Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 22 - dicembree 2003 - http://www.pg.izs.it/webzine.html
http://www.pg.izs.it/webzine.html

torna indietro

Marco Sensi

Post weaning multisystemic wasting disease (PMWS),"un aggiornamento"


Marco Sensi


La Post-Weaning Multisystyemic and Wasting Disease (PMWS) è una delle maggiori affezioni patologiche che colpiscono l'allevamento del suino.
Essa ha un impatto devastante e ripercussioni a lungo termine sulle performance produttive degli animali, (lattoni e magroncelli, in particolare), basti pensare che un recente lavoro ha quantificato il danno economico, ascrivibile a tale malattia, in circa 21 milioni di sterline all'anno, nel solo territorio inglese.

Tale patologia sembra essere strettamente correlata al Circovirus suino (tipo 2) - (PCV2) con il concorso di altri agenti eziologici tra i quali: il virus della Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome (PRRS) e quello della Parvovirosi suina (PPV).

L'eziologia, tuttavia, non è stata ancora identificata con precisione e non ben definite sono anche le modalità di trasmissione e propagazione all'interno di singole unità produttive, aree geografiche o nazioni.
Per tale motivo l'adozione di "buone pratiche di allevamento" con particolare attenzione al rispetto delle regole di biosicurezza, costituisce l'elemento fondamentale per il controllo.

Il PCV2 è stato messo in relazione anche ad altre patologie economicamente importanti.


Eziologia
La precisa eziologia della PMWS permane ancora non completamente chiarita. Resta, tuttavia, il fatto che senza la presenza del PCV2 non si ha PMWS.
Attualmente si ipotizza che la patologia sia sostenuta dal PCV2 ma che tale virus sia esacerbato nella sua manifestazione dall'intervento di fattori sinergici, estremamente variabili nella loro natura.
Tra questi sono da prendere in considerazione il Parvovirus ed il virus della PRRS che sono in grado di aggravare la sintomatologia clinica.

Riteniamo tuttavia, che altri agenti non infettivi possano intervenire nel determinismo della sindrome, soprattutto quelli che conducono a depressione immunitaria come ad esempio le micotossine.

Sintomatologia clinica
La PMWS colpisce soggetti di 5 - 16 settimane di età, ma ha predilezione per i suini con età compresa fra i le 8 - 12 settimane in relazione anche all'intervento di agenti infettivi secondari (Actinobacillus pleuropneumoniae, E. Coli, Salmonella, Streptococchi, Stafilococchi, Haemophilus parasuis ecc.).

I sintomi sono estremamente variabili, ma sempre caratterizzati da progressivo dimagramento dell'animale, a cui si associa allungamento delle setole ed inappetenza che determina una elevata percentuale di "scarti".


Fig. 1 Lattoni "scarti"


Si osserva la presenza di problematiche respiratorie (dispnea con marcato sforzo espiratorio e tosse umida), e/o diarrea, usualmente di colore verde scuro o giallastro; alcuni soggetti presentano inoltre pallore cutaneo, a volte associato ad ittero; si può infine avere un notevole aumento di volume dei linfonodi, in particolare quelli inguinali, che risultano apprezzabili alla palpazione degli animali in vita.

Una delle caratteristiche della malattia è rappresentata dall'aumento progressivo della mortalità nella fase di ingrasso (da 6 - 8 settimane di vita, sino a circa 6-7 mesi). Tale percentuale è compresa tra il 15 ed il 20 % con picchi del 60 % e può perdurare per un periodo sino a due anni dall'inizio dell'infezione.
E' tuttavia da notare che la sindrome può colpire, anche se più raramente, soggetti più vecchi di 12 - 18 settimane ed in tal caso si ha prevalenza di sintomatologia respiratoria, che viene generalmente ricondotta alla PRDC (Porcine Respiratory Disease Complex) dove possono essere coinvolti microrganismi come PRRSV, SIV, Mycoplasma Hyopneumoniae.

Fattori di rischio
I più importanti fattori di rischio sono rappresentati da:

Fig. 2 Sovraffollamento in un box di svezzamento


E' evidente che allevamenti con un elevato standard sanitario hanno meno possibilità di manifestare la patologia.

