Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 23 - febbraio 2004 - http://spvet.it
Documento reperibile all'indirizzo:http://spvet.it/indice-spv.html#205

torna alla copertina della rivista
torna all'indice generale di SPV



Lo iodio nell'alimentazione zootecnica:una strategia per affrontare i problemi provocati dalla carenza di questo elemento nell'Uomo


Fabio Santeusanio



Ancor prima che una questione aperta per la Zootecnia la carenza nutrizionale di iodio rappresenta uno dei più gravi problemi per la salute umana, soprattutto per la sua ampia diffusione a livello mondiale.

Si stima che circa un miliardo di persone sono esposte al rischio di malattie derivanti dalla carenza di iodio (ipotiroidismo, disturbi della sfera riproduttiva, mortalità infantile), oltre 200 milioni hanno il gozzo e 5-6 milioni sono affetti da cretinismo, la manifestazione irreversibile più grave della carenza iodica.
Si ritiene anche che oltre il 12% della popolazione mondiale viva in aree povere in iodio. Per quanto riguarda la situazione attuale in Europa, ad eccezione della Svizzera, della Scandinavia e dell'Austria, dove da tempo viene condotta una adeguata iodioprofilassi, negli altri paesi europei esiste ancora endemia gozzigena (Vitti et al, 2003; Delange, 2002; Anon, 2002; Vitti et al, 2001; Rasmussen et al, 1996).

La distribuzione delle aree di endemia gozzigena sul territorio nazionale non è limitata all'Italia settentrionale, ma anche a quella centro-meridionale, dove ancora oggi sono presenti focolai di grave carenza iodica.

Recentemente sono state condotte in Umbria 2 indagini epidemiologiche nelle zone di Foligno e Gubbio, in cui la prevalenza di gozzo, nella popolazione in età scolare, è risultata del 18% nella zona di Foligno e del 28% nella zona di Gubbio (Marino et al,1994; Marino et al, 1995; Marino et al, 2001).


tabella riassuntiva delle caratteristiche chimiche dello iodio


Da analoghi studi epidemiologici eseguiti nelle Marche è stata riscontrata una prevalenza del gozzo dell'8-29,2% nella provincia di Pesaro, del 10,4-29,1% nella provincia di Ancona, del 6,5-24,3% nella provincia di Ascoli Piceno e del 17,3-21,6% nella provincia di Macerata (Pinchera et al, 1994); valori,questi, chiaramente al di sopra di quel 5% che costituisce il cut-off per distinguere aree iodio-sufficienti da aree iodiocarenti, secondo le più recenti indicazioni dell'OMS (World Health Organization, United Nations Children's Fund & International Council for Control of Iodine Deficiency Disorders, 1994).

Sfortunatamente, nonostante la dimostrata efficacia dello iodio e la disponibilità di metodi per la sua supplementazione, il gozzo endemico non è stato ancora eradicato, non solo nei paesi in via di sviluppo, dove le condizioni socio-sanitarie sono più disagiate e l'apporto alimentare più precario, ma anche nei paesi industrializzati come l'Italia; e questo, in virtù del fatto che la profilassi iodica non è solo un problema tecnico o medico, ma soprattutto dipende da importanti fattori sociali, politici, legali e organizzativi.

Metodi di iodioprofilassi


Tutti i metodi che incrementano l'apporto iodico, indipendentemente dalle sorgenti di iodio e dalle vie di somministrazione, sono efficaci nel prevenire il gozzo endemico; tra di essi, il più semplice, efficace ed economico è la iodazione del sale (vedi tabella). Tuttavia, si è visto che l'efficacia della profilassi con sale fortificato con iodio viene ad aumentare sensibilmente estendendone l'uso all'industria agro-alimentare ed alla zootecnia; provvedimenti in tal senso sono stati già attuati a partire dagli anni '50 in Finlandia e dagli anni '60 in Inghilterra con risultati incoraggianti. Un'indagine epidemiologica condotta in Inghilterra ed iniziata a partire dagli anni '60 ha messo in relazione la progressiva riduzione d'incidenza del gozzo endemico con dei mutamenti della tecnologia d'allevamento di pecore e bovine da latte, riguardanti, in particolar modo, la supplementazione iodica nei prodotti destinati all'alimentazione animale (Phillips, 1997).

