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Numero 13 - marzo/aprile 2002
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Dr.ssa Silvia Crotti
<s.crotti@pg.izs.it>

Infezioni da Chlamydia: generalità e diagnosi biomolecolare tramite PCR. Esperienza dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche



Le Clamidie sono microrganismi che vivono come parassiti obbligati delle cellule e che possiedono un elaborato ciclo di replicazione intracellulare.
I germi appartenenti alla famiglia delle Chlamydiaceae sono responsabili di numerose malattie, sia negli animali che nell'uomo.
Secondo la nuova nomenclatura all'interno della famiglia sono stati riconosciuti due generi, Chlamydia, con le specie C. trachomatis, C. suis e C. muridarum e Chlamydophila, con le specie C. abortus, C. psittaci, C. caviae, C. felis, C. pneumoniae e C. pecorum.
Chlamydophila psittaci è responsabile di una importante malattia a carattere zoonosico, la psittacosi, malattia dei pappagalli (fam. Psittacidae), definita anche come ornitosi nei volatili non appartenenti a tali famiglia.
La trasmissione della malattia avviene essenzialmente per via aerogena, mediante aerosolizzazione infetta o per ingestione di alimenti contaminati, anche se il microrganismo è stato isolato da numerose specie di ectoparassiti del pollame, avvalorando in tal modo l'ipotesi di una trasmissione passiva attraverso vettori invertebrati.

Negli animali la malattia può assumere diverso indice di gravità, in relazione soprattutto alla specie interessata, all'età e alla virulenza del ceppo.
Gli animali più sensibili risultano essere gli psittacidi e i piccioni giovani, in cui l'indice di mortalità può raggiungere anche il 75-90%.
Nella forma acuta della malattia si assiste ad un grave quadro respiratorio, con scolo nasale e congiuntivale, edema delle palpebre e rantoli.
La morte sopraggiunge nel giro di pochi giorni in seguito ad un forte abbattimento accompagnato da una imponente diarrea di colore verde-giallastro.
I soggetti che sopravvivono spesso rimangono eliminatori per lungo tempo attraverso gli escreti, mantenendo attivo il focolaio di infezione e trasmettendo così la malattia ai soggetti più giovani dell'allevamento.

Da un punto di vista terapeutico è consigliato l'uso di tetracicline.
L'infezione umana da Chlamydophila psittaci prende origine dall'enorme riserva naturale costituita da quei volatili in cui l'infezione si manifesta in forma latente ed un ruolo determinante è svolto dagli Psittacidi che, essendo ormai considerati animali da compagnia, vivono a stretto contatto con l'uomo.
La malattia è caratterizzata dalla comparsa di febbre, cefalea e polmonite ma una diagnosi tempestiva ed una terapia mirata e protratta nel tempo garantiscono una guarigione definitiva senza rischio di eventuali ricadute.
In ovini e caprini l'infezione da Chlamydia dà luogo al cosiddetto aborto enzootico (Chlamydophila abortus) che colpisce gli animali nell'ultimo periodo di gestazione. L'aborto tardivo è spesso accompagnato da ritenzione placentare, scolo vaginale che si protrae per lungo tempo e da febbre elevata che persiste per circa una settimana. La fertilità comunque non è compromessa.

La trasmissione dell'infezione avviene per contatto diretto con soggetti malati, anche se la recettività del piccione e del passero indicano un'altra fonte di contagio ed un'ulteriore riserva di infezione.
Chlamydophila pecorum è responsabile nei ruminanti di artriti e congiuntiviti, anche se queste patologie risultano essere meno frequenti.
Nei bovini le infezioni da Chlamydia possono dare origine a diversi quadri morbosi, tra cui aborto, enteriti, polmoniti e polisierositi, encefalomieliti, infertilità e mastiti.
Numerose altre specie animali sono interessate dall'infezione, come ad esempio il coniglio, in cui è l'apparato riproduttore ad essere colpito, con comparsa di problemi riproduttivi e aborto precoce, il cavallo, con diverse localizzazioni del germe e conseguenti manifestazioni cliniche (encefalite, polmonite, aborto, artrite), il suino, soprattutto in allevamenti intensivi da ingrasso con comparsa di polmonite, pericardite, congiuntivite e artrite.
Il carattere zoonosico della malattia e le numerose specie interessate rendono fondamentale una rapida diagnosi.

