Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 24 - maggio 2004- http://spvet.it
Documento reperibile all'indirizzo:http://spvet.it/indice-spv.html#221

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Trascrizione dal libro "LE MEDICINE DE GLI ANIMALI, raccolte da Alessandro Venturini di Tendola et accresciuti di nuovi Secreti da Francesco Pignoccati Romano" (da pag. 18 a pag. 24). (N.d.R.: Il testo è databile, grazie al reperimento di copie analoghe conservate presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, tra il 1670 e i primi anni del 1700)

Nel numero diprecedente SPV abbiamo cominciato a trascrivere i rimedi ottenuti da Pecora, Agnello, castrato, Montone, utili per curare le malattie dell'Uomo. Questa volta parliamo del Maiale e del Cinghiale.
Anche in questo caso auspichiamo che nessuno fra i nostri lettori sia tentato di seguire davvero tali prescrizioni.


Se foste a conoscenza di altre collezioni di rimedi basati su prodotti animali (o vegetali), Vi preghiamo di darcene notizia tramite email all'indirizzo spv_webzine@pg.izs.it, o di comunicarlo alla Redazione di Sanità Pubblica Veterinaria c/o Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche - Via G. Salvemini n.1 - 06126 PERUGIA.




PORCO


Porco di undici giorni, nè più, nè meno, sia cotto tanto, che le ossa si distacchino, poi pesta la carne in mortaio, e ponila alla podraga in modo d'impiastro. Plin.

Cervello di porco, con amido, e olio rosato, posti alla podraga con pezza bagnatavi dentro, ne leva il dolore nella medesima ora. Ætio.

Cervello di porco sana i carbonchi. Gir.Cor.

Midollo della mascella di porco leva il dolore dei denti. Gir.Cor.

Omento di porco, cotto sotto le ceneri, untandone la tigna la sana. Argel.

Grasso di porco giova alle cotture. Diosc.

Grasso di porco crudo trito con inchiostro, e ungere l'orifizio anale, subito solve il ventre.

Grasso di porco lavato con vino, e incorporato con cenere, e calcina, fattone impiastro, vale alle parotide. Idem.

Songia strutta fattovi bollire dentro porrine, e olio rosato spremi, e usa a scottarti, che è molto buono.

Songia non salata, posta sopra il fuoco selvaggio, lo sana. Falloppio.

Songia di porco vale alle posteme, e arsure di fuoco, e alle punture di animali. Auic.

Songia di porco con polipodio misti posti sopra le cose infisse, le aiuta ad uscire fuori. Esp.

Songia del mesenterio, o stringolo del porco cotto sotto le ceneri, untandone i brufoli e umori corrotti nella cute del capo e barba, le sana. Argelata.

Songia di porco non salata pestata con cardo santo, applicata alle ulcere delle gambe, le sana. Idem.

Songia di porco fa questo effetto, che se alcuno avrà vermi dentro le orecchie, riempia il cavo di assongia, e il paziente si ponga a giacere al sole sopra l'orecchio infermo, e si copra bene il capo, e stia così un pezzo, quando si alzerà su, leva l'assongia, che troverà attaccati i vermi a quella. Idem.

Osso del calcagno del porco, arso finché diventi bianco, vale ai dolori colici bevuto. Dios.

Ossa di porco arse, e fattone cenere, fregare i denti commossi, e gengiva lascie, le conferma. Ras.

Polmone di porco mangiato leva l'ubriachezza, e la impedisce mangiato anticipatamente. Gir.Cortes.

Polmone di porco caldo, legarlo al fronte fa dormire chi non può, e posto sul naso sveglia i letargici mirabilmente.

Testicoli di verro mangiati, giovano fortemente al mal caduco.

Vescica di porco mangiata, ferma l'urina incontinente. Ętio.

Collo di porco mangiato restaura lo stomaco guasto. Incerto.

Verga di verro in cenere, data a bere in vino dolce, ferma il continuo gocciolare dell'urina. Plin.

Calcagno di porco facendone linimento, vale all'albara bianca. Alchitrano, Auic.

Urina di porco mista con cenere, e fattone pallotte rotonde, e quelle di stempra con succo di piantaggine, e posta sopra l'ombelico, stagnerà il flusso di corpo con sangue. Falloppio.

