Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 27 - dicembre 2004 - http://www.izsum.it/webzine.html

torna indietro


Trascrizione dal libro "LE MEDICINE DE GLI ANIMALI, raccolte da Alessandro Venturini di Tendola et accresciuti di nuovi Secreti da Francesco Pignoccati Romano" . (Testo databile tra il 1670 e i primi anni del 1700)


Nei numeri di SPV precedenti abbiamo cominciato a trascrivere un trattato che riporta i rimedi ottenuti dagli animali, utili per curare le malattie dell'Uomo. Una farmacopea animale molto diversa dalle prescrizioni farmacologiche dello stesso periodo storico che riguardavano principalmente le piante o parti di esse, come frutta, radici o fiori.

Questi antichi rimedi rappresentavano il tentativo di trattare patologie umane spesso molto gravi con rimedi alternativi ma pur sempre ottenuti da prodotti animali in un periodo storico in cui teneva campo una medicina basata su presupposti, filosofici o astrologici.

Le ricette riportate sulla monografia di Venturini sono una pregevole testimonianza di un passato lontano ed assai poco conosciuto. Naturalmente questi rimedi sono poco piú che delle semplici curiosità. La Redazione spera che nessuno fra i nostri lettori sia tentato (o avrà lo stomaco) di seguire davvero tali prescrizioni. In caso contrario non ci assumiamo alcuna responsabilità sulle conseguenze che i "linimenti" descritti in queste pagine potrebbero avere sugli sperimentatori.



CAPRA


Capra, il suo capo posto addosso a chi patisce scrofole (n.d.r.: scrofolosi: comparsa di rigonfiamenti ghiandolari nei principali nodi del sistema linfatico), saneranno. Filos.

Capo di capra cotto con il pelo in acqua, e bevuto in brodo, sana tutte le rotture, e ferite interne per caduta. Fidel.

Corno di capra, suffimigarne chi è stato curato del mal caduco (n.d.r.: epilessia), se non cade, e restato sano: ma se cade, non è sano. Gorg.

Corno di capra polverizzato, misto con olio mirtino, untando il capo, ferma i capelli, che cadono, e li fa crescere. Sesto Plato.

Corno detto arso, e misto con farina, sparso sul capo sana dalla forfora, e scabbia. Idem.

Corno suddetto, raspato, pesto e misto con mele, reprime il flusso di corpo. Id.

Corno di capra in polvere, e il suo latte, con origano bevuto, resiste al veleno, con tre zanie, cioé bicchieri di vino. Idem.

Corno di capra, posto sopra il capo di chi non può dormire, converte la vigilia in sonno. Idem.

Corno suddetto, arso e con aceto squillitico (n.d.r.: aromatizzato alla cipolla) untarne il fuoco, sana. Idem.

Corno di capra, arso, fregandone i denti commossi (n.d.r.: allentati), li ferma. Idem.

Corno di capra arso tanto, che venga bianco, fattone polvere, e sfregandone i denti, li netta, mondifica, rassoda, e fa bianchi, asciuga le gengive, e sana le loro fistole. Auic.

Corno di capra, arso nella fiamma, la buccia, che ne uscirà pesta con aceto squillitico bagnandone poi il fuoco selvaggio, mirabilmente lo sana. Sesto Plato.

Corno di capra, con unghia d'asino fattone suffimigio, tira fuori il feto, e la feconda. Esp.

Corno di capra, tolto, quando si ammazza, e riempito della sua urina tolta dalla vescica, e appeso il detto corno al fumo per 9 giorni, che non vi entri polvere, e poi quell'urina sgocciolarla dentro l'orecchio dove sia entrata acqua, la toglierà del tutto. Bart.

Corno di capra, farne fumo alle narici, sana il letargo. Esp.

Unghia di capra, fattone cenere e condita con pece, untandone l'alopecia, la sana. Sesto Plato.

Corno di capra ridotto in cenere impedisce il sudore dei piedi, e sotto le braccia applicate in detti luoghi.