L'utilizzo di mangimi arricchiti in iodio negli allevamenti di bovine e pecore da latte ha un duplice vantaggio: aumenta la concentrazione di iodio nel latte e negli altri prodotti a base di latte destinati al consumo umano e migliora sensibilmente la selezione e la capacità riproduttiva delle razze animali, aumentando anche la stessa produzione di latte (Sanchez, 1995; Kaufmann et al, 1998; Sargison et al, 1998; Wagner, 1996; Herzig et al, 1996; Wichtel et al, 1996; Herzig et al, 1996).

A questo riguardo, merita di essere citata un'esperienza italiana, a cui ha partecipato anche l'Istituto Zooprofilattico di Teramo, condotta su pecore allevate in un'area dell'Abruzzo nota per essere iodiocarente; gli animali che hanno ricevuto una supplementazione di iodio mediante un'iniezione sottocutanea di Lipiodol, hanno mostrato un indice di fertilità significativamente più elevato rispetto alle pecore non trattate (Ferri et al, 2001).
In questi ultimi anni, in Germania, si sta attuando un piano di iodioprofilassi consistente nell'integrazione del sale iodato nella dieta di suini, galline ovaiole, quaglie giapponesi e pesci d'acqua dolce (Schmid et al, 2003; Schone, 1999; Kaufmann et al, 1998; Kaufmann et al, 1998; Rambeck et al, 1997); a tal riguardo, sono stati raggiunti degli ottimi risultati addizionando alla razione per suinetti, suini in accrescimento e polli da carne alghe appartenenti al genere Laminaria, specie Laminaria digitata, Laminaria japonica.

In particolare, uno studio ha dimostrato che la supplementazione iodica con l'aggiunta di alghe nel programma alimentare di allevamenti suinicoli determina un aumento significativo non solo del contenuto di iodio nei muscoli scheletrici, nel tessuto adiposo, nel cuore, fegato e reni degli animali, ma anche del consumo medio di alimento e dell'incremento ponderale giornaliero, con un calo degli indici di conversione.

Tra l'altro le alghe, oltre ad essere economicamente vantaggiose, sono ricche di acidi grassi insaturi e contengono lo iodio in differenti forme (iodio idrosolubile, iodio organico solubile, I-, IO-3), facilitandone la biodisponibilità (He et al, 2002).



In conclusione, dalla revisione della letteratura, appare evidente l'utilità della iodioprofilassi in zootecnia, per il duplice risultato di migliorare la qualità degli allevamenti e di prevenire e correggere le patologie da carenza iodica nell'uomo.
In Italia, area tuttora considerata ad endemia gozzigena, gli interventi mediante programmi nutrizionali nell'allevamento animale sono molto limitati. L'esperienza acquisita in vari paesi europei, in particolare in Germania, in Inghilterra e in Finlandia, dovrebbe essere di esempio e quindi trasferita anche al nostro Paese.

Proprio prendendo lo spunto dallo studio italiano sopra ricordato, è auspicabile che anche nel nostro paese, nelle diverse regioni, vengano esaminati campioni animali, misurando l'escrezione urinaria di iodio, al fine di individuare le aree iodio-carenti ed attuare in esse interventi di iodioprofilassi, integrando i mangimi con fonti alimentari di iodio.

gozzo nell'agnello
foto archivio IZS UM 2002


BIBLIOGRAFIA
1) Europe is iodine deficient. The Lancet. Volume 361, Issue 9364, Apr 2003, pag 1226. Vitti P, Delange F, Pinchera A, Zimmermann M, Dunn J.

2) Iodine deficiency in Europe. Thyroid Int. Volume 5, 2002, pag 3-18. Delange F. 3) Titolo: West and Central Europe assesses its iodine nutrition. IDD Newsletter. Volume 18, Issue 4, Nov 2002, pag 53-56. Anon

4) Iodine deficiency disorders in Europe. Public Health Nutr. Volume 4, 2001, pag 529-535. Vitti P, Rogo T, Aghini Lombardi F, Pinchera A.

5) Iodine. Do we need an enrichment program in Denmark. Int J Food Sci Nutr. Volume 47, Issue 5, Sep 1996, pag 377-81. Rasmussen L, Andersson G.

6) Indagine epidemiologica sul gozzo nella U.L.S.S. di Foligno. Atti delle Dodicesime Giornate Italiane della Tiroide. Ancona, Dic 1994, pag 216. Marino C. et al.

7) Indagine epidemiologica sul gozzo nella U.L.S.S. di Gubbio. Atti delle Tredicesime Giornate Italiane della Tiroide. Bologna, Nov 1995, pag 106. Marino C. et al.