Urina di porco mescolata con olio rosato leva l'impedimento dell'udito, e qualsivoglia dolore dell'orecchio, e disfa le pietre della vescica. Gir. Cortes.

Urina di porco, ritenuta in vaso di vetro, e instillata nell'orecchio, vale alla gravezza dell'udito, acqua in quella, e dolore. Plin.

Fiele di porco misto con succo di porro, e tiepidi instillati nell'orecchio, leva il dolore. Plin.

Fiele di porco, untandone lo stomaco e tra le spalle stringe il vomito superfluo. Falloppio.

Fegato crudo di porco impiastrato sul capo per nove giorni sana la tigna, dopo lava il luogo con acqua fredda. Fidele.

Sterco di porco con appio e riso pestato fanne impiastro da porre sopra le posteme dure e altre malachie, le sana. Kirano.

Sterco di porco fresco posto caldo nella parte che patisce flusso di sangue, lo restringe. G.C.

Sterco di porco secco bevuto con aceto conferisce alle conquassazioni dei muscoli bevuto con decotto di acacia. Bartol.

Sterco di porco arso sopra un testo pulito, e poi trito, mescolato con aceto fortissimo, fa linimento, che vale alle ulcere del capo, le sana, e fa tornare i capelli. Plin.

Sterco di due, o tre porci, non nati, ma trovati nel ventre della scrofa, fritto nella padella con aceto un sestario, e posto ai piedi afflitti da podagra, leva il dolore. Idem.

PORCA


Vescica di scrofa secca, fattane polvere, bevuta da chi urina nel letto lo sana. Argel.

CINGHIALE


Cervello di cinghiale cotto e dato da bere con vino sana ogni dolore. Sesto. Plato.

Cervello suddetto cotto e misto con miele posto nei carbuncoli e dolore di verga, sana. Idem.

Cervello di cinghiale vale al morso del serpente.

Dente del cinghiale raso, e dato al peso di una dramma con altrettanto di fiori di papavero rosso selvatico, vale alla pleuritude, però purgato in qualche modo il corpo. Esp.

Dente di cinghiale legato in argento e posto al collo dei bambini, accellera la nascita dei denti. Idem.

Fiele di cinghiale bollito in scorza di granato, poi instillato nelle orecchie doloranti con prurito, le sanerà. Sesto. Plato.

Fegato del cinghiale mangiato fresco e anche bevuto seco, vale per tutti i morsi velenosi di quadrupedi. Diosc.

Fegato di cinghiale fresco bevuto con vino, stringe il ventre smosso. Sesto. Plato.

Vescica del cinghiale mangiata arrosto, ferma l'incontinenza dell'urina notturna. Ętio.

Vescica del cinghiale con dentro l'urina sospesa tanto che diventi grossa e ne distilli l'umore, e sia un poco cotta, darla da mangiare a quelli che non possono urinare, e gli duole la vescica, sana. Sesto. Plato.

Urina di cinghiale mescolata con altrettanto olio e sospesa al fumo nella propria vescica, che diventi come miele, untandone il naso e l'ombelico, uccide i vermi lunghi del corpo. Matth.

Urina detta bevuta, vale a scacciare le pietre della vescica. Diosc.

Urina suddetta, posta dentro l'orecchio che duole lo sana. Idem.

Urina detta, fatta intiepidire in un vaso di vetro e instillata nell'orecchio che ha cattivo udito, lo emenda. Sesto Plato.

Urina detta bollita con ossimele, bevuta vale al mal caduco. Idem.

Collo di porco selvatico mangiato e triaca contro i veleni di ogni sorte. Xir.

Sterco di cinghiale con aceto leva il dolore ai reni e consolida le ossa rotte. Diosc.

Sterco di cinghiale secco fatto in polvere, e bevuto con vino restringe il flusso ancora che di sangue. Gri. Cortes.

Polmone di cinghiale fresco, applicato alle scorticature con prurito fatte dalla strettezza delle scarpe, giova. Argel. Sesto.

Testicoli di cinghiale triti e bevuti con acqua valgono al mal caduco. Sesto Plin.

Spuma o bava di cinghiale cotta in tre emine di vino, finché cali di un terzo, data durante il vomito lo sana. Idem.

Sterco del cinghiale, e solfore colato con una mina di vino impecciato, bevuto giova alla sciatica. Idem.



Ringraziamo Nadia Montanucci per la trascrizione dal testo originale


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