Correlazioni
La PMWS resta la sindrome più importante messa in relazione all'intervento del Porcine Circovirus 2 (PCV2), ma questo virus è coinvolto anche nel determinismo della Porcine Dermatitis and Nephropaty Syndrome (PDNS) e di un certo tipo di Tremore Congenito (AII) dei suinetti.
Si è ipotizzato che il PCV2 possa essere coinvolto in focolai di Polmonite Necrotico Proliferativa (PNP), di miocardite perinatale, in affezioni riproduttive a bassa incidenza e nella Sow Abortion and Mortality Syndrome (SAMS).


Fig. 3 Lesioni cutanee da PDNS


Controllo della PMWS
Il controllo può essere tentato attraverso metodiche manageriali che implicano la riduzione del numero dei mescolamenti di animali, la riduzione degli stress e della riduzione delle cariche microbiche ambientali che vanno ad impegnare il sistema immunitario.
L'adozione della tecnica del "tutto pieno/ tutto vuoto" con un idonea pulizia e disinfezione dei locali, unitamente al "vuoto sanitario" è un'altra delle possibili strategie che il prof. Madec ha recentemente compreso in una "lista" costituita da 20 punti. Il pieno rispetto di queste linee guida può portare ad una riduzione della percentuale di mortalità almeno di quattro volte.

In dettaglio:
Reparto "Sala Parto"

1. Adottare la pratica del "tutto pieno / tutto vuoto" con svuotamento delle fosse dei liquami e lavaggio e idonea disinfezione fra l'uscita di un gruppo di soggetti e l'ingresso del gruppo successivo.

2. Lavare le scrofe con prodotto disinfettante e trattarle contro le parassitosi più comuni, prima del loro ingresso in sala parto.

3. Limitare le operazioni di "baliaggio" al minimo indispensabile ed effettuarle non oltre le 24 h di vita dei suinetti.

Reparto "Svezzamento" (Flat decks - gabbiette)

4. Svezzare in box piccoli (< di 13 soggetti/box) con pareti solide (non barre o maglia metallica).

5. Adottare la pratica del "tutto pieno / tutto vuoto" con svuotamento delle fosse dei liquami e lavaggio e idonea disinfezione fra l'uscita di un gruppo di soggetti e l'ingresso del gruppo successivo. 6. Densità = 3 suini/m2 Spazio alla mangiatoia: + di cm 7 suinetto

7. Qualità dell'aria: perfetta (NH3 <10ppm, Co2 <0,15%)

8. Temperatura: idonea per l'età ed il peso degli animali.

9. Non mescolare gruppi diversi.

10. Svezzare in box piccoli, con pareti solide (non barre o maglia metallica)

Reparto "Magronaggio - Ingrasso".

11. Adottare la pratica del "tutto pieno / tutto vuoto" con svuotamento delle fosse dei liquami e lavaggio e idonea disinfezione fra l'uscita di un gruppo di soggetti e l'ingresso del gruppo successivo.

12. Non mescolare soggetti provenienti da box di "svezzamento" diversi.

13. Non mescolare soggetti provenienti da reparti diversi.

14. Densità: 0,75 m2/suino (sogg. sino a Kg 80).

15. Qualità dell'aria, temperatura: idonea per l'età ed il peso.

16. Attuare un programma vaccinale appropriato.

17. Assicurare flussi adeguati all'interno dei capannoni (aria, animali).

18. Applicare e mantenere un'igiene ferrea (castrazione, iniezioni...).

19. Effettuare una pronta rimozione dei soggetti malati trasferendoli in idonei locali di infermeria.

L'adozione del sistema produttivo "in banda" sembra avere la stessa potenzialità positiva.

Molte aziende non riescono a soddisfare tutti e venti i punti previsti da Madec, ma allora, come può essere controllata la PMWS in queste realtà?
E' difficile rispondere esaustivamente a ciò, ma anche se alcune aziende hanno tentato il totale o parziale depopolamento, con notevole successo, pur non eliminando completamente la PMWS, riteniamo che riducendo la carica patogena ambientale e gli altri maggiori rischi attraverso le procedure qui di seguito descritte, si possa controllare la problematica, con notevoli possibilità di successo:


E' essenziale il controllo di eventuali altre patologie presenti e ovviamente l'adozione di buone pratiche manageriali.

