Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 25 - giugno 2004 - http://spvet.it
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#222

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L'estate che ci aspetta.

[continua dalla prima pagina]


A fronte, dunque, di una recrudescenza del problema, sulla cui genesi sarebbe opportuno che qualcuno indagasse a fondo per evidenziare eventuali aspetti dolosi, l'Istituto, per offrire le più ampie garanzie ai consumatori, ma anche per venire incontro alle esigenze dei produttori, si è reso disponibile a prevedere turni di reperibilità per i giorni festivi e prefestivi per espletare in tempi rapidissimi le analisi del caso, pur nella speranza che l'episodio rientri al più presto nella normalità.

Un secondo fatto, recentissimo, riguarda la scoperta in un allevamento umbro di una bovina positiva ai test per la BSE. E' il primo episodio verificatosi in Umbria dall'inizio della sorveglianza per tale malattia, attivata nel 2001 dal Ministero della Salute dopo i numerosi e luttuosi episodi verificatisi in Inghilterra. Il fatto in sè non costituisce motivo di grande preoccupazione, atteso che gli episodi della equivalente malattia umana (morbo di Creutzfeld e Jacobs) non sono aumentati e che la variante di tale malattia, la cui genesi è attribuita al consumo di carni bovine contaminate dalla proteina prionica responsabile della BSE, non risulta essere diffusa nel nostro Paese. In aggiunta va anche detto che dall'inizio dell'anno in tutta Italia sono solo 4 i casi, peraltro non clinici, di animali trovati positivi ai test per BSE. Resta comunque il fatto che questo episodio, che ha trovato grande risonanza nei media locali, farà ancor di più concentrare l'attenzione dei consumatori sui livelli di garanzia riguardanti la sicurezza degli alimenti che quotidianamente acquistano e ciò, evidentemente, comporterà un ulteriore incremento della vigilanza sanitaria territoriale e, di converso, delle richieste di attività analitiche al nostro Istituto.

Quanto alle problematiche che incombono sugli Istituti e che rendono quantomeno problematico il futuro prossimo, se ne potrebbe stilare un elenco lunghissimo. In questa sede mi sembra sufficiente concentrare l'attenzione, mia e dei lettori, su tre aspetti di particolare importanza. Il primo riguarda il finanziamento degli Istituti, sia quello di parte corrente 2004 (è proprio così, a luglio ancora non si ha certezza di quale esso sarà, nè si prevedono finanziamenti specifici da parte dello Stato o delle Regioni per gli oneri derivanti dalla applicazione dei nuovi contratti di lavoro), sia quello riguardante le ricerche. Dei finanziamenti destinati all'edilizia sanitaria ed all'ammodernamento tecnologico non si hanno più notizie da tre anni e, quindi, stanti le condizioni generali della finanza del nostro Paese è bene, per il momento, non farci conto.

Tornando, dunque, alle risorse finanziarie che servono a garantire le attività ordinarie dell'Istituto, e rimarcata l'impossibilità, in queste condizioni, di attuare una seria ed attenta programmazione delle stesse, mi pongo una domanda molto semplice: quali strumenti ha questo Istituto per garantire l'erogazione dei livelli di servizio richiesti? Nessuno..... e perciò si naviga a vista, con la speranza di non cozzare contro un iceberg o di finire nelle secche. E ciò a fronte di norme, che, ormai da oltre un decennio, prevedono che le istituzioni sanitarie pubbliche, e quindi anche gli Istituti Zooprofilattici, si trasformino in Aziende vere e proprie, anche con la individuazione di manager che, sulla loro pelle, ne debbono garantire quantomeno l'equilibrio di bilancio. Questa è la situazione, in vero non proprio esaltante, nella quale si opera, con l'aggravente di una crisi di governo che dura ormai da un anno e che genera voci ricorrenti su un possibile cambio al vertice del Ministero della Salute, che, se confermato, genererebbe inevitabilmente ulteriori ritardi.

Il secondo aspetto riguarda gli assetti istituzionali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo e che vede un dibattito sempre più acceso sugli aspetti riguardanti la devoluzione. La modifica della modifica del titolo V della Costituzione quale destino riserverà agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali? Diverranno strutture regionali ovvero agli stessi sarà riconosciuto il carattere di Enti di rilievo nazionale e, come tali, non ricadranno nella potestà legislativa, regolamentare e finanziaria delle Regioni? E' questa una questione di enorme rilievo per il futuro e, temo, per la sopravvivenza stessa degli Istituti ed è quindi un problema che non può e non deve lasciarci indifferenti. Da ultimo, non è improbabile che l'estate 2004 sia caratterizzata, anche per quanto riguarda il territorio delle nostre due Regioni di competenza, da importanti novità riguardanti la Blue Tongue.

Atteso, come tutti sanno, che le operazioni vaccinali non sono state condotte se non in misura assolutamente ininfluente ai fini di garantire alle popolazione animali sensibili una diffusa protezione contro detta malattia, di qui a qualche tempo non potrà che verificarsi una delle due seguenti ipotesi: una grande diffusione della malattia, con focolai numerosi e gravi, ovvero una situazione di assenza di fenomeni clinici, come peraltro verificatosi negli anni scorsi. In concreto nei mesi prossimi si verificherà se erane giuste le ragioni, e non si hanno motivi di dissentire da tale impostazione scientificamente ineccepibile, di chi ha sostenuto con tanta forza la necessità di una vaccinazione massiva con tutti i ceppi virali presenti nel territorio nazionale, oppure se era corretto quanto affermato da coloro che sostenevano e sostengono che i danni provocati dalla malattia sarebbero meno rilevanti di quelli che, a loro dire, la Blue Tongue provoca.

Comunque andrà a finire, purtroppo, la Veterinaria italiana ha perso una grande occasione per mostrare capacità di confrontare le diverse linee di pensiero e decidere tutti insieme il comportamento migliore nell'interesse del Paese.

Buone vacanze a tutti.

email Guido Petracca


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