericidic activity, total seric lysozyme and total haemolytic complement activity) in suckling piglets. These animals were reared in managed farrowing room where environmental temperature was badly managed. Such situation predisposes to high mortality levels and increases the numbers of runts.

Riassunto: Le basse temperature rappresentano un motivo di stress per i suinetti. Il mancato rispetto dei fabbisogni minimi di termoneutralità provoca un' alterazione dell'omeostasi con compromissione anche del sistema immunitario aspecifico. In questo lavoro abbiamo controllato i livelli di alcuni parametri di immunità aspecifica ( battericidia sierica, lisozima sierico e attività del complemento emolitico) in suinetti lattanti sottoposti a stress termico in un locale parto in cui la temperatura ambientale non era correttamente controllata. Tale situazione ambientale predispone all'insorgenza di una elevata percentuale di mortalità e all' aumento del numero degli scarti.

INTRODUZIONE
Nel mese di gennaio 2002 in un allevamento della nostra regione si era verificato un aumento della mortalità fra i suinetti lattanti, specie nei soggetti di 12 - 72 ore di vita.

L'unità produttiva era costituita da un nucleo di circa 200 scrofe, ibride commerciali, acquistate da un fornitore esterno. La quarantena veniva effettuata in un locale non molto distante dall'unità produttiva principale. La rimonta non veniva effettuata con regolarità e quindi la durata del periodo di quarantena variava in relazione alle esigenze produttive. Le scrofe venivano inseminate artificialmente e alloggiate in piccoli gruppi sino a circa 8 giorni dopo la copertura, dopo di che, erano trasferite in altri box comuni (con un massimo di 6 soggetti box) o in gabbie a posta singola. Non veniva effettuata la stimolazione con il verro.

Il reparto di accoppiamento-gestazione era costituito da una struttura monovolume con tetto a doppia pendenza, e finestre "a ghigliottina" la cui apertura era gestita manualmente, la ventilazione, quindi, era di tipo naturale e non vi era un impianto di riscaldamento.

Le sale parto, distribuite lungo entrambi i lati di un corridoio centrale, avevano il soffitto ad una pendenza (corrispondente ad uno spiovente del tetto), con la parte più alta, in cui insistevano la porta e gli ingressi per l'aria (fessure molto piccole sotto dimensionate per i fabbisogni di ventilazione di scrofe e suinetti). Le gabbie erano di tipo tradizionale sollevate da terra per mezzo di "quattro zampe".
Il pavimento della gabbia era costituito da grigliato in tondino di acciaio con una lastra di cemento centrale in corrispondenza dell'addome delle scrofa; non esisteva "un nido" vero e proprio per i suinetti, i quali pur con la lampada riscaldante a disposizione, erano costretti a giacere sulla pavimentazione "fessurata, in acciaio sollevati da terra".

La ventilazione era forzata con un ventilatore in estrazione posizionato centralmente, sulla parete esterna, ad una altezza di m 1,80 da terra. L'impianto di riscaldamento era costituito da termoconvettori divenuti obsoleti che probabilmente non soddisfacevano appieno le esigenze termiche dei soggetti presenti nella sala. Temperatura e ventilazione erano controllate e gestite da un impianto computerizzato. La sonda di controllo era posizionata a m 1,20 dalla superficie del pavimento "della gabbia parto".

Durante il sopralluogo fu messo in evidenza: MATERIALI E METODI
Al fine di avere maggiori informazioni, a seguito delle basse temperature che si registravano in quel periodo, abbiamo posizionato due termometri di minima e massima, uno a livello della sonda e l'altro a livello del pavimento in grigliato delle sale parto.
Sono stati effettuati dei prelievi di sangue da scrofe e suinetti. Su tali campioni sono stati eseguiti controlli sierologici e virologici nei confronti di PRRSV (Elisa e PCR), PCV2- Circovirus (PCR), Aujeszky (gE ed Ig totali).
Inoltre sono stati determinati i valori di lisozima sierico (Osserman et al. 1996), battericidia sierica (Dorn et al. 1980 ) e complemento (Barta et al.1993 ).