Carne di capra mangiata spesso acuisce la vista, e la conferma. Colum.

Carne di capra arrostita il suo odore fa fuggire le vacche vicine. Esp.

(i termini contrassegnati da un asterisco sono rilevati nella sesta versione del trattato datato 1674)

*Songia di capra mescolata e distrutta con rose secche, toglie i pedicelli dal viso. Ide.

*Songia di capra instillata nell'orecchio toglie la sordità, purché non sia antica. Idem.

*Sebo di capra e caprone mollificata la durezza e giova ai nervi contratti. Idem.

*Unghia di capra in cenere, mista con olio, untandone le scrofole (n.d.r.: processo infiammatorio di linfonodi) le dissolve. Aliab.

*Unghia di capra arso con il suo pelo scaccia le bestie velenose. Alchieg.

*Sangue di capra fritto in padella e mangiato, stagna e sana la dissenteria. Diosc.

*Sangue di capra, con resina, fattone un impiastro, e applicato sul ventre, ne toglie il dolore. Sesto Plat.

*Sangue suddetto, sfregandone le narici, ferma l'uscita di sangue. Idem.

*Sangue di capra scaldato sul fuoco e bevuto, oppure posto sui morsi con veleno, li sana. Kir.

*Sangue di capra scaldato sul fuoco e mangiato, diminuisce il flusso del corpo. Idem.

*Latte di capra facendone gargarismi alla schiranzia (n.d.r.: infiammazione del cavo orale), ne toglie il dolore. Bartol.

*Latte di capra una libra, due once di miele, farne un clistere poiché uccide i vermi. Incerto.

*Latte di capra con polvere di sterco e mieli misti, ovvero con mulso (n.d.r.: vino mielato) e un poco di senape, farne gargarismi per alleviare le posteme (n.d.r.: ascessi) nella gola. Argelata.

*Latte di capra zuccherato bevendolo rende al viso un bel colorito. Idem.

*Latte di capra bevuto allevia le ulcere della vescica. Auic.

*Latte suddetto bevendo il primo che si munge, diminuisce la crescita della quartana (n.d.r.: febbre ricorrente che si manifesta ogni quattro giorni). Sesto Plat.

*Latte di capra bevuto giova a coloro che avessero bevuto le cantarelle (n.d.r.: fungo molto profumato). Idem.

*Latte detto misto bevuto con miele fortifica il seme acquoso o sterile dell'uomo. Idem.

*Latte di capra bevuto o fattone clistere, controlla il flusso. Esp.

*Latte di capra bevuto moderatamente rende il sonno quieto, mentre temperato se ne viene bevuto troppo fa l'effetto contrario. Gir. Cortes.

*Siero di capra acchiarato con sugo di fumoterra (n.d.r.: fumaria, erba officinale) bevuto la mattina purga urinando e fa diminuire la febbre. Esp.

*Fiele di capra instillato nell'orecchio toglie le difficoltà di udito. Idem.

*Fiele di capra fa aggregare le ranocchie dei dintorni nel luogo dove sarà seppellito. Incer.

*Fiele suddetto con sugo di porri, messo nelle fistole, le sana. Cartol.

Fiele di capra untando il capo, lo pulisce dalla forfora. Argelata.

Fiele detto con sale gameno, untando il capo ammazza i pidocchi e lendini (n.d.r.: uova di pidocchio). Idem.

Fiele di capra, untando i porri pendenti nel fondo schiena, li sana. Diosc.

Siero di capra, dato con farina d'orzo, foglie o seme di sumaco, stagna la dissenteria. Idem.

Sebo di capra, con sadraca (n.d.r.: sandracca, vernice trasparente) facendone un cerotto e ponendolo sopra le unghie leprose (n.d.r.: lebbrose), le sana. Idem.

Sebo di capra misto con solfore risolve il sangue morto sotto le unghie e lo marcisce.

