Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 23 - febbraio 2004 - http://spvet.it

Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#212

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Trascrizione dal libro "LE MEDICINE DE GLI ANIMALI, raccolte da Alessandro Venturini di Tendola et accresciuti di nuovi Secreti da Francesco Pignoccati Romano" (da pag. 66 a pag. 72). Il testo è databile, grazie al reperimento di copie analoghe conservate presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, tra la fine del '600, primi anni del '700.

Cominciamo con questo numero di SPV a trascrivere un trattato che riporta i rimedi ottenuti dagli animali, utili per curare le malattie dell'Uomo. Una farmacopea animale, quindi, ben diversa dalla raccolta di prescrizioni farmacologiche in voga nello stesso periodo storico che riguardavano principalmente le piante o parti di esse, come frutta, radici o fiori.


Questi antichi rimedi non facciano sorridere. Essi rappresentano il tentativo di trattare patologie spesso assai gravi, in un periodo storico in cui teneva campo una medicina basata su ben altri presupposti, come l'astrologia e la magia.

Riportiamo le ricette di Venturini semplicemente come testimonianza di un passato lontano ed assai poco conosciuto. Naturalmente questi rimedi sono poco più che delle semplici curiosità. Speriamo pertanto che nessuno fra i nostri lettori sia tentato (o avrà lo stomaco) di seguire davvero tali prescrizioni. In caso contrario non ci assumiamo alcuna responsabilità sulle conseguenze che le i "farmaci" descritti in queste pagine potrebbero avere sugli sperimentatori.


Se siete a conoscenza di altre collezioni di rimedi basati su prodotti animali vi preghiamo di darcene notizia via email all'indirizzo spv_webzine@pg.izs.it, o di comunicarlo alla Redazione di Sanità Pubblica Veterinaria c/o Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche Via G. Salvemini n.1 06126 PERUGIA.




PECORA


Lana di Pecora arsa, e ridotta in sottilissima polvere posta negli occhi; ne leva il prurito, lacrime corrosione, e asprezza, e sia di lana lucida. Diosc.

Pelle di pecora scorticata di fresco giova a levare i segni da percosse, postavi sopra. Prou.

Fiele di pecora untandone il cancro ulcerato, conferisce grandemente. Alber.

Fiele di pecora con Cimolia, untando il capo ammazza le lendini, e leva la prurigine. Kir.

Vescica di pecora nera; Come si è detto al Capitolo della Capra, sana il flusso dell'orina. Idem.

Polmone di Pecora, posto caldo sopra gli occhi ne leva il sangue. Fidele.

Polmone sudetto caldo legato alla fronte, sana il letargo. Plin.

Latte di pecora bevuto fà buon color nel viso. Argelata.

Grasso di pecora, di capra, di becco, cotti nel sterco di detti animali, impiastrandone la podagra, vale. Diosc.

Sterco di pecora, incorporato con olio rosato, e cera, vale alle cotture di fuoco. Idem.

Sterco di pecora, cotto nel vino, e posto sopra il morso dello Scorpione lo sana. Aetio.

Sterco di pecora, che resta nella stalla, dove dormono di notte, friggendolo in padella con olio, e così caldo posto al dolor di fianco, lo sana mirabilmente. Fall.

Sterco di pecora, fattone impiastro con mele, e posto sopra le escrescenze intorno al sedere, le consuma. Rafis. Il Varignana aggiunge l'aceto.

Sterco con aceto, e posto sulle verruche le consuma, ma meglio opera con mele. Argel.

Sterco di pecora con mele fattone linimento alle lentigini della faccia le fa sparire. Rafis.

Sterco di pecora con aceto, imbrattandone spesso le macchie, le leva. Diosc.

Sterco detto con quel di vaccina, che mangia erbe calde, incorporato con aceto non molto forte, fattone impiastro al mal di formica lo sana. Pietro Hispano.

Sterco di pecora, posto alle ulcere maligne, vi conferisce. Auic.


MONTONE


Pelle di Montone fresca, legata al capo scaccia ogni doglia da quello. Esper.

Pelle di Montone scorticata di fresco, e così calda involtarvi dentro chi è stato percosso nel ventre, o muscoli, risolve il sangue stravenato, e alle volte opera in un sol giorno. Gio: di Vico.

Polmone di Montone fresco posto sul capo dei frenetici, li libera. Carlo Stefan.

Polmone di Montone mangiato, e impiastrato, proibisce l'incontinenza dell'orina nel letto. Al.

Polmone detto, posto caldo sopra lo scorticamento dei calcagni, li sana. Anic.

Polmone sudetto caldo, e posto sopra gli occhi sanguinosi, leva detto sangue. Fidele.

Polmone di Montone trito minutamente, e posto sopra le macchie di sangue nero, e brutte cicatrici, le ritorna al proprio e natural colore. Sesto Plato.