RISULTATI E DISCUSSIONE
Il controllo delle temperature (tabella 1) ha messo in evidenza, a livello del grigliato, enormi differenze di temperatura nell'arco della giornata rispetto a quelle della sala (registrate dalla sonda).
Tali temperature erano nettamente al di sotto dei valori di termoneutralità per soggetti neonati.



Ciò giustificherebbe gli alterati valori della battericida, lisozima e complemento (tabella 2) rispetto ai valori di riferimento ( Moscati et al. 2003).



Alla luce di questi risultati sono state realizzate alcune azioni correttive: Dopo un controllo effettuato a circa 10 mesi dal primo intervento sono stati ottenuti risultati positivi dal punto di vista zootecnico, sostenuti anche da un miglioramento dei parametri presi in considerazione come riportato dalla tabella 3



CONCLUSIONE
Le basse temperature rappresentano per i suinetti un elemento stressante di notevole entità.
Tali soggetti, privi del grasso bruno e dotati di una minima copertura adiposa sono molto sensibili al relativo abbassamento termico che potrebbe verificarsi nei locali di parto. Lo stress ambientale ha una complessa interazione con molti fattori, compresa l'immunità innata, vale a dire quel sistema di difesa naturale dell'organismo che il suinetto ha, indipendentemente dal "contatto" con uno specifico patogeno.
Situazioni di mancato rispetto dei fabbisogni ottimali di temperatura, predispongono questi soggetti neonati ad elevati indici di mortalità a causa della loro ridotta capacità compensativa nei confronti degli stress termici, specie se costituiti da riduzioni della temperatura.
Le base temperature favoriscono un maggior afflusso di sangue alla muscolatura scheletrica e agli altri organi termogenici, a tutto discapito dell'irrorazione sanguigna del piccolo intestino, con il conseguente aumento delle possibilità di insorgenza di sindromi enteriche. Il taglio dei denti stesso, costituisce un fattore predisponente l'abbassamento della temperatura corporea dei suinetti specie quella della cute.

Ecco che allora manovre manageriali quali quella di evitare il taglio dei denti, l'installazione di tappetini di gomma o altro materiale coibentante, per fornire un giaciglio caldo e riparato da correnti d'aria ai suinetti, possono costituire semplici ma efficaci presidi per mantenere questi giovani animali nelle "migliori condizioni fisiologiche" (stato immunitario innato).
La valutazione di alcuni parametri di immunità innata o aspecifica (battericidia, complemento e lisozima) conferma ancora una volta la propria valenza nel determinismo di certe dinamiche di discomfort degli animali e nell'apprezzamento dell'efficacia delle misure correttive.

BIBLIOGRAFIA

1. M. Amadori, I.L.Archetti , M. Frassinelli , M. Bagni, E. Olzi, G. Caronna, M. Lanterni (1997) An Immunological Approach to the Evaluation of Welfare in Holstein Frisian Cattle. J. Vet. Med. B.44,321-327.

2. V. Barta, O. Barta (1993) Testing of Hemolitic Complement and its components. In: Barta O., (ed.) Vet. Cl. Imm. Lab., Bar-Lab, Blacksburg, USA.

3. D. M. Broom, K. G. Johnson (1993) Stress and animal welfar, 1st edition,Chapman & Hall, London.

4. W.Dorn, G.Mehl, CHR Clem (1980) Untersuchungen zur serumbakterizidie beim Kalb. Arch. Exper. Vet. Med. 34, 635- 650.

5. L. Moscati, C. Stelletta, M. Sensi, L. Sonaglia, L. Battistacci (2003) Studio di alcuni parametri immunologici per la valutazione dello stato di benessere nell'allevamento del suino all'ingrasso. Atti V° Congresso Nazionale S.I.Di.L.V. 103-104.

6. E.F. Osserman, D.P. Lawlor (1966) Serum and urinary lisozime (muramidase ) in monocytic and monomyelociticleukemia. J. Exp. Med. 124, 921- 952.

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