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Numero 1/2 febbraio 2001
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La Reazione a Catena della Polimerasi



Cristina Rondini
La reazione a catena della polimerasi (PCR), ideata e realizzata da Mullis e collaboratori nel 1984, ha aperto la possibilita' di intraprendere numerosi nuovi percorsi di studio ed analisi nel settore delle biotecnologie agroalimentari.

La possibilita' di disporre di quantita' virtualmente illimitate di un determinato frammento di DNA, anche quando il materiale di partenza e' estremamente esiguo o danneggiato da processi di degradazione, ha fatto di questo procedimento una delle scoperte piu' importanti nel campo della Biologia Molecolare.

LA REAZIONE

La PCR e' un metodo che permette di amplificare selettivamente in vitro, mediante una reazione a catena, sequenze stabilite di DNA o RNA di dimensioni fino a circa duemila paia di nucleotidi (basi), caratterizzandosi, quindi, per elevata specificita' anche nei casi in cui siano presenti molecole estranee a quelle d'interesse. L'amplificazione di RNA non e' possibile direttamente, ma puo' essere ottenuta se questo e' stato precedentemente trasformato in DNA complementare ( cDNA ) mediante una tappa iniziale di trascrizione inversa.

La PCR e' un processo ciclico caratterizzato da fasi condotte a diverse temperature, catalizzato da un enzima termostabile, nel corso del quale il numero di copie del DNA target ( DNA bersaglio ) raddoppia ad ogni ciclo, consentendo cosi' di ottenere, a partire anche da una sola catena di acido nucleico, una quantita' di copie pari a 2n , dove n corrisponde al numero di cicli effettuati; in questo modo, teoricamente, dopo 20 cicli, da una sola copia se ne sono formate 10 6 , dopo 30 cicli 10 7 , e cosi' di seguito.

Tale andamento esponenziale spiega la grande sensibilita' della PCR nella messa in evidenza di quantita' anche minime di DNA.

Questa metodica e' anche di semplice realizzazione, per il limitato numero di reagenti e di strumentazione richiesta, nonché di rapida esecuzione, potendo essere portata a termine generalmente in non piu' di 3 ore.

La reazione prevede la presenza di:

FASI DELLA PCR

La PCR consiste in una ripetizione ciclica di tre fasi: denaturazione del DNA, appaiamento (annealing) dei primers ed estensione della sequenza.

Le diverse fasi di ogni ciclo richiedono diverse temperature, per la cui variazione e mantenimento negli intervalli di tempo stabiliti ci si avvale di apparecchi termici denominati "THERMALCYCLER", in grado di trasmettere calore ai supporti (provettine, micropiastre) contenenti la miscela di reazione.

Il significato di ogni fase e' il seguente. :
  1. DENATURAZIONE (94-95°C per 1'): apertura della doppia elica di DNA.
  2. ANNEALING (40-68°C per 1-2'): i primers si legano alle sequenze complementari del DNA bersaglio; la specificita' della reazione aumenta cosiderevolmente quando la temperatura scelta e' prossima a 60°C, piuttosto che a 40°C.
  3. ESTENSIONE (70-74°C per 1-2'):si attiva la Taq DNA polimerasi che provvede ad allungare la sequenza di DNA complementare al target, collocando al posto giusto i nucleotidi liberi presenti nella miscela di reazione.

Ogni ciclo viene generalmente ripetuto da 25 a 40 volte.

Dopo l'ultimo ciclo il campione e' generalmente incubato per 5-10' a 72°C per favorire al massimo la fase di estensione.

Al termine della reazione un'aliquota del campione viene analizzata mediante elettroforesi su gel di agarosio (1-3% in tampone TAE) contenente Bromuro di Etidio, un composto fluorescente fortemente mutageno in grado di inserirsi all'interno della struttura degli acidi nucleici.

La banda della dimensione attesa, corrispondente alla sequenza di DNA amplificata, viene visualizzata grazie ad un transilluminatore a raggi UV ed il gel puo' essere fotografato per mezzo di una camera fotografica provvista di apposito filtro arancione.
Cristina Rondini



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