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Numero 19 - aprile/maggio 2003
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Diffusione dei dermatofiti nei canili


Greco Consuelo, Boncio Luisa, Latini Mario*,Panzieri Carmen*e Papini Manuela
Università di Perugia, Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Sezione di Clinica Dermatologica di Terni
*Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche



Gli animali d'affezione che vivono in stretto contatto con i loro proprietari sono spesso fonte di infezioni da dermatofiti zoofili.
E' perciò ipotizzabile che gli animali ospitati nei canili possano essere ancor più spesso portatori di tali infezioni, viste le condizioni talvolta non ottimali dei ricoveri e la promiscuità di vita degli animali.
Tuttavia, la situazione epidemiologica delle dermatofitosi nei canili non è ancora ben precisata. Per tale motivo, sono stati esaminati tre canili: 2 della città di Terni e 1 in zona rurale della provincia di Perugia.
Materiali e metodi: abbiamo valutato l'ambiente in cui gli animali erano custoditi con particolare riguardo all'ubicazione del canile, allo spazio a disposizione dei cani sia nelle gabbie che all'esterno, all'aspetto igienico-sanitario.
Abbiamo quindi esaminato 50 animali scelti a caso ed in particolare nel canile di Monteargento (Tr) 10 cani, in quello di Colleluna (Tr) 20 cani e in quello di Bastia Umbra (Pg) 30 cani.
Per ogni animale sono stati raccolti i dati anamnestici, è stato eseguito l'esame obiettivo cutaneo, sono state prelevate squame con la tecnica dell'hair brush seminandole su terreno Sabouraud con cloramfenicolo e cicloexemide. Anche per i 5 addetti di ciascun canile è stata effettuata un'accurata anamnesi, l'esame obiettivo cutaneo, sono state prelevate squame sottoungueali e cutanee da polsi e avambraccia. La coltura è stata eseguita con semina su Sabouraud con cloramfenicolo e cicloexemide.
Risultati: i dati raccolti evidenziano le differenti condizioni igienico sanitarie dei tre canili come viene riportato in Tab. 1.
Tutti i cani sono risultati clinicamente sani, ma alcuni animali risultavano portatori di dermatofiti del genere Microsporum e Tricophyton (Tab. 2).
Nonostante le condizioni igieniche ottimali del canile di Bastia, sono state tuttavia riscontrate maggiori positività tra gli animali ospiti di questo canile rispetto ai canili di Terni.
Questa positività potrebbe essere correlata con gli allevamenti vicini, per contagio diretto o indiretto tramite altri animali (es. piccoli roditori).
Sottolineamo comunque la scarsa numerosità del campione esaminato nel canile di Montargento rispetto agli altri due canili e ci proponiamo pertanto di esaminare nuovi animali per aumentare la numerosità del campione.
Per quanto riguarda gli addetti, nessuna coltura è risultata positiva, ma in tre casi veniva riferita all'anamnesi una pregressa Tinea corporis (Tab. 3).
Questi dati indicano che gli animali ospiti dei canili rappresentano un'importante reservoir di dermatofiti zoofili e una potenziale sorgente d'infezione per il personale addetto alla loro cura e per coloro che decidano di addottare tali animali.



tabella n. 1

tabella n. 2

tabella n. 3

Serie di slides:

prima slide introduttiva - cliccare per la successiva




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