Sebo suddetto 16 once, senape 4 once lenirne la podagra (n.d.r.: gotta) fredda, giova molto. Sesto Plato.

Sebo di capra, untandone le fessure delle labbra, le sana. Idem.

Milza di capra, lessata e mangiata, sana ogni dissenteria. Kirano.

Milza di capra legata sopra la milza dell'infermo per un giorno, poi toglierla e lasciarla al sole o al fumo poiché mentre seccherà, sminuirà quella dell'uomo. Diosc.

Urina di capra bevuta emenda (n.d.r.: corregge) la cachexa (n.d.r.: cachessia). Pr.

Urina detta, bevuta sana l'idropisia (n.d.r.: malattia caratterizzata dall'accumulo di liquido nelle cavità e nel tessuto sottocutaneo). Sesto Plato.

Urina di capra mista con mulsa (n.d.r.: acqua decotta), posta dentro l'orecchio malato molto giova. Idem.

Urina suddetta bevuta provoca le mestruazioni. Idem.

Urina di capra, vale al dolore delle giunture (n.d.r.: articolazioni) causato del freddo. Auic.

Urina tiepida di capra, instillata calda nell'orecchio con postema (n.d.r.: ascesso), placa il dolore. Rafis.

Sterco di capra, bollito in urina di bambino, lavarne il capo con la tigna, seguitando (n.d.r.: continuando per un certo perdiodo) lo sana.

Sterco di capra in polvere, con polvere di marubio bianco (n.d.r.: pianta officinale Marrubium vulgare), ruta (n.d.r.: Ruta graveolens pianta medicinale con odore intenso) e ammoniaco (n.d.r.: ammoniaca), con ceneri di farmenti, vino e un poco di aceto farne un impiastro per la milza che la sana. Al.

Sterco caprino risolve fortemente le scrofole (n.d.r.: scrofolosi: comparsa di rigonfiamenti ghiandolari nei principali nodi del sistema linfatico) postovi sopra. Auic.

Sterco suddetto con aceto e farina d'orzo, posto sulle mammelle apostemate (n.d.r.: con mastite) le sana. Idem.

Sterco misto con miele e posto sulle fistole sinnose, le sana. Plin.

Sterco suddetto, applicato alle callosità delle articolazioni, le sana. Plin.

Sterco di capra, misto con aceto e vino, posto sulla milza indurita, la sana. Aliab.

Sterco di capra, cotto con vino vecchio si pone come impiastro sulle callosità dei genitali e delle articolazioni. Kiran.

Sterco detto è vale molto alle callosità omerali, eventose (n.d.r.: qualche volta) alle ginocchia, e alle asposteme maligne fredde con composto di farina d'orzo, aceto, o prova vineta legata. Gal.Sera.Gugl.Varig. e altri.

Sterco caprino e bovino, cenere di cavoli neri con miele, come impiastro vale mirabilmente alla podagra (n.d.r.: gotta) fredda. Plinio.

Sterco di capra, sebo e un poco di zafferano, è un medicamento da mettere sotto l'entrace. Pr.

Sterco suddetto in polvere asperso con vino e posto sopra le cose infisse (n.d.r.: inserite con forza), le tira fuori. Sest. Plato.

Sterco suddetto, fattone impiastro per il dolore della colica, lo quieta. Id.

Sterco detto, posto sui tumori, non li lascia crescere. Idem.

Sterco detto, impiastro con cera e olio rosato solleva dai dolori del costato senza febbre. Diosc.

Fegato di capra mangiato, fa tornare la vista a quelli che non vedono dopo il tramontare del sole. Matth.

Fegato di capra, la sua acqua bevuta toglie il panno (n.d.r.: cataratta) dagli occhi ed i suoi vapori servono anche come collirio. Auic.

Pelli di capra, farne suffimigi per chi ha dolori inguinali, dá giovamento. Sesto Pl.

Pelli suddette arse e poste sulle narici con aceto, svegliano i letargici. Idem.