A tale scopo nel nostro Istituto, oltre all'esame sierologico eseguito di routine (Fissazione del Complemento) è stata messa a punto una PCR (Polymerase Chain Reaction) in cui il DNA estratto dalla matrice biologica è sottoposto a due fasi di ampilificazioni. Tali fasi, denominate prima amplificazione e amplificazione Nested, permettono di svelare in poche ore la presenza del germe.
La tecnica di PCR mostra elevate sensibilità e specificità. Ciò consente di ottenere risultati positivi anche quando la concentrazione del germe è molto bassa e quando il materiale da sottoporre ad analisi risulta essere contaminato o comunque non idoneo per l'applicazione delle tecniche tradizionali (vedi fig. 1).

Fig. 1. Corsa elettroforetica su gel d'agarosio
gel agarosio
Lane 1 = MARKER
Lane 2 e 3 = camp. POSITIVO (polmone feto ovino)
Lane 4 e 5= camp. POSITIVO (rene feto ovino)
Lane 6 e 7= camp. POSITIVO (tamp. cervicale ovino)
Lane 8 e 9 = camp. NEGATIVO (polmone feto ovino)
Lane 10 = MARKER


Nel 2001 sono stati eseguiti esami in PCR su diverse matrici biologiche (vedi tab.1) con una positività per Chlamydia spp dell'11,4%; nei primi mesi del 2002 si è avuto un incremento del numero di diagnosi effettuate, nonchè un aumento delle matrici biologiche analizzate (vedi tab.2) e la positività ha raggiunto il 23%.

Tabella 1. Matrici biologiche analizzate nel 2001
Specie animalematriceCamp.+(%) Camp.-(%)
OVINO Polmone (feto) 7.14 31.43
 Cotiledoni/placenta / 2.90
 Pool organi (feto) 4.26 8.60
 Tamp. oculare / 2.85
CAPRAPolmone (feto) / 12.8
 Sinovia / 1.43
BOVINO Polmone (feto) / 17.14
  Milza (feto) / 1.43
  Pool organi (feto) / 4.30
  Tampone rettale / 1.43
ALPACA placenta / 1.43
CAPRIOLOTamp. congiuntivale/1.43
CANE Tamp. congiuntivale / 1.43
   11.4 88.6


Tabella 2. Matrici biologiche analizzate nel 2002 (al 15 marzo)
Specie animalematriceCamp.+(%) Camp.-(%)
OVINO Polmone (feto) 2.08 8.32
  Cotiledoni/placenta / 2.08
  Pool organi (feto) 6.30 22.92
  Rene (feto) 2.08 /
  IV stomaco (feto) / 2.08
  Fegato (feto) / 2.08
  Liq. Toracico (feto) / 2.08
  Ansa intestinale / 2.08
  Tamp. cervicale 12.54 4.16
  Tamp. nasale / 2.08
CAPRA Cotiledoni/placenta / 2.08
BOVINO Polmone (feto) / 2.08
  Pool organi (feto) / 2.08
CONIGLIO Pool organi (feto) / 4.16
GATTO Pool organi / 2.08
VOLATILI Pool organi / 2.08
  Polmone / 4.16
  Tamp. congiuntivale / 2.08
  Ansa intestinale / 2.08
EQUINO Pool organi (feto) / 4.16
SUINO Polmone / 2.08
   23 77


In conclusione è d'obbligo affermare che la PCR è entrata ormai a far parte di quella branca della biologia molecolare applicata alla diagnostica e che la strategia dell'Istituto è quella di applicare tale metodica ad un numero sempre più elevato di patogeni, soprattutto quando le tecniche tradizionali comportano lunghi tempi d'attesa o passaggi preliminari indaginosi.
Tasto SU

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