Polmone di Montone, il liquor che ne stilla, mentre si lessa, dato a bere a chi cade di mal caduco lo sana. Idem.

Polmone detto fresco, posto sopra gli occhi, leva la lippitudine. Provato.

Carne di Montone bruciata, senape con aceto miscelato, e imbratta la volatica, che sanerà. Argelata, e Auic.

Coscia di Montone applicata alla sciatica, lasciandovela tanto che puzzi, la sana. Gilb.

Lingua di Montone spesso mangiata, sana la tosse, e giova molto all'asma. Gilb.

Corno di Montone il suo suffumigio aiuta la soffogazione della matrice. Arg.

Lana nera di Montone bagnata in acqua, dopo in olio, e posta ove avrai dolore, lo leva, suffumigandone la natura della donna rilassata la restringe. Sest.

Sebo di Montone misto con sandracca, ungendo la scabbia la sana, e con allume vale alle buganze. Esp.

Sordidezza, che sta tra le cosce mista con Aristologia, e Mirra, bevendone parte vale al morbo regio. Sesto Plato.

Testicoli di Montone, tre oboli, bevuti con acqua vagliono al mal caduco. Id.

Omento di Montone fritto nella padella con olio lumbricato, untandone il corpo dei putti leva il dolore. Esp.

AGNELLO


Caglio di Agnello, distemperato con succo di Piantagine, e bevuto sana il flusso di corpo. Gilbert.

Caglio d'Agnello al peso di tre oboli, bevuto con vino, dissolve il sangue, o latte congelato nello stomaco. Diosc.

Caglio d'Agnello, sana indifferentemente ogni flusso di corpo. Gordonio.

Polmone d'Agnello lesso, e con pane mangiato per tre giorni, libera quelli che pisciano la notte in letto. Aetio.

Suole di scarpe di pelle d'Agnello castrato, facendone suffumigio alla natura della donna sterile, diventerà feconda. Gio: Ketan.

Polmone d'Agnello, applicato alle scorticature dei calcagni, le sana. Sest. Pl.

Sangue d'Agnello secco, e trito, e in polvere, bevuto preserva da ogni veleno. Diosc. Alb.

Fiele d'Agnello ungendone il cancro lo sana. Gir. Cortese.

Midollo d'Agnello stillato, e disfatto al fuoco, e mescolato con zucchero, e olio di noce, bevuto è efficacissimo rimedio per romper la pietra, e per altri mali della vescica. Idem.

Sterco d'Agnello disfatto in aceto, sana i calli, cura l'erisipela, e mescolato con cere, e olio, vale alle scottature. Diosc.


CASTRATO


Omento, o reticella di Castrato fritta nella padella, e calda posta spesso sul ventre, sana il flusso. Gilb.

Carne di Castrato, bolli in acqua con assai grasso dei suoi lombi, e in detto brodo chi è travagliato dalla podagra vi tenga dentro i piedi; dopo si asciughi, e unga con quel grasso, che sopra nuota al brodo purgato corpore, e copra con lana sucida, o canapa, che sanerà. Esp.

Carne di castrato bruciata, e ridotta in polvere vale contro la morfea. Auic.

Carne detta ridotta in polvere come sopra, vale contro le nuvole degli occhi. Idem.

Polmone di castrato caldo posto sopra la scorticatura del piede cagionata dalle unghie, o dal calzare, la sana meravigliosamente senza altro medicamento. Id.

Polmone detto posto al fuoco, l'acqua che ne uscirà, bevuta sana la terzana, e leva il dolor dei rognoni, mirabilmente. Escul.

Brodo di Castrato lesso val contro il morso del Granchio. Plin.

Fiele di Castrato leva il dolore delle orecchie per causa fredda. Haly.


PECORA, AGNELLO, CASTRATO, E MONTONE


Lana, la qual non è succida, ma delle estremità delle cosce, ovvero del collo dei detti animali, lavata si infonda in aceto o olio, e si involti intorno alle attrazioni dei muscoli nelle parti nervose, e alle fratture, opera in loro aiuto, con buon successo. Serapione.

Lana succida arsa, e fatta in sottilissima polvere, posta negli occhi, leva il prurito, le lacrime, la corrosione, e asprezza. Diosc.

Eypo umida risolve le durezze, che son nelle parti della vescica, e matrice, conferisce alla frigidità di quelle, e delle reni. Arg.

Eypo untandonele palpebre, che si pelano, le sana. Matth.

Eypo posto negli angoli degli occhi corrosi, li sana. Diosc.

Ossa di detti animali bruciate, e ridotte in polvere, e quella posta sopra le macchie d'olio nella carta, o pani di seta, e sopra d'essi un buon peso per sei, o sette giorni le toglie affatto. Esp.

Sterco di detti rende fecondo il terreno. Idem.



Ringraziamo la Signora Nadia Montanucci per la paziente opera di trascrizione dal testo originale


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