8) Indagine epidemiologica di rilevazione del gozzo nella ASL n 1 dell'Umbria dopo una campagna di iodioprofilassi. Diciannovesime giornate italiane della tiroide. Bolzano, Dic 2001, pag 45. Marino et al.

9) Carenza iodica e gozzo endemico in Italia. Guida pratica alla epidemiologia e prevenzione. Rapporto 1994 a cura del Comitato Nazionale per la prevenzione del gozzo: pag 74-75. Pinchera A, Salvatore G, Faglia G, Vigneri R.

10) Indicators for Assessing Iodine Deficiency Disorders and their control through salt iodization. Geneva, WHO/NUT/94-6, World Health Organization 1994, 32. World Health Organization, United Nations Children's Fund & International Council for Control of Iodine Deficiency Disorders.

11) Iodine, milk and the elimination of endemic goitre in Britain: the story of an accidental public health triumph. Journal of epidemiology and community health. Volume 51, Issue 4, 1997, pag 391-3. Phillips DI.

12) Iodine in bovine nutrition. Nutricion Animal Tropical. Volume 2, Issue 1, 1995, pag 95-120. Sanchez JM.

13) Iodine in milk by supplementing feed: an additional strategy to erase iodine deficiency. Veterinarni medicina. Volume 43, Issue 46, 1998, pag 173-178. Kaufmann S, Kursa J, Kroupova, Rambeck W.

14) The effects of iodine deficiency on ewe fertility and perinatal lamb mortality. New Zealand Veterinary Journal., Volume 46, Issue 2, 1998, pag 72-75. Sargison ND, West DM, Clark RG.

15) Rinderfutter und Milchaustauscher. Muhle Mischfuttertechnik., Volume 133, Issue 37, 1996, pag 596-598. Wagner F.

16) Urinary iodine level as an intake indicator in dairy cows. Veterinarni medicina. Volume 41, Issue 4, 1996, pag 97-101. Herzig I, Riha J, Pisarikova B.

17) Effect of selenium and iodine supplementation on growth rate and on thyroid and somatotropic function in dairy calves at pasture. Journal of Dairy Science. Volume 79, Issue 10, 1996, pag 1865-1872. Wichtel J, Craigie AL, Freeman DA.

18) Current views on the importance of iodine for animals. Veterinarni medicina, Volume 41, Issue 12, 1996, pag 379-386. Herzig I, Suchy P.

19) Riproduzione ovina in aree iodiocarenti: effetti della iodioprofilassi. Da Diciannovesime giornate italiane della tiroide. Bolzano 6-8 Dicembre 2001, pag.46. Ferri N, Ulisse S, Di Mattia T, Cecconi S, Russo FP, Graziano FM, D'Armiento M.

20) Jodunterversorgung, Jodbedarf und Joduberversorgung des Nutztieres. Untersuchungen mit wachsenden schweinen. Berl. Munch. Tierarztl. Wochenschr. Volume 112, Issue 2, Feb 1999, pag 64-70. Schone F.

21) Iodine supplementation of laying hen feed: a supplementary measure to eliminate iodine deficiency in humans? Zeitschrift fur Ernahrungswissenschaft. Volume 37, Issue 3: Sep 1998, pag 288-93. Kaufmann S, Wolfram G, Delange F, Rambeck WA.

22) Verbesserung der jodversorgung des menschen durch jodierung von schweinefutter. Tierarztliche Praxis. Volume 25, Issue 4, Jul 1997, pag 312-5. Rambeck WA, Kaufmann S, Feng J, Hollwich W.

23) Iodine supplementation in chicken, pig and cow feed. Proceedings of the conference of the European Society of Veterinary and Comparative Nutrition. Munich, Germany, 19-21 March 1997. In Journal of Animal Physiology and Animal Nutrition. Volume 80, 1998, pag 147-152. Kaufmann S, Rambeck WA, Kienzle E.

24) Marine algae as natural source of iodine in the feeding of freshwater fish- a new possibility to improve iodine supply of man. Revue de medicine veterinaire. Oct 2003, pag 645-648. Schmid S, Ranz D, He ML.

25) Titolo: Supplementation of algae to the diet of pigs: a new possibility to improve the iodine content in the meat. J. Anim. Physiol. a. Anim. Nutr. Volume 86, 2002, pag 97-104. He ML, Hollwich W, Rambeck WA.
Con questa circolare molti dei dubbi interpretativi di norme precedenti dovrebbero essere sufficientemente chiariti.
tasto su


torna all'indice generale della Webzine


torna indietro

IZS-UM logo