Peli caprini arsi e posti con aceto nel naso, reprimono il flusso del sangue. Idem.



CAPRETTO


Caglio di capretto stemperato con sugo di piantagine e bevuto, sana meravigliosamente il flusso (ematico) del corpo. G Ib.

Caglio di capretto del peso di 3 oboli, bevuto con vino, dissolve il latte e sangue congelato (costipato) nello stomaco. Dios.

Caglio bevuto fa ristagnare le mestruazioni abbondanti. Aet.

Pelle di capretto posta calda su un morso velonoso, lo risana. Herbario.

Sangue freddo di capretto un oncia e un oncia di aceto bevuti per tre mattine, fermano il vomito sanguinolento. Idem.

Sangue di capretto spezza il diamante. Esp.

Caglio di capretto che ancora non sia andato al pascolo, toglie la durezza (n.d.r.: mastite) delle mammelle. Idem.

Caglio detto bevuto libera dal mal caduco. Idem.

Caglio detto bevuto prepara la madre (n.d.r.: le ovaie) delle donne affinché possano concepire. Id.



CAPRONE O BECCO


Corno di caprone, sia del corno destro, fattone un pettine si pettina sul mal di capo a destra e lo guarisce; col sinistro la parte sinistra. Esper.

Fiele distillatone il liquore e posto sugli occhi di chi non vede la sera, lo guarisce. Diosc.

Fiele di caprone e di volpe in ugual misura con finocchio e miele, guarisce le cataratte. Const.

Fiele di becco posto sulle orecchie, guarisce le sue ulcere fresche, secondo Alch.

Fiele detto, rutta (n.d.r.: ruta, vedi sopra), m. 2. nitro, pepe, an. ij. m. con aceto e urina di bambino, farne impiastro per chi ha il mal di formica (n.d.r.: detta anche micosi equina). Auic.

Testicolo di becco mangiato, guarisce le persone che di notte sono incontinenti. Fal.

Fiele di becco, untandone la elefantia e varve, le guarisce. Esper.

Sebo di becco, con sterco caprino e croco (n.d.r.: zafferano), farne un impiastro per guarire la podagra. Rafis.

Sebo detto disciolto in aceto è buon rimedio per chi ha la podagra calda. Arg.

Sebo suddetto con farina d'orzo posta sopra ogni tumore e sulle ginocchia doloranti, è buono. Diosc.

Becco del mese di agosto, togliergli tutto il sangue e farlo essiccare quindi distillarlo: l'olio che ne uscirà è mirabile per rompere i calcoli della vescica. Idem.

Sebo di caprone e di capra rende molli le callositàe giova molto ai tendini tesi. Esp.

Urina di caprone bevuta disfa i calcoli della vescica. Gir. Cortes.

Sangue di caprone nutrito con edera, guarisce dai calcoli renali. Plin.

Corno di caprone bruciato spaventa i serpenti, sana le fistole e il cancro. Id.

Urina di caprone mescolata con fiele guarisce i lebbrosi e toglie le lentigini. Idem.



In questo numero ci siamo resi conto che due pagine del trattato erano mancanti.
Ringraziamo la Dott.ssa Maria Alessandra Dall'Era della Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano e la Dott.ssa Anna Picchi della Biblioteca di Scienze della Storia e della Documentazione Storica (sempre dell'Università degli Studi di Milano), che ci sono state di grandissimo aiuto mandandoci copia delle 2 pagine mancanti prese da una versione dell Opera risalente al 1674.


Se siete a conoscenza di altre collezioni di rimedi basati su prodotti animali, Vi preghiamo di darcene notizia tramite email all'indirizzo spv_webzine@pg.izs.it, o di comunicarlo alla Redazione di Sanità Pubblica Veterinaria c/o Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche - Via G. Salvemini n.1 - 06126 PERUGIA.

Ringraziamo Nadia Montanucci per la trascrizione dal testo originale


Tasto SU


torna all'indice generale della Webzine

torna indietro

IZP logo2