Dal punto di vista nutrizionale sarebbe opportuno adottare alcuni accorgimenti come:
Vengono attualmente sperimentati alcuni vaccini (non ancora disponibili in Italia), che da un punto di vista scientifico, sembrano essere in grado di stimolare l'immunità nei confronti di PCV2 ed essere quindi protettivi nei confronti di PMWS. Resta comunque da valutare, su larga scala, il loro successo nell'impiego in campo.
Negli allevamenti, inoltre, ove contemporaneamente alla presenza del Circovirus 2 vi era il Parvovirus Suino, la vaccinazione nei confronti di quest'ultima patologia ha portato notevoli benefici.
La sieroterapia ha dato dei risultati incoraggianti (utilizzando il siero di un soggetto all'ingrasso, che ha superato la malattia, inoculato ai lattoni dello stesso allevamento).

L'assunzione di colostro ha un ruolo importantissimo nella riduzione delle problematiche ascrivibili a PMWS. Si deve fare in modo, quindi, che tale assunzione sia ottimale, operando per il miglioramento di quelle pratiche manageriali che possano condurre a ciò.

Prevenzione della PMWS
La prevenzione è basata principalmente sulle buone pratiche di allevamento (Good Management Practices o GMP) dove il rispetto dei principi fondamentali di biosicurezza hanno un ruolo prioritario: 1. Rispetto delle misure di biosicurezza per ciò che concerne "l'esterno" dell'allevamento (controllo dei visitatori, veicoli ed ingresso di animali...).

2. Idonea disinfezione.

3. Recinzione completa degli allevamenti.

4. Acquisto di bestiame di rimonta da aziende sicuramente esenti dalla patologia.

5. Acquisto di seme da centri con verri testati e controllati per essere negativi sierologicamente ed in PCR nei confronti di PRRS e PCV2.

6. Utilizzazione di idonei reparti di quarantena, possibilmente separati dall'unità principale di allevamento, ove sia possibile lasciare i soggetti di rimonta per un periodo di almeno otto settimane per poterli controllare ed acclimatare alla nuova realtà di allevamento, istituendo delle misure di biosicurezza fra la quarantena e l'unità principale di allevamento.

7. Controllo di tutto ciò deve essere introdotto in allevamento ponendo particolare attenzione al fatto che non sia transitato per altri allevamenti di suini (potenzialmente infetti).

8. Idoneo controllo dei volatili e degli altri infestanti (topi, ratti, insetti, mosche...).

9. Miglioramento del management utilizzando tutti quegli accorgimenti che possano portare ad una riduzione degli "stress" in allevamento.

10. Riduzione dello stress delle scrofe specialmente in sala parto e con suinetti piccoli. Limitazione della pratica del baliaggio.

11. Controllo di quelle patologie che possano rafforzare l'effetto della PMWS (PRRS, Parvovirosi, PRDC...).

12. Attenta valutazione e cautela nell'uso dei vaccini, considerandone le possibili implicazioni come potenziali fattori sinergici di aggravamento della PMWS.

Conclusioni La PMWS è, in definitiva, una delle problematiche sanitarie più serie e gravi che affliggono, attualmente, parecchi allevamenti di suini in diversi Paesi del Mondo, anche per l'impatto economico che determina.
L'incompleta comprensione della eziologia fa si che non vi siano ancora protocolli operativi validi per prevenire la sindrome.
Sebbene l'allestimento di vaccini nei confronti di PCV2 e la sieroterapia possano, potenzialmente, fornire prospettive incoraggianti, riteniamo che l'applicazione di quelle metodiche manageriali comportamentali (GMP - Buone Pratiche di Allevamento) ed una corretta Igiene Ambientale-Zootecnica (Biosicurezza) costituiscano la scelta di elezione per il controllo di una patologia quanto mai polimorfa e grave.

Bibliografia
La Bibliografia è disponibile presso l'autore: Marco Sensi - m.sensi@pg.izs.it, c/o Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche.

torna indietro

IZS-UM logo
inviate un commento